6 gennaio 2013

Rincorrere per un sorriso

E' la vigilia di Natale e nonostante la famiglia ci aspettasse per cenare decidiamo di fare la nostra attività ricreativa in ospedale. Non lo facciamo per avere qualche riconoscimento particolare o chissà quale premio, ma semplicemente perché ci fa piacere esserci, perché ci fa piacere ridere e far ridere, perché ci fa piacere essere utili a persone che non ti chiedono nulla in cambio e che non hanno avuto la possibilità, come molti altri (me compreso), di scegliere dove festeggiare... Anche per loro è festa e anche per loro ci deve essere un sorriso raggiante e gioioso. Ecco perché ieri ho indossato un cerchietto con i pupazzi di neve, ecco perché Elisa aveva delle corna da cervo con il fiocchetto rosso... Ecco perché altri orsi si sono vestiti da folletti o indossavano cappelli di Babbo Natale.
Il pilota preferito
Le nostre aspettative erano di trovare un reparto vuoto, ma non è stato del tutto vero... Il numero di bambini presenti era lo stesso degli altri giorni e il pensiero un po' mi intristisce, ma devo dire che Elisa ed io abbiamo cercato di fare di tutto per portare quella gioia che almeno la vigilia di Natale c'è sempre in attesa di un'apertura di un regalo natalizio, nell'attesa di scoprire Babbo Natale con le mani in pasta...
In reparto si nota subito la nostra presenza... "Strani individui vestiti in modo buffo si aggirano in reparto... Indossano strani cerchietti in testa ed una maglia coloratissima... Babbo Natale non è proprio vestito così, ma anche loro hanno una borsa stracolma... Magari non mi sono informato e la moda è cambiata..." Questo potrebbe essere il pensiero del ragazzino che ci ha visto e rincorso per il corridoio temendo che non andassimo da lui... Non avremmo mai potuto non salutarlo!
Ci ha rincorso, ci ha guidato verso la sua stanza, ci ha insegnato a guidare una macchina, ha ascoltato la storia del gatto e della tigre, si è divertito nel vedere come il buffo Gigio non sapesse guidare una macchina immaginaria (eppure dovrebbe avere la patente)... Ha trascorso con noi una ventina di minuti studiandoci un po' come si fa quando non si capisce bene cosa stia succedendo... Il suo intento era uno solo: capire chi erano quei personaggi che erano davanti ai suoi occhi e a quelli della mamma.
Noi non lo sapevamo ancora che quello era il giorno speciale: il suo compleanno e ci tenevi a passarlo in nostra compagnia. Grazie mille di averci inseguito, grazie mille di averci chiesto di entrare e di non aver badato troppo all'aspetto un po' goffo... grazie mille di averci accolto nonostante tu non fossi proprio piccolino, ma già un'ometto di ben 11 anni e abilissimo ad andare in macchina!!! Grazie mille per aver reso la nostra vigilia interessante. Ricordati, però, che il prossimo anno vorremmo essere invitato alla tua festa di compleanno, ma non dove ci siamo incontrati per la prima volta, ma proprio nel ristorante più rinomato della tua città!
Buon Compleanno piccolo-grande pilota.
Gigio

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