29 agosto 2012

Parole in macchina

A volte non ci si accorge di quanto si stia cambiando, di quanto una scelta possa influire su tutto quello che andrai a fare in futuro. A volte il solo gesto di entrare in un'associazione piuttosto che in un'altra ti cambia lentamente ma profondamente... Ti migliora di sicuro la qualità della vita e ti cambia le abitudini...
Porterò un esempio banalissimo, ma che mi sto accorgendo avvenire. Una volta non sopportavo troppo la macchina: non la soffrivo, ma mi sembrava di essere rinchiuso in una scatola fredda, silenziosa, priva di vita... Ed allora accendevo la radio per sentirla più accogliente, più calda...
Piano piano la macchina è diventata qualcosa di più personale, non solo un mezzo per andare a fare due passi, ma si è trasformata nel pretesto per andare alla ricerca della Band, per raggiungere quella serenità che ogni bambino e/o genitore mi lascia quando li saluto, oppure per raggiungere altri compagni che mi accolgono a braccia aperte per un evento esterno o formazione...
Sensazioni che una volta terminata l'attività si sono trasformati in emozioni, poi in parole e quindi in musica... proprio quella musica che prima avevo necessità di ascoltare meccanicamente da una radio... Ed allora vien del tutto naturale parlare con chi in quel momento ti sta accompagnando per discutere di come sia andata quella serata, di quali sensazioni si siano provate nel visitare quel reparto o fare quel determinato evento esterno... Ed ecco che per magia la macchina ha iniziato a prendere vita, a diventare un posto in cui le parole non escono dai finestrini... rimangono intrappolate in quella scatola affinché possa ricordarle.
Lo so che sembra un discorso strano, ma di sicuro adesso l'autoradio in macchina non mi serve più così tanto come in passato.
Gigio

26 agosto 2012

Essere un orsa della Band

Gaslini Band Band

"Sono una donna della provincia di Napoli,purtroppo sono dovuta partire all'improvviso per Genova per una notizia dolorosissima.Il mio tesoro,il mio nipotino si è ammalato.Diagnosi atroce.Ho viaggiato in treno di notte,frastornata e afflitta.Sono arrivata ,non so come, fuori all'Ospedale Gaslini,a lle 6 del mattino disorientata e spaventata(non ho mai viaggiato ,non mi sono mai spostata da Napoli). Ho preso un caffè e mi sono seduta su di un gradino aspettando l'orario per poter entrare in Ospedale. Mi sono addormentata.Quando ho aperto gli occhi ho letto accanto ad una porta "La tana dell'Orso". Ho suonato non so perchè,avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. Mi hanno accolto 2 persone meravigliose di una ricordo solo il nome Monica perchè ero intontinta dai troppi pianti fatti giorni prima.Mi hanno offerto di tutto anche una doccia ,ma io volevo solo entrare in Ospedale quanto prima.Si sono preoccupate di dove andassi a pernottare (non avevo idea)avrei dormito anche sotto l'Ospedale. Mi hanno aiutata tantissimo prenotando una stanza dagli Emiliani dove ho dormito la notte. Mi scuso per non averle salutate quando sono ripartita. Grazie per tutto quello che fate,c he Dio vi Benedica.F orse ci rivedremo ancora. Ma vi prego non abbondonate il mio nipotino andate a farlo sorridere e dategli 1 bacio da parte mia. Grazie a tutti voi. Grazie Monica.!"

Un a mattina arivanno queste parole e vanno dritte al cuore, inumidiscono gli occhi e fanno pensare… Fanno pensare che vale la pena sacrificare un sabato pomeriggio di mare o una domenica mattina a letto a poltrire, vale la pena spendere qualche ora del proprio tempo per aiutare chi fa sacrifici ben più grandi. Per noi è un piccolo gesto da fare, ma per chi lo riceve ha un valore enorme. Queste parole ci aiutano ad andare avanti con entusiasmo,  ci fanno capire che quello che facciamo serve veramente a qualcuno …e anche se fosse solo per una persona varebbe la pena comunque ESSERCI SEMPRE.
Così la Tana continua ad esistere grazie all'impegno di tutti pronti a cambiare i propri piani per coprire un turno rimasto scoperto. Pensare a dove siamo arrivati oggi rispetto a tanti anni fa quando sono entrata mi fa sentire felice di aver fatto questa scelta, mi fa sentire orgogliosa di essere UN ORSA DELLA BAND.
Vera

22 agosto 2012

Non sono un supereroe

Eccomi come vorrei apparire in reparto
Spesso parlando del mio tempo libero, mi trovo a parlare della neo Band degli Orsi (alias Gaslini Band Band): molti mi reputano un ragazzo per bene per non dire un santo, altri mi dicono che ci vuole tanto coraggio per farlo, altri ancora mi dicono che loro non sarebbero in grado di far ridere in quelle situazioni...
Sono osservazioni del tutto normali e sensate, ma troppo esterne e lucide per rappresentare la realtà dei fatti. Ogni volta come un disco incantato rispondo sempre allo stesso modo: " Ma non è così tragico entrare in ospedale, perché i bambini che andiamo a visitare ci riconoscono per via degli abiti e capiscono che siamo lì per giocare. A volte ci può essere un po' di difficoltà nell'approccio perché non tutti sono estroversi, ma basta prendere un po' di confidenza e poi è tutto in discesa. Si inizia a giocare come se nulla fosse ricordandoci però che siamo in un ambiente più ristretto dove non si può fare tutto, ma anzi bisogna seguire delle regole specifiche sia per il loro bene che per il nostro... E poi che dire... Non sono mai da solo, ma sono sempre accompagnato da almeno un'altra persona in modo da sostenerci in caso di difficoltà. Vuoi mettere quanta carica e gioia ti da il momento in cui strappi un sorriso ad un bambino? Sapete anche se sembra strano a dirsi, ricevo molto di più di quello che do!".
Potrei anche aggiungere che non sono di sicuro un supereroe con strani poteri, ma una persona comune che si prende in giro con ironia, che non si tira indietro quando c'è da mettersi in ridicolo o quando qualcuno chiede il mio aiuto... Una persona che non ama stare fermo e che gradisce la compagnia di altri (siano essi bambini, genitori o semplicemente compagni di avventura) e che invece che andare al lunedì direttamente a casa dopo il lavoro si dirige tranquillamente in ospedale pronto a trasformarsi in un re dalla corona di panno rossa, in un mago strampalato o in un bizzarro ballerino che non sa nemmeno distinguere un inchino da una scomodissima posizione yoga...
Ma non importa cosa vede o pensa la gente: io quando sono in band mi diverto e spero che questa mia gioia sia proprio tanto contagiosa!
Gigio

19 agosto 2012

Il mio primo quasi anno in Band

Ieri sera mi sono trovata a raccontare ad un caro amico, uno di quelli che ti conoscono molto bene, cosa significa stare in Band.
Raccontando le tante avventure vissute in quasi un anno, storie ed emozioni si rincorrevano nel corso dei mesi, del tempo nella mia mente.
Mi sono resa conto di entusiasmarmi, di rivivere gli eventi passati, di narrare le varie vicissitudini come in una fiaba.

E' particolare parlare della Band a qualcuno che non l'ha mai incontrata nè potuta conoscere: ti sembra impossibile che questo mondo per te ormai così quotidiano si debba ancora raccontare; in un certo senso, ti ritrovi a pensare come mai persone che ti conoscono da così tanto tempo non sappiano quasi nulla di questo tuo frangente di vita.

Nel raccontare, nell'esprimere le avventure e le emozioni, chi mi conosce nel profondo mi dice sempre "Ti vedo felice".
Ed è proprio in questi casi che penso di essere riuscita a trasmettere il mio significato della Band.

In questo quasi anno di vita insieme, io e la Band abbiamo imparato a conoscerci, a stare insieme: abbiamo imparato quante volte si possa spiccare il volo con un pizzico di coraggio in più, abbiamo imparato il valore del confronto, della parola, quella costruttiva.

La Band mi ha fatto conoscere molti sognatori, proprio come me! E come è bello confrontarsi con chi ancora crede ai sogni.
La Band dona un coraggio che non avresti mai immaginato di avere.
La Band ha reso più chiare e comprensibili le parole di chi mi ha educato, di chi mi ha fatto "diventare grande".
Per me è stata una continuità con la mia famiglia, un'altra famiglia a cui appoggiarmi.
La Band ti cambia: ma è un cambiamento che si evolve nel tempo, dettato dalla propria interiorità, dal proprio crescere.
Si cresce come persone differenti, non per forza migliori, ma differenti.
Si percepiscono e si vivono emozioni delicate, a volte improvvise, spesso prepotenti e destabilizzanti; a volte scompone ciò che sei per poi farti comprendere come avere a che fare con te stessa.

Dopo quasi un anno, non riconoscerei mia la vita che vivo senza la Band: le mie giornate sono intrise di colore, a volte di preoccupazione e organizzazione, spesso di commozione, moltissime volte di risate infinite e di riflessione.
La Band è diventata parte di me, di ciò che sono: è uno di quei tasselli che spesso mancano per sentirsi persone complete.
In lei ho riscoperto l'amicizia, quella profonda tra persone che vivono insieme emozioni forti; in lei ho ritrovato l'affetto, incondizionato e vivo; in lei ho vissuto moltissime emozioni vere.

Per questo quasi anno di vita insieme, per aver contribuito a completare ciò che sono.

Elisa P.

15 agosto 2012

Tirare le somme attraverso un sorriso

Capita a volte di volersi fermare un attimo per poter fare un punto della situazione…sono cambiate molte cose in me e come spesso mi capita avevo bisogno di fare un bilancio, e allora ho pensato di farlo ad alta voce e di condividerlo con voi.
Circa un anno fa ho sentito la necessità di cambiare vita, di fare qualcosa che rendesse le mie giornate più piene e felici.
Avevo una casa, un lavoro una famiglia e tanti amici ma sentivo che qualcosa mi mancava…. E allora navigando su internet mi sono imbattuta nelle fotografie e nei progetti di questi ragazzi sorridenti che si facevano chiamare “Gaslini Band Band”.
E’ stato amore a prima vista…ho mandato il questionario e a distanza di quasi un anno eccomi qui a raccontare come la mia vita è cambiata.
Una volta in formazione la Fede (formatorsa che è stata fondamentale per me in questo percorso) ci ha detto che i bandisti sorridono sempre…lì per lì non capivo ma oggi, dopo tutte le sere passate in reparto, dopo i giovedì passati a confrontarmi con i miei nuovi amici, dopo alcuni eventi esterni e dopo tante tante emozioni eccomi qui a sorridere, a sorridere perché la Band ti cambia la vita, a sorridere perché ogni stanzetta racchiude in sé momenti magici e irripetibili, a sorridere perché siamo proprio belli!
Grazie ragazzi, grazie Band.
Grazie perché ogni venerdì nel mio cuore avviene un piccolo miracolo, grazie perché ogni bambino e genitore che incontro mi fa capire cosa è importante per davvero, grazie perché attraverso la Band ho abbattuto dei muri altissimi che mi portavo dietro da ormai troppi anni.
Qui seduta alla scrivania passo in rassegna tutti volti dei volontari, dei genitori e dei bambini che ho conosciuto in questo anno, ricordo con affetto tutti gli abbracci e le parole che ci siamo detti, rivivo tutti i pianti e le risate che ci sono state e mi emoziono ancora, tanto.
La Band degli Orsi
Il bel sorriso di Alfio
Donare un sorriso
Rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante,
Ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia,
Da sostegno nel lavoro
Ed segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco,
Rinnova il coraggio nelle prove,
E nella tristezza è medicina.
E poi se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
Come colui che non sa darlo.
P. Faber
Elisa G.

12 agosto 2012

Mai solo...

La Band degli Orsi
Ecco un esempio di unione
Essere band...

Non significa solo far sorridere,
solo fare autoironia,
solo ritornare bambini,
solo intraprendere un percorso,
solo prendersi degli impegni,
solo sognare con insistenza,
solo riempire dei vuoti,
solo prendersi cura di sé e degli altri,
solo rinunciare a parte del proprio tempo libero,
solo scoprire nuovi interessi,
solo acquisire più coscienza di sé...

Essere band non è mai solo...
ma l'unione di tutto questo!

Gigio

8 agosto 2012

Mai avrei pensato che...

Quante cose sono cambiate nel momento in cui ho lasciato che la Band entrasse nella mia quotidianità...

Mai avrei pensato che mi sarei divertito ad indossare mantelli da principe o costumi molto buffi... Pensare che da piccolo odiavo travestirmi a Carnevale, perché mi dava fastidio che la gente mi guardasse... Ed ora senza vestiti o corone di panno in testa non posso muovermi e anzi sono contento che gli sguardi ricadano su di me... Forse sono egocentrico?! Direi di no...

Mai avrei pensato di dedicare lunedì, giovedì e venerdì sera alla band continuando ad andare a lavoro come se avessi ancora tutte le energie... Come se per me fosse normale essere lunedì a Genova come ballerino, poi giovedì a Busalla come principe animatore e poi venerdì a Montepegli come cameriere...

La Band degli Orsi
Immaginarsi in un altro posto
Mai avrei pensato che qualcuno conosciuto da poco tempo si ricordasse di me, del mio sorriso... Quei sorrisi che a stento mi vengono nelle foto e che per me sono innaturali... Tutti mi vedono come una persona seria, riservata e silenziosa... Ma quando sono in reparto altro che silenzioso: mi prendo in giro da solo, parlo a voce alta, a volte strillo invece di cantare una semplice ninna nanna...


Mai avrei pensato di scrivere un blog, di essere capitano di una squadra di calcio (non sono nemmeno un leader), di fare le ombre cinesi, di immaginare nella mia mente una stanza e descriverla ad altre persone per poi ballarci dentro solo un mesetto dopo...

Mai avrei pensato che un nomignolo tanto particolare come Gigio diventasse quasi il mio vero nome a tal punto che quando sento dire Gigi, mi giro d'istinto proprio come sapessi che stanno cercando me anche se la naturale abbreviazione del mio nome è Gian...

Tanti aspetti di me sono cambiati, tanti altri ne cambieranno ancora, ma cosa principale: continuo a riporre ancora tanta fiducia nella band perché ha il potere di portarmi dove mai avrei pensato di arrivare!
Gigio

5 agosto 2012

Sentirsi protetti in tana

La Band degli Orsi
Sorpresa della tana
‎Cari Orsi,
la giornata e' finita e finalmente sono qui rilassata che posso condividere con tutti voi questo pomeriggio stupendo in tana... Volevo scrivervi in realtà prima in diretta dalla tana... Ma oggi e' stato un via vai di mamme papà e bimbi... 
E' stato un pomeriggio intenso come sempre di lavatrici, asciugatrici, caffè e biscottini... Ma penso che in questo pomeriggio come tanti e tanto belli in tana, la frase della mamma del piccolo Simone abbia fatto la differenza nel mio cuore , nel mio animo e spero anche nel vostro... 
"A volte si pensa che gli angeli debbano essere qualcosa di astratto, di lontano, qualcuno che ci guarda e ci protegge da lassù... 
Ma io conoscendo questo posto, voi... Mi sono accorta che ci sono anche sulla terra; basta avere la fortuna di incontrarli... Grazie per tutto quello che fate... e come lo fate...
Per voi tutti orsetti... 
Buona giornata e grazie ...
Francesca A.

1 agosto 2012

La Band degli Orsi

Arrivi per caso senza consapevolezza perché quello che ti aspetta nessuno te lo può far vivere attraverso le parole: ci devi essere per provarlo. Tutto inizia così con le gambe che tremano, la mani sudate, le regole ripassate a memoria in testa e una borsa piena di libri che ti fa da scudo, una borsa alla quale ti aggrappi per non cadere, una borsa che metti davanti mentre cammini come a difesa di quello che incontrerai.
Poi impari giorno dopo giorno ad avere fiducia in te, impari che con poco si può fare molto e impari che quel libri che ti porti dietro non serve a nulla se non ci sei tu a leggerli.
Così il tempo passa, accanto a te ci sono persone che cambiano e persone che rimangono, si creano legami, contrasti, ti avvicini e ti allontani dalle persone e tutto cambia perché cambiano i volti, i tempi, le esigenze, le idee, cambiano i sogni e nascono nuove forze: quello che ti sembrava così lontano adesso è lì vicino a portata di mano e tu lo puoi toccare perché è concreto, è una certezza: è il sogno che si fa realtà.
Appena realizzi un sogno tutto ti sembra possibile e allora lasci il posto ad un nuovo sogno e così si va avanti, si cresce e si evolve.
Un tempo andavamo solo a far divertire i bambini al Gaslini poi ci siamo accorti che accanto a loro c’erano genitori che soffrivano e se anche per cinque minuti riuscivamo a strappar loro un sorriso i loro problemi non svanivano. Abbiamo pensato e ci siamo spesso sentiti inutili di fronte a questa realtà poi abbiamo capito che qualcosa potevamo fare anche per loro, così sono nati… i buoni pizza, una giornata dal parrucchiere per le mamme, la tana del’orso, i buoni pasto, i buoni notte e appartamenti per i genitori. Questo per alleggerirli almeno un po’ e rendere la loro permanenza in ospedale un po’ più facile.
Un tempo non osavamo neppure sognare dei sogni così grandi ora li abbiamo addirittura realizzati, ogni tanto fermarsi a guardare indietro ti fa capire quanta è la strada percorsa e ti da forza per continuare a camminare e sognare.
Questa è la Band degli Orsi!
Vera