25 giugno 2014

Patch Adams

Incredibile a dirsi, ma domenica è stata la prima volta che ho visto il film Patch Adams con Robbin Williams nonostante spesso la figura di noi orsi viene affiancata alla sua. Un'idea ovviamente me l'ero già fatta ma solo sommaria; avevo capito che entrambi avevamo lo stesso obiettivo: portare il sorriso dove quello manca a causa delle circostanze, mettersi in ridicolo per trasformare una stanza in una foresta piena di animali feroci da colpire con una pistola giocattolo e creare un livello in più tra le famiglie e i dottori.
Queste sono quelle somiglianze che vengono subito in mente quando si cerca di immaginarci all'opera e come dicevo non è tanto distante dalla realtà, ma ci sono alcune differenze non da poco. Noi orsi (o almeno gran parte di noi) non abbiamo nessuna qualifica in medicina, non siamo personale del Gaslini ma siamo autorizzati per muoverci al suo interno.
Siamo coscienti che il nostro compito non è quello di raccogliere informazioni sulla malattia ma semplicemente entrare per una ventina di minuti in uno scorcio di vita di persone sconosciute prima e dopo la nostra visita. Non siamo lì per stringere legami, ma semplicemente a portare la nostra leggerezza, "superficialità" nell'approccio per iniziare un viaggio puramente fantasioso in cui la mente si estranea dal luogo in cui il corpo è rinchiuso.
Chi ha visto il film avrà ben chiara la motivazione di questo nostro comportamento: non avendo alcuna competenza (o almeno non è richiesto averne) il rischio di rimanerne segnati è forte.
Di sicuro quello che ci avvicina all'ideologia di Patch Adams è il concetto del migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie. Sono nati così la Tana degli Orsi, il Rifugio degli Orsi 1 e 2. Sono locali comprati e ristrutturati grazie all'aiuto economico dei nostri sostenitori.

Gigio

22 giugno 2014

La mia seconda pelle

Questa volta non mi sono preoccupato del mio lavoro: il mio compito era stato assolto e per nessun motivo mi sarei fermato un minuto di più. Non volevo scappare da nessuno ma volevo solo del tempo tutto per me, un tempo che ho trascurato troppo e che mi sta portando ad una forte stanchezza: devo correre al Gaslini a trovare i miei compagni di avventura, gli orsi che sono stati il punto di inizio di un percorso e quelli che vedono in me o nei miei compagni una persona da cui prendere ispirazione.
Alla mattina faccio fatica ad alzarmi, durante il giorno sono rinchiuso in ufficio a cercare di completare lavori complicati in poco tempo, a dover gestire gli imprevisti dell'ultimo minuto... Insomma sono stanco e le ore di sonno non sono mai sufficienti...
Per ritrovare il me stesso che mi aveva caratterizzato negli anni passati è necessario che torni dove è iniziato il mio cambiamento, dove ho iniziato a spiccare il volo... Forse è il luogo che meno ci si aspetta ma tutto è avvenuto all'interno delle mura del Gaslini. E' lì che la timidezza si è sciolta, è lì che ho abbandonato lo zaino col portatile, è lì che l'estrema precisione ha dato il giusto spazio alla fantasia e ai colori.
Un sorriso alla volta, poi una parola alla volta, poi un libro alla volta, poi una marionetta alla volta... I pensieri volavano via leggeri, le preoccupazioni si ridimensionavano ed i ringraziamenti aumentavano. All'inizio sono entrato per convincermi che anche io nel mio piccolo potessi fare qualcosa di utile agli altri, quasi per compiacermi, per dare un senso a giornate grigie e noiose, ma piano piano mi sono accorto che non era per quello che sono entrato in band, ma semplicemente perché il mio viaggio alla ricerca di un luogo dove potessi essere sempre a mio agio aveva trovato una meta, aveva preso forma e si era colorato in modo buffo e bizzarro...
Si proprio quella maglietta buffa e colorata con una scritta sulla schiena (www.gaslinibandband.it) e sopra un girasole... Si parlo proprio di quella maglietta che adesso è un po' sbiadita, scolorita, ma che nonostante tutto continua a mantenere il suo aspetto, che mi viene in soccorso in giornate in cui la stanchezza mi rattrista e che mi ricorda come anche una insicurezza possa portare a qualcosa di più grande.
E' con lei che ho deciso di proseguire la mia strada.

Gigio

18 giugno 2014

I mie anni in band

Orsetti Maghi - Formazione 2013
Un po' di sogni tra i nostri libri...
Sto ascoltando la mia playlist su youtube per raccogliere le idee e riflettere su alcune situazioni che mi stanno accadendo. E' un periodo faticoso in cui il caldo non mi aiuta ad essere attivo, il lavoro richiede degli sforzi notevoli prima delle ferie e la vita privata procede normalmente. Tutto sommato è quello che può accadere a tanti.
In realtà sto raccogliendo le idee e le energie per comprendere cosa sta accadendo nell'ambiente in cui mi sono sempre sentito protetto ed all'interno del quale tutte le energie magicamente ritornavano grazie al forte entusiasmo che questo ambiente mi trasmetteva... Al momento non ho energie a sufficienza per restituirne anche solo una parte.
Quando sono in difficoltà spesso leggo i vecchi articoli scritti proprio su questo blog dove con tanto entusiasmo provavo a descrivere ciò che di buono la band ha fatto. In ogni articolo è racchiusa un'emozione, un avvenimento o semplicemente un incontro che ci ha lasciato il segno.
Ricordo ancora come è avvenuto il mio ingresso: il questionario compilato e ricompilato senza spedirlo prima dell'ultimo giorno... Ora mi viene da ridere a ripensare come mai attesi così tanto... Mi viene da ridere quando penso che, per seguire il corso, scappavo da Quarto a Sestri, cena velocissima e poi velocemente al Gaslini... Incredibile...
Ricordo ancora il mio primo ingresso in reparto: praticamente muto a cercare di capire cosa e dove la fantasia delle volontarie ci stesse portando... Ed ora invece sono io che porto in viaggio la mia fantasia nei più strani posti, in strani castelli tutti rosa che tanto fanno ribrezzo ai bambini... Tutto questo insieme agli immancabili orsi del lunedì, gli unici che mi hanno fatto vedere come il lunedì possa essere veramene un inizio di una bella settimana e non la fine del weekend.
Incredibile vedere che le persone con cui ho legato durante il corso sono ancora lì insieme a me con un preciso ruolo in band: ognuno di noi si è messo in gioco e sta rispondendo alle aspettative che gli allora formatori avevano risposto in noi... O almeno io spero sia così.
Poi sono arrivati in ordine i grandi sogni, i grandi progetti e le grandi soddisfazioni: mi riferisco alla tana, al rifugio 1 e 2. Sono la prova tangente che con grande dedizione ed entusiasmo tutto è possibile. Poi arriva la partecipazione al musical: impensabile come una trentina di persone si siano impegnate a fondo per imparare coreografie, copioni fino a debuttare con un'enorme platea curiosa di vedere questa "strana compagnia teatrale".
Ma c'è una cosa che mi è rimasta molto impressa: è la festa della band. L'8 giugno di 2 anni fa: una marea di volontari invase letteralmente il Gaslini andando in contemporanea in tutti i reparti del Gaslini per poi riunirsi in tana a mangiare qualcosa. Il vero colpo di genio fu la conclusione della serata: tutti i volontari lasciarono volare i propri sogni legati ad un palloncino e proprio uno di questi raggiunse un'altra associazione che ci rispose di continuare in quella direzione.
Ovviamente tutti questi sono ricordi felici e conto di aggiungerne ancora di nuovi sempre più emozionanti.

Gigio

15 giugno 2014

I doni della band


E' il momento di descrivere cosa effettivamente la band mi ha donato per ritornare sulla retta via. In band ho trovato tante persone speciali che mettono a disposizione degli altri il proprio tempo libero, che mettono se stessi in gioco pur di portare un po' di relax ai ricoverati in ospedale e alle loro famiglie, che corrono ai diversi eventi esterni in giro per la Liguria per trasformare in rraltà dei grandi sogni.
Tra questi orsi ho trovato persone che mi hanno insegnato a divertirmi con poco, ad immaginare che tutto sia possibile, che mi hanno mostrato come il volere spesso coincida con il potere, che mi hanno insegnato che si può rimanere umili anche se continuamente si ricevono complimenti ed apprezzamenti.
Sono queste le persone che hanno trasformato una mia semplice curiosità in un qualcosa di concreto, in una realtà da cui trovo difficile escludermi, una sorta di copertina di linus che mi rende sempre felice e sorridente. Mentre scrivo ripenso ai vari grandi orsi che mi hanno saputo accompagnare passo dopo passo, ripenso ai miei compagni di corso con cui si è instaurato un legame invisibile ma estremamente forte e ripenso ai piccoli che troveranno anche loro il grande orso a cui affidarsi completamente e da cui impareranno a muoversi all'interno di un gruppo così variegato.
E' questo il punto da cui devo ripartire, è questo il nocciolo duro che ha fatto di me l'orso Gigio, quell'orso che nonostante i suoi alti e bassi si guarda indietro soddisfatto per quello che è stato il suo percorso.
Tutto questo lo devo agli orsi: sono persone che considero non solo delle splendide persone, ma soprattutto AMICI.
E' questo quello che la band mi ha donato! Potevo chiedere di più?

Gigio

11 giugno 2014

Immagini che lasciano il segno

Come spesso accade nella nostra attività nei reparti troviamo intere famiglie "schierate a difesa" del proprio piccolo per non perdersi nemmeno un istante di questo percorso a volte complicato.
A volte si incontra solo uno dei due genitori, a volte entrambi e altre volte ancora nonni e parenti di ogni grado e genere.
In questo periodo in cui ho un po' di difficoltà a scrivere ricorro alle canzoni per far parlare la band che nonostante la mia assenza sul blog continua a muoversi, continua a portare i suoi orsi nei suoi ambienti naturali.
Questa canzone è dedicata a tutti i genitori che hanno visto, come dice il titolo della canzone, "Immagini che lasciano il segno".

Ascolta "Immagini che lasciano il segno" - Tiromancino

8 giugno 2014

Nuova aria

INAUGURAZIONE DEL SECONDO APPARTAMENTO
La squadra vincente
Questa volta mi rivolgo solamente ai compagni di avventura divertenti e di cuore che ho incontrato in questi anni. Mi rivolgo agli orsi che fanno parte della band indipendentemente dalla loro "anzianità". Il mio modo di pormi è sempre silenzioso, pacato e decisamente riflessivo. Non parlo quasi mai, sono molto contenuto.
Non voglio nascondere che tante volte durante l'ultima assemblea mi sono sentito molto in difficoltà: difficoltà ad ascoltare, difficoltà ad esprimermi, difficoltà a capire cosa stesse succedendo ad un gruppo in cui credo molto e che mi ha mostrato nuovi lati di me che ho sempre avuto ma mai usciti così chiaramente, difficoltà a guardare i piccoli che avrei tanto voluto fossero "coccolati" di più prima di trovarsi in quell'assemblea...
Il mio è stato un percorso lungo, faticoso, fatto di corti viaggi in auto dove mi sono messo in gioco e dove pensavo di percorrere solo pochi timidi passi ed invece sono ancora qui, ancora disposto a camminare... Ribadisco camminare.
Per correre ci vuole non solo fiato, ma anche testa, forza di volontà e soprattutto una squadra alle spalle che ti sostenga e ti spinga ad andare avanti alle prime ripide salite... Una squadra vincente non si deve dimenticare quando uno o più elementi rallentano perché inevitabilmente si andrà a perdere qualcosa. Ogni elemento ha le sue caratteristiche e queste, prima o poi, saranno quel valore aggiunto che manca.
In quest'ultima assemblea ho avuto difficoltà: non ho visto più la squadra, ma tanti, ottimi, splendidi gruppi schierati a difesa delle proprie convinzioni. Siamo in tanti, tutti diversi e sarà sempre più difficile rimanere uniti. Forse non bastano più solamente gli obiettivi raggiunti, forse non basta più il sacrificio di uno o più volontari. Credo fermamente che serva una squadra compatta ed unita come ho sempre visto.
Non ho perso l'entusiasmo o la fiducia, perché all'interno di questi gruppi ci sono ancora persone che costituiscono la band che mi fa sentire a mio agio sempre, che mi ha conquistato, che mi indica il percorso dorato descritto alla formazione dei pccoli.
Forse quegli orsi come me all'ultima assemblea sono rimasti in silenzio, forse come me hanno provato difficoltà ad esprimersi, forse come me hanno avuto difficoltà a riconoscere la band... O forse situazione migliore sono stato solo io a provare queste difficoltà e in tal caso la ripartenza sarà più semplice.

Un nuovo direttivo è stato eletto e con esso nuove idee entreranno in gioco, nuove opportunità nasceranno. Anche loro come me sono e si sentono orsi e come tali si muoveranno. Anche per loro inizierà un nuovo percorso fatto di gioie e fatiche, di discese e salite, di entusiasmi e spero nessuna delusione. Per chi ieri si è candidato devo dire che ha avuto coraggio a farsi avanti perché inevitabilmente sentirà il peso del gruppo (parlo ancora al singolare perché non mi piace immaginare una frammentazione interna).
Al nuovo direttivo chiederei di non farmi più sentire in difficoltà, di trasmettere a tutti gli orsi titubanti quello spirito che serve per continuare a camminare anche quando le gambe non ce la fanno, anche quando la stanchezza ha il sopravvento e, perché no, provare a farci correre di nuovo incurante della fatica.

Al vecchio invece direi che non è stato un totale fallimento. Ho visto in quel gruppo l'entusiasmo, la passione e la forza di volontà di una squadra che ha messo tutta se stessa per far sentire importanti tutti. Non importa se il percorso è stato interrotto: per me avete fatto un bel lavoro e mi è dispiaciuto molto vedervi così in difficoltà di fronte alla platea.

Mi scuso se ho utilizzato questo mezzo per parlare, ma questo blog è il nostro diario e venerdì per la prima volta sono stato veramente in difficoltà.

Gigio

4 giugno 2014

Il cielo toccherò


Questa volta mi sento di riportare il testo di una canzone di un cartone animato, "The brave - Ribelle".
E' tra queste poche e semplici parole si nasconda quello che ho visto fino ad ora nella mia esperienza in band.
Personalmente ho ascoltato questa canzone mentre prendevo nota sulle parole e alla fine mi sono sentito di nuovo carico di energie.

Thoughts & memoriesSento il vento che mi chiama,
splende il sole su di me
odo un canto che mi attira sempre più verso di sè:
correrò, volerò ed il cielo toccherò...
Volerò ed il cielo toccherò.

Sopra i picchi più alti
tra mille asperità
si specchia il riflesso di antiche civiltà,
io ne coglierò il ricordo seguendo il sogno mio
forte come l'oceano ed il vento:
è questo che sono io.

Correrò, volerò ed il cielo toccherò...
Volerò ed il cielo toccherò.

Io volerò...
Correrò... Correrò
Volerò... Volerò...

Il cielo toccherò, Noemi

Di seguito la canzone completa per sentire anche la melodia:
"Il cielo toccherò" - Noemi

1 giugno 2014

Perché ho deciso di andare proprio là?

Ed eccomi di nuovo a raccontarvi una storia divertente accaduta in un luogo che così esilarante non è: una piccola e colorata stanza di un ospedale pediatrico. E' lunedì e come ormai un'abitudine non posso e non voglio sottrarmi all'attività di intrattenimento in ospedale... Ormai è diventata quasi la mia essenza e senza non mi sento a posto... Mi manca qualcosa.
Sono quasi le 20 e ci accingiamo a varcare la soglia della porta (non sono da solo ma accompagnato da altre 2 orse). Ci aspetta una bambina graziosissima un po' timida che ci accoglie con le dovute cautele... Non è normale che un ragazzo porti un cerchietto con delle orecchie da lupo, una ragazza invece uno con delle margherite in testa... A tutti penso sorgerebbe qualche dubbio sui personaggi e forse tutta questa confidenza non la si darebbe subito.
Di fatto rompiamo il ghiaccio facendo le presentazioni di dovere e studiamo un po' cosa fare: la nostra scelta ricade sul libro "Nascondino" che la piccolina ha già fatto, ma senza la difficoltà di dover ripetere i versi. Si inizia in sordina: è troppo facile scovare gli animaletti dopo che li hanno già trovati un'altra volta, ma se al gioco partecipano un orso cieco dagli occhialoni viola ed un'orsa precisa e diligente il gioco è tutta un'altra storia...
Nella pagina del libro si nasconde un pesciolino rosso il cui verso è alquanto misterioso: nessuno lo ha mai sentito fiatare eppure qualche parola dovrà pur dirla... Ed ecco che il volontario dagli occhiali viola, Gigio, dichiara che di aver sentito il verso di un pesciolino che fa "GLU GLU GLU"... Si proprio come una piccola nave che affonda...
E quando tra le pagine si trova una lumaca? La fantasia ha il sopravvento.
"Forse fa DRIIIIN DRIIIIIN?" chiede Gigio.
"No quello è il rumore del telefono!" esclama la piccola.
"Ops" risponde Gigio, " ma allora forse fa... DIN DON?".
La piccola risponde:-"ma noooooo... Quello è il mio campanello!!!"...
"Ah si scusa forsa fa DIN DON DAN?"... Ed ovviamente la risposta è:-"Ma NOOOOOOOO! E' una campana quella!!!"...
Alla fine l'orsa diligente ci fa sentire il verso di un topolino che però sta sbavando proprio come fa la lumaca... E su questo filone si prosegue per altri 15 minuti circa... Risate a non finire e quella piccola che appariva molto timida si è divertita così tanto che ci ha voluto accompagnare alla porta per essere sicura che quei personaggi buffi uscissero dal reparto senza sbattere sui muri... Ehm... Mi ero dimeticato un piccolo particolare: prima di andarcene ho avuto la brillante idea di mettere gli occhialoni viola sottosopra!
In questo piccolo scorcio di una serata in ospedale che sono nascoste le risposte alla domanda sul perché andiamo in reparto. E' un misto tra egoismo e beneficenza, tra serietà della situazione e irriverenza. Non so spiegarlo meglio, ma quando non riesco ad essere presente, mi manca qualcosa, l'energia per affrontare una nuova settimana.
Gigio