31 marzo 2013

Buona Pasqua

Le feste sono delle occasioni in cui si cerca di riunire le persone care (familiari, parenti, amici...) per trascorrere un giorno sereno e ricco di sorrisi. Siamo abituati a questa tradizione e ogni anno mi ritrovo la domenica di Pasqua con la famiglia e il lunedì dopo con gli amici.
Ad esempio mentre vi scrivo, mia mamma è in cucina che prepara il pranzo, mio padre si rilassa ascoltando musica e mio fratello gioca alla Play Station. I miei zii sono nella loro casa ad un centinaio di metri da me e mia nonna mi può vedere dalla finestra di casa sua. Un quadro perfetto... Ma mi rendo conto di essere molto fortunato, perché non tutti hanno questa possibilità.

Buona Pasqua
Chi è costretto a stare in un luogo che non sente proprio con persone che magari non conosce nemmeno, chi non può nemmeno rifugiarsi nella sua tana a ricaricarsi... Per loro non sarà una Pasqua felice, ma cercheremo in ogni caso di portarvi un po' della nostra allegria.
Saranno alcuni nostri orsi ad augurarvi Buona Pasqua e a cercare di farvi divertire e rilassarvi in questo giorno particolare!

In ogni caso la Band degli Orsi augura a voi bambini, genitori, familiari, amici o sostenitori dei nostri progetti
BUONA PASQUA.

La Band degli Orsi

27 marzo 2013

Ai nuovi orsetti

Anche questo lunedì sarà speciale: non saranno solamente le persone che andrò ad incontrare che lo caratterizzeranno, ma anche la nuova alchimia che si andrà a creare con i nuovi ingressi. Difficile capire come si rapporterà con me ma di certo cercherò di "proteggerla" e di evitare di metterla in difficoltà. E' così che inizia la serata con la nuova orsetta Elena. Un po' di conoscenze per capire come organizzarci e via nelle stanzette.
Il reparto non è tosto, ma è difficile presentarsi ai genitori vestiti in modo esuberante e può capitare che pensino che noi andiamo solo per giocare con i loro piccoli, ma questo è vero solo in parte. L'attenzione cade sempre prima sul bambino, ma talvolta si concentra sui genitori. Procede così la serata fino a quando non si incontra F. Il duo Elena e Gigio da il meglio per farlo sorridere e piano piano si conquista la sua fiducia. Elena racconta in modo intelligente la storia del Drago Timido e Gigio si cala nella parte in modo talmente buffo da far sorridere tutti...
Il drago timido
Il libro racconta la storia di un piccolo drago che sputa piccole scintille di fuoco e che si intimidisce moltissimo diventando rosso. Un bel giorno però decide di sconfiggere la sua timidezza ed inizia un lungo viaggio alla ricerca della principessa e dimostrare a se stesso e a tutti i suoi amici che è forte e coraggioso. Il rapimento va a buon fine, ma il piccolo drago, di fronte ad un valoroso cavaliere partito dal suo castello col preciso intento di recuperare la principessa, la libera e torna al suo villaggio con una grande spada e tanta fiducia in se stesso. I draghi del villaggio rimangono stupiti dal coraggio dimostrato e rivalutano molto la sua figura.

Questa storia rappresenta molto il mio percorso all'interno della band: sono entrato timidamente e ho iniziato piano piano ad approfondire questa mia nuova esperienza alla ricerca di equilibrio che piano piano sto acquisendo.
A tutti i nuovi orsetti auguro di intraprendere questo viaggio con lo stesso spirito del drago perché anche se apparirà faticoso ne varrà sicuramente la pena.
Gigio

24 marzo 2013

Pentolacciorsa 2013

La seconda "pentolacciorsa" fatta con la mia compagna di avventura Roberta!!!
Insieme abbiamo iniziato ad entrare nell'atmosfera della Band degli Orsi, un'amicizia nata e cresciuta nelle serate del corso tra battute, risate e tanti messaggi e soprattutto rinforzate dagli eventi della Band.
Anche quest'anno stelle filanti, maschere e allegria hanno riempito la Tana, tanti bambini impegnati ad esser truccati, a disegnare le proprie
manine e a giocare e.....preparatissimi a colpire le due super pentolacciorse!
La pentolaccia vista un'anno fa mi ha fatto osservare i nuovi orsi, si..., i nuovi ragazzi che hanno deciso di entrare a far parte di questa famiglia, ricchi di entusiasmo, felici di indossare la maglietta colorata; la tanta voglia di partecipare e il vedere nei loro occhi la gioia, proprio come abbiamo avuto noi nelle nostre prime esperienze mi hanno fatto fare un tuffo indietro nel tempo.

La Band degli Orsi é proprio così ogni volta che si fa qualche evento esterno che si va in Tana o in reparto è sempre come la prima volta, emozionante divertente e indimenticabile!

Erika R.

20 marzo 2013

Eccitazioni da prima volta

“ Chiudi gli occhi 

immagina una gioia
molto probabilmente
penseresti a una partenza

ah si vivesse solo di inizi
di eccitazioni da prima volta
quando tutto ti sorprende e
nulla ti appartiene ancora"

Amo questa canzone di Nicolò Fabi, la amo per come riesce a spiegare in modo pazzescamente nitido quello che succede a me, ma penso a tutti, quando si inizia qualcosa che racchiude in sé un immenso valore.
Qualcosa a cui si tiene e si protegge, ancora prima di conoscerlo realmente fino in fondo, solo per le emozioni e le sensazioni che suscita in te: ti fa scoprire una persona diversa, migliore, ti fa scoprire di avere tanto da donare agli altri, ma soprattutto a te stesso, ti fa scoprire che si sta bene mettendosi a nudo davanti a persone che non conosci, ma a cui sei legato ancora prima di incontrarle da un filo tanto invisibile quanto resistente: volerci essere. Questo e molto di più è per me la Band.
Il primo incontro tutti insieme, il video di presentazione della Band, le lacrime trattenute a stento, le prime testimonianze dei Grandi Orsi,  - Devo ammetterlo, all’inizio incutevate un pochino il classico timore da “veterani” - ma che subito siete diventati compagni complici, il Brusco e i suoi primi discorsi in cui per me non è più solo il papà di una mia cara amica, ma molto di più, gli incontri, i laboratori: tutte esperienze prime e irripetibili, una partenza verso la vita.
Un cammino che culmina nel fatidico giorno: l’inserimento in reparto! Finalmente tutto ciò che era teoria si trasforma in pratica. Non ci sono più scuse, sta volta ci si butta, si parte per davvero… Si inizia qualcosa che ti sorprende e non ti appartiene ancora del tutto…
La mia eccitazione da prima volta l’ho vissuta con Silvia, per caso, conoscevo altri grandi orsi presenti quel giorno, ma lei no: il suo sorriso appena arrivata nello studio del Brusco mi ha accolta come si accoglie un amico sulla soglia di casa e ho deciso di seguire la mia sensazione, e così ci siamo ritrovate a vagare insieme per i corridoi del Gaslini, che per me sono ancora dei labirinti sconosciuti, e insieme abbiamo bussato alla prima porta, della prima stanzetta, del primo bambino, del mio primo incontro, del mio primo momento in reparto con la Band….
E ora sono pronta per costruire insieme tutto il resto…. Non vedo l’ora…

“… nel mezzo c'è tutto il resto
e tutto il resto è giorno dopo giorno
e giorno dopo giorno è
silenziosamente costruire
e costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione “

Grazie Band per avermi accolta e per rendere ogni volta insieme magica come la prima.


Martina

17 marzo 2013

Prime emozioni


Domenica pomeriggio avevo inserimento in reparto, ero naturalmente emozionato e un po' agitato per questa nuova avventura; i grandi Orsi mi hanno trasmesso subito molta sicurezza e serenità. 
Sono tante le sensazioni che ho provato in questa magnifica prima esperienza in reparto ma, quello che mi ha colpito maggiormente è la scintilla che ha acceso tutte queste emozioni.
I sorrisi dei bambini... i sorrisi dei genitori... i sorrisi di noi volontari... e soprattutto i sorrisi negli occhi delle persone.

Come un'onda incontrollabile che ti travolge e riempie il cuore, dona gioia, amore, ti rende veramente consapevole che quello che facciamo nelle varie attività della Band è speciale.. unico, essenziale; dona speranza e apre un varco dove passa luce...tanta luce...

Enrico

13 marzo 2013

Quando ho cominciato...

Serata Diplomi
I nuovi Orsetti
Quando ho cominciato a frequentare il corso di formazione per diventare parte della Band degli Orsi ero un po' timorosa. Avevo paura che quei mesi di preparazione e di "lezioni" sarebbero stati impegnativi, magari anche un po' pesanti, soprattutto sapendo che si sarebbero svolti di sera, in settimana e per di più a Genova. Mi domandavo se davvero avrei avuto la costanza di seguire tutte le lezioni o se magari dopo un po' di lezioni, la stanchezza, la pigrizia.... o il freddo avrebbero preso il sopravvento.
Invece, mano a mano che le settimane passavano, non soltanto l'entusiasmo e la voglia di partecipare alle serate cresceva, ma addirittura sono arrivata a desiderare fortemente che fosse giovedì, proprio per andare a Genova al corso.
Ricordo che i primi tempi mi chiedevo perché fosse necessario frequentare un corso così lungo per poter essere volontario della Band. Non ne capivo tanto l'importanza.
Adesso che siamo quasi al capolinea, penso di aver capito perché è tanto importante intraprendere questo percorso prima di diventare volontario. Lo scopo (almeno questo è il mio pensiero) non è essere completamente
preparati ad affrontare le realtà, sicuramente complesse e delicate che si vivono in Tana e in reparto (anche perchè, quando si parla di rapporti tra esseri umani, di emozioni forti che toccano le corde più profonde e intime del cuore, nessuno può veramente prepararti più di tanto ad affrontarle e a gestirle al meglio, visto che ognuno di noi le affronta per forza di cose in maniera personale, con il proprio carattere ed il proprio vissuto alle spalle) , ma capire cos'è la Band, entrare gradatamente, a piccoli passi a far parte di una famiglia grande e meravigliosa, di un sogno lucido e importante, di un progetto (anzi di tanti progetti) ambizioso che cresce continuamente e che è possibile proprio grazie al contributo, allo sforzo e al supporto di tutti.
Il corso forse non può davvero prepararti ad affrontare qualsiasi situazione ti si presenterà, ma di certo ti "insegna" a credere nella Band, trasmettendotene i valori e gli ideali, ti fa desiderare fortemente di far parte di questa grande famiglia, perché è proprio grazie alla passione, all'entusiasmo e alla dedizione che i grandi Orsi, il Presidente dell'Associazione in primis e tutti coloro che in questi mesi ci hanno accompagnato in questo percorso ci hanno trasmesso con l'esempio, ancor più che le parole e i racconti, che... giorno dopo giorni ti senti sempre più coinvolto e desideroso di poter dare anche tu il tuo piccolo contributo.
In un certo senso (questa è solo una mia personalissima sensazione), anche se non puoi sapere come reagirai o come ti comporterai quando ti troverai ad affrontare qualche momento o situazione difficile durante il tuo percorso, sai però che non sei solo, che puoi... anzi devi contare sulla Band e sugli altri e lasciarti aiutare e sostenere dai tuoi compagni. Il corso ti insegna questo: ad entrare a far parte di una famiglia e di un grande sogno ... e a capire che il tuo non è un percorso individuale (anche se ovviamente fai anche un percorso di crescita personale) da vivere autonomamente, ma un "lavoro" di equipe, di gruppo. La forza della Band sta appunto nel prezioso contributo di tutti coloro che ne fanno parte.
Daniela

10 marzo 2013

Seconda edizione Pentolacciorsa

È passato un anno... 
Ti ritrovi nello stesso posto con la stessa gente e con nuova gente...
Ritrovi anche il Sole di Febbraio dopo giorni freddi di neve, sole che ci fa stare fuori in giardino a giocare, ridere e urlare con bambini di tutte le età...
Preparativi, organizzazione, maschere, colori, gente diversa... Emozioni nuove ma che ricordano quanto è bello, nonostante sia passato un anno, che la Tana è di nuovo in festa, piena, stracolma di bambini desiderosi di Spaccare quella mega Pentolaccia super super resistente che come l'anno scorso di rompersi non ne voleva sapere...
Condividere questa giornata con vecchi Orsi e nuovi Orsetti... Beh una domenica Speciale, unica... Ti metti a letto, un po' stanca... ma con il Sorriso... E serena...
Perché la Band è anche questo far festa sempre con lo scopo principale Esserci, Esserci sempre...
Grazie sempre BAND che da 16 mesi fai parte di me...

Roberta F.

6 marzo 2013

La tana è una coccola


Siamo al corso, i piccoli orsi ci guardano desiderosi di andare in reparto o in tana a fare attività. Questa sera parliamo di Tana fa paura e incuriosisce, sembra importante per il grande carico di emozioni che ti fa vivere, raccontarla è difficile, far capire veramente a chi ancora non c'è stato. Arriva una mamma che la tana l'ha vissuta per tanti mesi con i suoi bimbi, con il suo compagno. Arriva una mamma e ti racconta la sua vita, la sua storia, la sua tana. La tana vista dagli occhi di un genitore: la lezione più bella. E' difficile trattenere le lacrime e non emozionarsi, vale per tutti: grandi e piccini.
Coccola
Poi arrivano i racconti dei piccoli orsi, i nuovi volontari che per la prima volta hanno vissuto la tana sulla loro pelle: "era come se ci fossi sempre stato", "non mi aveva mai visto eppure mi ha abbracciata", "ho avuto un'accoglienza splendida", "sei li, dici quello che ti viene parli di cose semplici", "finito il turno non volevo più andare via". La tana è così ti innamori fin dal primo momento ti entra nel cuore e non ti lascia più. Ripenso ai puzzle con i bimbi, al riordino con i volontari, ai caffè con i genitori e ai sorrisi regalati a chi varca quella porta.
C'è un campanello sulla porta e suona ogni volta che qualcuno entra, suona e parte in automatico il sorriso: chi entra è una sorpresa, un mondo da scoprire, un'emozione nuova da provare... e con la tana di emozioni ce ne sono a bizzeffe.
La tana è una coccola.

Vera

3 marzo 2013

Primo inserimento in tana

Tana aperta anche con la neve
Primo Inserimento in tana. Ascolti persone, storie, “chiacchiericcio” e centrifughe. Vedi peluche , incroci sguardi. Tocchi una tastiera, sposti una sedia. Annusi il caffè, in una cucina intrisa di profumo di detersivo . Ti mangi una caramella e così anche il gusto è a posto.
Ritrovo però un “sesto senso” che avevo già colto altrove. E’ una sensibilità spesso perduta , nascosta nelle pieghe della distrazione e della corsa continua della vita.
In tana la cogli perché è un luogo di sosta, un porto dove l’ospite attracca per un poco. Si ferma; se riesce per un attimo a non fissare il mare che lo aspetta.
Lo ritrovi , perché le strade degli ospiti sono “oltre e fuori dal previsto” e allora le corse quotidiane rallentano anche per te , si riequilibrano, ritrovano il posto “legittimo” nella scala delle priorità della vita.
E’ il sesto senso che coglie la semplicità e la gratuità della presenza. Lo trovi man mano che l’ospite scopre che gli orsi ci sono perché “non si fa perché si deve” ma “si sta perché si vuole”. E’ una sensibilità della persona che ritrova la vicinanza, l’accoglienza di un bisogno . Lo coglie il papà che scioglie una ruga per un momento. Lo trova il volontario che si scopre capace di esserci.
La lavatrice termina . I peluche son sempre sulle scale, li che ti guardano. Si spegne il computer , qualcuno scrive le note sul quaderno. Fuori fa freddo ma non nevica più…
Giovanni