22 dicembre 2008

La poesia di Ginevra



Alla Festa di Natale è stata letta dalla futura mamma Giorgia la poesia che la piccola Ginevra (che ancora è nel grembo di Giorgia :-) ) dedica a tutta la band!!

Eccola qua:

A voi tutti Buon Natale
da un’orsetta un po’ speciale
perché ancor non sono nata,
ma son già assai coccolata
dagli zii, che sono tanti
orsi vecchi ed importanti.
C’è zio Math, coi suoi giochini
che appassionano i bambini,
c’è zia Caccia, grande attrice,
e zia Vera, la pittrice,
c’è zia Fede, la fatina,
e zio Tullio, che cucina,
e c’è pure la zia Billy
con le stoffe e con gli spilli!
La zia Nice coi confetti,
lo zio Massy coi balletti…
zia Annalisa che fa torte,
e zia Raffa… troppo forte!
Lo zio Fabio e la zia Maggio
con un nuovo personaggio,
la zia Stringhy sorridente,
lo zio Cesare paziente,
zio Alessandro, l’organista,
nonno Dino, ch’è corista,
poi zio Andrea, gentile e buono,
ed infine, assiso in trono,
nonno Brusco con signora,
che, si sa, i bimbi li adora!
E, se alcun non ho citato,
non si senta accantonato:
è per via dell’emozione
di star qui, dentro il pancione,
con voi tutti a festeggiare
e al Natale insiem brindare.
Che il mio augurio sia frizzante
come bolle di spumante!
Sì, lo so, sono piccina,
ma già tanto “peperina”,
e per far contenta mamma
le do i calci sul diaframma!
Dite che non si può fare?
… Però lei sembra apprezzare,
perché poi mi fa i “grattini”
proprio sotto i miei piedini,
mentre il mio dolce papà
mi dà baci in quantità!
Io, con tutto questo amore,
già mi sento uno splendore
e ve ne darò le prove
proprio nel Duemilanove!
Or vi faccio tanti auguri
scoppiettanti, allegri e puri!


Ginevra (alias Dodinina, con mamma Dodina (nella foto) e papà Dodino)

19 dicembre 2008

La Cenorsa di Natale



Ieri sera la Band si è ritrovata per farsi gli auguri e stare insieme. Oltre sessanta orsi hanno cenato insieme e condiviso emozioni e dei buonissimi ravioli! La cena ha avuto svariati momenti importanti dai fantastici piatti preparati dal nostro amico chef Maurizio, alla poesia di Ginevra letta da Giorgia che ancora la porta in grembo, alle parole del Brusco presidente emozionato e felice di vederci tutti uno vicino all'altro fino all'albero di cioccolato donatoci dalla pasticceria Robbiano in occasione del Chocoparty di domenica scorsa.
Ognuno di noi avrà vissuto in modo diverso la propria cena e vorremmo che in questo spazio ognuno raccontasse la "sua" cenorsa di Natale, cogliendo piccoli o grandi particolari.
Per rompere il ghiaccio inizio io:

La mia cenorsa è un abbraccio caldo di un amico. Di un amico con cui ho la fortuna di condividere il sogno di un ospedale nuovo, in cui si continui a vivere, studiando e giocando, cantando e sorridendo, in cui la "cura" non sia solo fisica, ma sia completa in ogni ambito da quello fisico a quello culturale, da quello etico a quello mentale. Il sogno che la vita sia celebrata sempre, in ogni sua diversa forma. L'abbraccio era caldo come le parole di una piccola principessa che ancora non è venuta al mondo ma che già ci ha emozionato. Mi sono ritrovato ad avere lacrimoni grandi, a voltarmi e a vederli scendere dagli occhi del mio amico. Abbiamo stretto l'abbraccio e abbiamo guardato di fronte.
Di fronte c'era la possibilità del futuro, c'erano altri volontari che possono garantire la realizzazione di un'idea che è una lezione di vita. Di un'idea che quando la capisci la vita te la cambia per sempre.
L'abbraccio si è fatto più caldo e non c'è stato bisogno di parole per scioglierlo.
Da buoni amici, non ci siamo detti nulla.
Ma la mia cena sono anche i numerosi abbracci con amici che magari non vedevo da tempo, il piacere fisico e mentale di sentirsi e guardandosi negli occhi dire "Io ci sono". Anche se in giorni e in ore diverse noi ci siamo.
E ieri ce lo siamo detti.
Noi ci siamo.

15 dicembre 2008

Formazione - Il Week end al Teatro dell'ortica


Nuovo appuntamento intensivo per un gruppo di futuri volontari della band!
Ecco il resoconto di Federica dopo aver assistito alla due giorni presso il Teatro dell' Ortica:


"La comunicazione" e "Il non verbale" ecco il tema del seminario svolto con Anna Solaro lo scorso fine settimana. Uso la parola seminario perchè l'intenzione è stata quella di donarci dei semi da coltivare, una traccia di un percorso da scoprire.
Qualcuno direbbe, un pò scherzando: "Son successe cose che a noi umani non è permesso raccontare a parole".
Qualcun altro (niente di meno che Antonie De Saint-Exupéry) ci ha provato e ha scritto quello che segue che a me ricorda un pò quello che è successo:
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano... Se tu vuoi un amico, addomesticami!"
"Che bisogna fare?" domandò il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti" rispose la volpe. "in principio ti sederai un po' lontano da me, così, nell'erba. Io ti guarderò con la coda dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' più vicino."
[...]
"Se tu vieni per esempio tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell'ora aumenterà la mia felicità! Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore. Ci vogliono i riti"
"Che cos'è un rito?" disse il piccolo principe..." E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore. C'è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso!..."

(nella foto Giuseppe (di spalle) sostiene Giacomo in un classico e indispensabile gioco sulla fiducia)

3 dicembre 2008

Domenica scorsa: il resoconto - Come a Casa



Rappresentare e giocare. Stare in famiglia e aprirsi a nuove conoscenze. Spesso in ospedale si fa fatica a concretizzare queste semplici azioni della vita quotidiana.
Domenica è stato come un incanto. All’ora di pranzo Paolo ci presenta una favola che la settimana precedente non era riuscito a fare con Raffa, la favola prevede una piccola principessa che sconfigge draghi e avvoltoi e che risolve problemi enormi nonostante la minuta statura. Da qui ha inizio la nostra favola animata in cui tutti sono protagonisti, dai bimbi fino ai genitori. Non esistono copioni e la maggior parte della scenografia e dell’oggettistica è da immaginare. Una decina di “protagonisti” siede comoda in sala giochi. Abbattuto completamente il quarto muro tutti si ritrovano dentro la favola, dentro al gioco. E ogni bambino, genitore o nonno ha contribuito insieme a noi alla narrazione. Così se avveniva un imprevisto (l’arrivo di un nuovo ospite) tutti allargavano le braccia e battevano le mani urlando “Pausa” e ognuno di noi tornava a essere quello di tutti i giorni, un po’ come Woody Allen quando guarda dritto in camera.
E poi la trovata di mettere le sedie a metà sala giochi ci ha consentito di muoverci su due palchi. La parte giocosa era che quando si passava da un palco all’altro tutti dovevano alzarsi e girare le sedie.
Dopo un’ora e venti eravamo come una famiglia. Tutti si sentivano a casa. Domenica abbiamo sentito quella dolce sensazione che un luogo che spesso rischia di essere considerato anonimo perché di tutti, ieri era tutto nostro, dei bambini che erano con noi e delle loro mamme. Eravamo tutti insieme e ci raccontavamo, come in famiglia.Nel secondo reparto c’erano solo bimbette piccole e così abbiamo stravolto tutto quello che pensavamo di fare. Anna ha preso in mano la situazione, e grazie alla bacchetta magica segnalibro abbiamo raccontato la favola di Vera del cartonato e poi abbiamo fatto una corsa dei cavalli in cui le bimbe venivano portate dalle mamme come se fossero a cavallo. Dopo mezz’ora il panico di dover cambiare tutto si era dissolto e ci siamo ritrovati tutti seduti nelle seggiole per bambini (anche le mamme) a ridere insieme. L’infermiera è arrivata e ha detto che la cena era pronta, così poco prima di cena ce ne siamo andati da casa. Da casa di tutti noi.

(Il dipinto è "La camera" di Van Gogh)

1 dicembre 2008

I biglietti di Simona


Giovedì scorso è stato provato un esperimento che potremmo chiamare il "mischia-orso", in aula magna i gruppi del giovedì e del martedì hanno inaugurato delle mini lezioni per i futuri volontari (a turno toccherà poi a tutti i gruppi incontrare i "piccoli orsi"), mentre in casetta sotto la direzione della nostra artista Vera i piccoli orsi hanno preparato le scenografie per lo spettacolo di Natale del 21 Dicembre.(in foto alcuni risultati).
In Croce Verde (luogo storico di incontro della band) futuri volontari ed esperti si sono incontrati per conoscersi con l'aiuto di Simona.
Simona, del Teatro del Piccione, cura alcune parti della formazione dei volontari della Band e in questi giovedì si occuperà di questi incontri misti.
Alla fine del primo incontro Simona ha distribuito dei biglietti che i bandisti hanno letto.
Invito quindi i vari volontari a riportare i biglietti di Simona e a raccontare come è andato il loro primo giovedì di "mischia-orso" (in aula magna, in croce verde o in casetta).