22 aprile 2012

Ed ora che sono dentro alla band?

Ormai è un anno e qualche mese che sono dentro alla band e non me ne sono nemmeno accorto... Ripenso a come ci sia arrivato: non stavo passando un bel momento, tutto sembrava andare storto, sembrava tutto impossibile... Ed invece è arrivata la band. L' ho cercata e mi ha aperto la porta della casetta, mi ha accolto con un corso un po' astratto, ma mi ha convinto e non si è limitata solo a questo...
Ecco dove è iniziato tutto
Non è solo un paio di ore del mio tempo libero, ma qualcosa di più. E' un insieme di persone di varie età che dimenticano tutti i malumori e che ogni volta che mi incontrano sorridono, mi parlano, giocano e scherzano con me e non se la prendono se ad esempio non rispondo ad un fortissimo saluto fatto col clacson della macchina oppure ad una sbracciata nel ristorante per farsi notare dai miei occhi stanchi e assopiti nei miei pensieri.
E' un ambiente in cui ho scoperto cosa voglia dire fare gruppo sempre e comunque: non importa se non ce la faccio perché ho avuto una giornataccia a lavoro, ma un ultimo sforzo lo posso ancora fare per andare a vedere i miei compagni, perché sono certo che loro hanno piacere nel vedermi e che non me ne pentirò.
E' diventata una seconda famiglia con cui trascorrere il mio tempo libero e non importa se in reparto, se in tana o ad un evento esterno, nè tantomeno se avrò a che fare con persone che non ho avuto il piacere di conoscere, ma sono certo di potermi fidare, perché siamo parte della stessa famiglia e abbiamo tutti lo stesso obiettivo. Una famiglia in cui ho capito meglio cosa voglia dire essere delicati e il rispetto dei propri e degli altrui spazi.
Ma la band non si è limitata solo a concetti teorici: mi ha anche insegnato a fare degli animaletti con i palloncini; mi ha fatto conoscere il fascino e il piacere dell'arte degli origami. Mi ha fatto riapprezzare i libri con le figure, perché aiutano ad immaginare... e soprattutto quanto siano belli i libri per bambini; all'apparenza banali, ma che nel momento in cui te li raccontano ti attraggono e ti rapiscono.
Ed ora a distanza di un annetto che posso dire?! GRAZIE A TUTTE QUELLE PERSONE DELLA BAND che hanno creduto ad un ragazzo spaventato dall'ambiente ospedaliero e un po' spaesato perché si stava avvicinando ad un mondo molto distante da lui, fatto non di numeri, calcoli, decisioni da programmare, ma di tanti sogni uniti alla sana razionalità.

Nessun commento: