21 aprile 2013

L'energia del silenzio

A volte ci sono situazioni in cui vorresti fare di più. Ti rendi conto che sarebbe la cosa giusta da fare, ma non puoi proseguire perché non sei adatto a reggere quella situazione: rischieresti di fare solo danni. Oggi mi sono dovuto scontrare con questa realtà per ben 2 volte e la mia reazione è stata del tutto silenziosa. Forse sono apparso impassibile e distaccato, ma non sapevo proprio che fare oltre ad ascoltare.
La prima volta ho dovuto arrendermi all'evidenza che, per quanto possa essere felice e per quanto possa cercare di trasmetterlo agli altri, ci sono situazioni in cui è impossibile ridere e ogni tua parola appare superflua. Si dice che l'ascolto è prezioso, ma oggi avrei voluto per una volta essere un bambino incurante della situazione, sempre in grado di strappare un sorriso con i suoi comportamenti giocosi.
Difficile trovare la risposta a quella domanda posta davanti alla porta, ad uno sfogo dovuto ad una brutta situazione vissuta. Non avevo la forza e la prontezza per farlo: la mia risposta è stata solo tanto rispetto e silenzio di fronte ad una persona in difficoltà perché toccata nel cuore della sua vita quotidiana.

Energia travolgente
Il secondo momento invece è arrivato nel silenzio della mia stanza dove dovrei sentirmi protetto; mi sono affiorati in mente alcuni particolari della giornata appena passata. Ho rivisto lo sguardo stanco di una mamma che non si capacita di ciò che è stata quella domenica. Avrei voluto donarle il sorriso del suo piccolo, ma non sapevo che cosa fare e come ottenerlo. Non siamo scappati, ma ci siamo arresi all'evidenza: non saremmo stati in grado di fare breccia in quei volti stanchi.
Anche la mia energia si deve arrestare e calmarsi per non travolgere l'equilibrio così instabile che si crea tra un genitore il suo piccolo sofferente. Lo sto imparando piano piano attraverso un percorso di gruppo fatto di fiducia nei compagni, gli unici che sanno tirare fuori da me una grinta sopita.
Gigio

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