7 aprile 2013

Gli anni in band

Nuovi e Vecchi Orsi
Il tempo è passato senza che me ne accorgessi. Se ripenso al mio percorso in band mi stupisco di cosa effettivamente io e tutto il mio corso abbiamo fatto (con me c'erano Barbara B., Barbara Bo., Fabrizia, Monica, Alice, Federica, Erica, Silvia P., Silvia O., Anna R, Ugo, Stefania e forse mi dimentico ancora qualcuno ma non si offenda perché sono passati almeno 2 anni): abbiamo iniziato un corso molto astratto su un qualcosa che allora non esisteva, ma si stava materializzando e che adesso è una bella realtà, la tana. Mi ricordo che lo descrivevamo come un luogo accogliente e caldo dove trovare ristoro, pieno di miele perché gli orsi sono alla ricerca di questo. Posso dire adesso che quella descrizione fantasiosa è proprio ciò che la tana è diventata: è calda per il calore dei volontari, è accogliente perché offre i servizi necessari per una vita quotidiana ed è dolce perché pieno di sorrisi e piccole attenzioni verso i suoi ospiti.
Passava l'inverno e decidevo di affrontare un nuovo corso chiamato Formazione Permanente. Lì per lì non comprendevo bene cosa potesse essere, ma mi fidavo dei formatori e sapevo che, chi lo aveva deciso, riteneva giusto che i volontari lo seguissero. Alla conclusione di quei mesi mi ero accorto che conoscevo i volontari (nuovi e vecchi orsi) e ad associare loro dei volti. Incontrai per la prima volta Annalisa, Max, Paolo, Vera, Iaia, Anci, Marisa ecc... Non conoscendo il loro trascorso, intuivo che fossero lì per farsi conoscere e osservare i nuovi volontari nuvola (è questo il nome del corso astratto sulla tana).
Finiva anche questo corso e pensavo di aver fatto abbastanza, ma di fatto mi mancava ancora qualcosa... Mi mancavano le basi di lettura delle favole, mi mancava l'incontro con Anna Solaro, mi mancavano le lezioni di igiene e le regole da seguire all'interno dell'ospedale... Pensavo che fossero da trascurare, ma mi sbagliavo. Sono quei dettagli che mi hanno permesso di diventare quello che sono in reparto: i punti fermi su cui mi baso e da cui traggo forza.
Ormai il tempo è passato e nuovi volontari sono entrati; anche da loro ho imparato nuove cose: Elisa G. mi ha fatto conoscere la storia del drago timido che tanto mi assomigliava, Alessandro quella del coccodrillo Achille, Monica mi ha costretto a fare i palloncini modellabili, Claudio a gestire stanze numerose... Posso continuare a lungo con la lista di nomi, ma non esagero se dico che ogni volontario mi ha insegnato qualcosa e quando dico ognuno intendo ognuno (dal nuovissimo al più esperto).
Mentre rileggo queste lunghe righe, ripenso a quale forza mi spinse a tanto: da ottobre a maggio sempre in aula magna, in quell'ospedale, che al colloquio conoscitivo, dissi di incutermi un po' di paura... Forse il mio carattere, ma ne dubito fortemente; penso piuttosto che sia stato il gruppo: quei volti esperti che mi apparivano così inarrivabili e lontani ma che erano lì ad ogni mio passo, la forte fiducia nei formatori e l'affiatamento che si andava a costruire ogni volta con i vari compagni di avventura.
Anche se ormai sono passati gli anni e di quel corso ho delle vaghe memorie, ricordo con certezza che quei formatori sono ancora lì ad accogliere i nuovi con lo stesso entusiasmo, dedizione e pazienza con cui accolsero me e tutto il gruppo fino a quando non diventammo autonomi.
Devo a loro tutti i complimenti dei genitori e colleghi e devo a tutta la band il sorriso che mi accompagna ogni volta che mi metto a sua disposizione, rispettando ciò che l'associazione ha costruito sulla base delle esperienze dei suoi volontari storici e di regole di comportamento in un ambiente a forte impatto emotivo.
Gigio

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