26 dicembre 2012

La Band e quel senso di poter fare

Mi guardo indietro, in questo lungo anno di Band.
Guardo indietro e trovo 12 mesi pieni di Band.
Pieni di turni in Tana, di sere in reparto, di giornate agli eventi esterni, di organizzazione seduta alla scrivania, di telefonate.
12 mesi pieni di sorrisi, di lacrime, di gioia, di tristezza, di tenerezza, di affetto, di amicizia, di incomprensioni, di profonda comprensione.
Mi volto e non riesco molto a ricordare come potessi stare senza Band.
Senza quel qualcosa in più che la Band dona.
La mia vita da volontaria è vissuta, è un fiume in piena che ha cambiato per sempre una parte di me.
In questo 2012 pieno di Band, ho imparato a non aver paura di esprimere me stessa, ho imparato a tenere testa ai sogni, ho imparato a versare qualche lacrima trovando spunti dalla sofferenza, trovando un aggancio per ripartire.
La Band mi ha insegnato a credere fermamente, a pensare che davvero tutto sia possibile.
Credendo a ciò, ho visto la realizzazione di molte cose impossibili: ciò che pareva utopistico, con la forza di molti si è trasformato in desideri realizzati, sogni da sognare e compiuti.
A volte è difficile. A volte è doloroso. A volte è incredibile.
Più spesso è unicamente indescrivibile.
Ora so solo che difficilmente vedrei la mia vita senza questi colori, che difficilmente trascorrerei le giornate con questa spinta a fare, ad agire, a realizzare.

La  Band è così: ti insegna il senso di poter fare.
E quando fai tuo questo pensiero, non ti vuoi fermare.

Elisa P.

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