3 marzo 2013

Primo inserimento in tana

Tana aperta anche con la neve
Primo Inserimento in tana. Ascolti persone, storie, “chiacchiericcio” e centrifughe. Vedi peluche , incroci sguardi. Tocchi una tastiera, sposti una sedia. Annusi il caffè, in una cucina intrisa di profumo di detersivo . Ti mangi una caramella e così anche il gusto è a posto.
Ritrovo però un “sesto senso” che avevo già colto altrove. E’ una sensibilità spesso perduta , nascosta nelle pieghe della distrazione e della corsa continua della vita.
In tana la cogli perché è un luogo di sosta, un porto dove l’ospite attracca per un poco. Si ferma; se riesce per un attimo a non fissare il mare che lo aspetta.
Lo ritrovi , perché le strade degli ospiti sono “oltre e fuori dal previsto” e allora le corse quotidiane rallentano anche per te , si riequilibrano, ritrovano il posto “legittimo” nella scala delle priorità della vita.
E’ il sesto senso che coglie la semplicità e la gratuità della presenza. Lo trovi man mano che l’ospite scopre che gli orsi ci sono perché “non si fa perché si deve” ma “si sta perché si vuole”. E’ una sensibilità della persona che ritrova la vicinanza, l’accoglienza di un bisogno . Lo coglie il papà che scioglie una ruga per un momento. Lo trova il volontario che si scopre capace di esserci.
La lavatrice termina . I peluche son sempre sulle scale, li che ti guardano. Si spegne il computer , qualcuno scrive le note sul quaderno. Fuori fa freddo ma non nevica più…
Giovanni  

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