7 novembre 2012

La sicurezza dell' arrivederci

Esistono diversi modi di salutare: c'è il saluto amichevole per aver trascorso insieme del tempo magari davanti ad un caffè, c'è quello familiare, rassicurante e caloroso, c'è quello estremamente formale e rispettoso dei ruoli, ma c'è anche quello che suona come un addio, ma che in realtà è solo un arrivederci a presto. E' proprio quest'ultimo quello che ti rimane più impresso e di cui mi piacerebbe parlare, perché è completamente inaspettato.
Per lavoro dovrò allontanarmi un po' dalla mia quotidianità: la sveglia suonerà in una stanza di albergo, il letto  non sarà quello che mi ha cullato per anni, il cuscino non sarà morbido come il mio, la caffettiera sarà diversa se non assente, i volti che incontrerò saranno nuovi, le strade saranno diverse... Le mie abitudini saranno diverse: non ci sarà la corsa in ospedale, non ci sarà la mia scrivania con il mio telefono, non ci sarà il saluto "lunedisiaco" dei compagni di reparto...
Per un po' non ci saranno le prove del musical, per un po' non ci saranno le assemblee settimanali della Band, non ci saranno quei saluti calorosi che mi hanno coccolato fino ad ora, le uscite del week end... E' la distanza che toglierà queste certezze per un po'... Distanza che cercherò di colmare con le email, con qualche post su facebook se mi sarà possibile, con qualche videoconferenza via Skype, ma pur sempre lontananza sarà...
Sembra un discorso di addio... Ma in fondo ho la certezza che è solo un arrivederci...
Come per ogni distacco non si sa mai cosa ci aspetta nel futuro e quindi ti coglie un po' di nostalgia... Il mio impegno è quello di cercare di ritornare al più presto alla mia normalità, di riprendere quella quotidianità che mi ha condotto dove sono ora; cercherò con tutte le mie forze di affrettare il ritorno, perché in fondo è quello di cui ho bisogno, ma, ahimè, non dipenderà esclusivamente dalla mia volontà.
Ora, con le dovute cautele, immagino in parte cosa voglia dire staccarsi da un luogo caro anche solo per pochissimo tempo; capisco cosa voglia dire rinunciare alle proprie abitudini e preparare la valigia cercando di portarsi con sè più oggetti personali possibili... Non importa il peso della valigia: ogni oggetto racchiude parte della tua quotidianità che ti rassicura, che ti tranquillizza anche nei momenti più stancanti.
Forse è per questo che la lumaca anche se con molta fatica e lentezza si trascina sempre sulla schiena la sua casa?
Gigio

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