30 dicembre 2015

Il 25 dicembre

Buon Natale dalla Band
Ogni Natale è diverso dai precedenti; ogni volta un qualcosa di diverso si nasconde sotto l'albero...
A volte la novità si nasconde dentro ad un regalo, fasciato ed infiocchettato, ricevuto da una persona che ti ha pensato anche solo per un istante...
A volte invece è nascosta dietro ad uno squillo, magari che interrompe la tua frenesia festiva, che quasi saresti tentato di non rispondere... Oppure in un messaggio di auguri ricevuto su whatsapp, quello che quando leggi dici essere banale e già letto, ma che in realtà nasconde una volontà di esserti vicino almeno con un pensiero, seppur scontato...
A volte invece rimani sorpreso dalle luminarie...
Quelle luminarie che illuminano le strade di tutto il mondo indipendentemente dalle loro latitudini (certo al Polo Nord non mi aspetto che ci siano, ma sarebbe carino immaginarlo!) e che trasportano per strada un po' del clima natalizio che si respira in quasi ogni casa...
E' evidente che il Natale non raggiunge proprio tutte le case; almeno ci prova a bussare a tutte le porte sin dal 24 sera e spetta ai proprietari decidere se farlo entrare o meno. Non sempre l'aria di festa è gradita perché ci sono circostanze in cui anche una canzoncina può risultare fuori luogo perché riporta alla mente situazioni complicate, non positive... Ma tranquilli che non voglio parlare di questo ma del tentativo di portare l'aria di festa anche lì dove si pensa se ne respiri poca.
E' venerdì sera, "Uno come tanti!" - dice chi è abituato ad andare a fare animazione in reparto ogni venerdì e non si stupisce nemmeno troppo delle grandi adesioni (è innegabile che il venerdì sia un giorno in cui i volontari sono molto presenti), ma non saprei dire se fossero proprio questi i numeri che si attendevano!
Sarà stato che quel venerdì non era uno qualsiasi, ma proprio il 25 Dicembre! Si il giorno che è stato ideato e pensato proprio per festeggiare tutti i bambini e quando dico tutti mi riferisco proprio a tutti!!!
Sono stati ben 30 i volontari vestiti in tema natalizio che sono entrati in ospedale per distribuire sorrisi, momenti di svago e gli immancabili regali natalizi a tutti i bambini presenti. Volontari arrivati da ogni giorno che hanno deciso di raddoppiare la loro presenza settimanale pur di essere presenti in quel giorno speciale...
E non dimentichiamo anche che al mattino altri volontari hanno tenuto aperta la tana dell'orso per coccolare anche coloro che ormai bambini non lo sono più da tempo, che hanno indossato gli abiti da genitori e che sognano di esaudire ogni desiderio dei proprio figli.
Voi che leggerete questo breve racconto probabilmente non capirete il motivo per cui è stato pubblicato: vi sembrerà ovvio, ma per me che scrivo no.
Non ho mai visto un affluenza così grande organizzata spontaneamente dai volontari se non per occasioni in cui c'era da festeggiare qualcosa di noi. La tana di suo aveva iniziato prima a tenere aperto anche durante le festività e chi andava in reparto cercava di non dimenticarsi di fare la sua normale attività di animazione... Ma mai ho visto un gruppo così presente proprio il giorno di Natale.
Questa è stata la più grande novità del Natale 2015!
E' con questo messaggio che vi auguro:
BUONE FESTE!
Gigio

27 dicembre 2015

Rifugiandoci nell'arte

Platea Sala Maggior Consiglio - Rifugiandoci nell'arte
La Band ringrazia. E con la Band ringraziano i bambini e le loro famiglie, perché era per loro che la Sala del Maggior Consiglio del Ducale il 12 dicembre si è riempito di amici che volevano partecipare, e sono diventati un tutt’uno con coloro che avevano organizzato e reso possibile quel grande momento. RIFUGIANDOCI NELL’ARTE è stata una grande occasione per far festa, per godere della musica e delle immagini e dei colori dei pittori, ma soprattutto per stare insieme: chi si è impegnato, chi ha lavorato e dato tanto e chi rispondeva all’invito a correre per la Band degli Orsi e per tutti i suoi bambini. Un incontro che non ha dimenticato chi non c’era, perché comunque presente.
La festa è iniziata con lo spettacolo offerto da un presepe di cioccolata degli artisti cioccolatieri Gianfranco Rosso e Antonio le Rose, modellato nella Loggia dei Mercanti, ospiti del Lyons San Giovanni, benedetto in San Lorenzo da padre Cesare e poi asceso al Palazzo dei Dogi per essere posizionato dai "Lucani a Genova" fra il "trenino di frontiera" di Emanuele Luzzati e le sculture di Gigi degli Abbati, premiate al festival Andersen di Sestri Levante. I bambini del coro "Maria Ausiliatrice", accompagnati da brave pianiste hanno saputo infiammare ed emozionare tutto il salone del Gran Consiglio, stracolmo di persone entusiaste, meritando ampiamente il bicchiere di cioccolata calda dispensato dal magico Cubo Pomati della Band.

I tre presentatori hanno affrontato con grinta e bravura il compito di gestire tanti protagonisti e momenti diversi. Come il progetto TEA FOR TWO, che è stato presentato a sorpresa dalla magistrale esecuzione al piano (generosamente fornito da Stefano Storti ) di Guido Bottaro, con gli inserimenti vocali di Carmen, Rossella, Primerose e Domiziana ed il melodico violino di Marco Mascia. Sono state così presentate le prime sei tazze della band, che hanno reso possibile il lancio del concorso internazionale "UNA TAZZA PER LA BAND".

Tutti occupati i 400 posti a sedere del Gran Consiglio e tantissimi amici della band in piedi ed in difficoltà per entrare nel grande Salone e vedere li primi due orsi in ceramica della band eseguiti da Romy Barrile e contrattempo non ha potuto tenere a battesimo il suo primo orso, mentre Vincent Maillard, che attendono molte altre riproduzioni dai molti altri artisti che partecipano al concorso internazionale "UNA ORSO PER LA BAND".

Raimondo Sirotti è stato accolto dall'ovazione dei presenti, ammaliati dai suoi colori, terapeutici per gli occhi e per il cuore. Gli allievi dell'Accademia hanno eseguito opere ispirate a "Rifugiandoci nell'arte", e Urbano d'Agostini, che ha tenuto la scena da sapiente uomo di mondo e di pennello: i suoi paesaggi accompagneranno la Band nei primi passi dell'asta web, accanto alla ricca collezione donata alla Band dal generosissimo mecenate dal quale è giunto l’invito a lavorare, subito, per il lancio immediato di 100 ARTISTI PER UN SORRISO.
Ancora musica, e che musica: Desirée Rancatore era attesa dai melomani genovesi in una sua anteprima di Bohème ed ha interpretando tre brani per la Band, per festeggiare le sue attività ed i suoi progetti.
Valentine Sion ha ripreso fra le mani il suo orso, quello che ha donato alla band: e c’era un pezzo di cuore della Band, nelle sue parole. Pierluigi Pollio, infine, ha donato alla band ulteriore entusiasmo per continuare insieme nella raccolta fondi che porterà ad ulteriori, sorprendenti realizzazioni.
Quanto ha già costruito, la Band: mattone su mattone, idee, discussioni, appassionati tentativi e cose fatte, concluse ma non finite, perché tutto continua, tutto respira e cresce, perché ci sono persone che sono con noi da sempre, e molti hanno da tempo deciso di camminare al nostro fianco. Per ognuno un ruolo, un compito, un modo diverso di intervenire e prendersi cura insieme dei “nostri” bambini e delle loro famiglie.
Brusco

23 dicembre 2015

Da oggi è Natale

Ormai da molti anni con il progetto "Uncinetto in ospedale" durante l'attività di reparto del mercoledì pomeriggio insieme a mamme e bambini prepariamo le decorazioni per gli alberi di Natale.
Fare l'albero di Natale nella propria casa è magia... 
Farlo in Ospedale è favola!!!
Ad addobbare gli alberi prendono parte tutti... Proprio tutti perchè non bisogna mai dimenticare che anche se ammalati i bambini conservano la loro essenza e vitalità!
Arrivano correndo... Qualcuno con le ciabattine in mano per non perdere tempo a calzarle... 
Qualcuno accompagnato...
Ma ci sono proprio tutti ed inizia la festa!
Portano le decorazioni fatte durante le scorse settimane o aiutano a mettere quelle preparate... Qualcuno si limita a fare il direttore lavori dando le indicazioni su dove sistemarle...
Qualcuno osserva stupito in braccio alla propria mamma...
Gaslini Band Band
Albero di Natale al Gaslini
Ed è così che questo albero fortunato è accarezzato 
da molte mani... piccole... piccolissime di tanti bambini! 
da mani forti e delicate di tante mamme.... 
mani incerte e spaventate di una mamma appena arrivata.... 
mani sicure e stanche di una mamma che ormai è una veterana
Generalmente gli alberi sono sempre più ricchi di addobbi in alto....
I nostri hanno le decorazioni ad altezza bambino...
Gli alberi in ospedale non possono avere luci....
I nostri brillano...
Mi incanto per un attimo ad ascoltare le risate, a vedere i bambini rotolarsi nel Natale ed avere la certezza che ora che c'è l'albero Babbo Natale passerà anche qui, perchè da oggi anche qui è un pò meno ospedale e un pò più casa.
Che abbiano inizio le feste...
...da oggi è Natale
Maura

20 dicembre 2015

La band per me...

Band degli Orsi
Questa volta mi rivolgo a tutti coloro che hanno avuto a che fare con la band degli orsi sia come parte attiva sia come spettatori non paganti. A tutti voi propongo un gioco semplice: attraverso tutta la fantasia che ognuno di voi possiede chiedo di provare a descrivere o disegnare ciò che la band rappresenta o ha rappresentato per voi.
Inizierò io a darvi una mia personale immagine che secondo me potrebbe spiegare ciò che la band è per me...

Per me la band è proprio come l'acqua.
Ne possiede l'impeto travolgente in grado di trasportare i sedimenti verso il mare, cullandoli dolcemente fino ad incontrare la grandezza del mare dove possono trovare finalmente la meta finale del loro viaggio. Ogni orso, in qualsiasi contesto si trovi, prova a trasportare le persone verso il "proprio mare" dove possa trovare un po' di pace e relax.
E' limpida e cristallina. Ogni volontario è spinto solamente dalla sua volontà di essere utile a proprio modo per chi in un determinato momento della sua vita è in difficoltà. Nessuno di noi è convinto di poter fare i miracoli ma nonostante questo si rende disponibile prestando il proprio tempo libero al servizio di chi ne ha più bisogno.
E' avvolgente. Si avvicina lentamente e silenziosamente cercando di creare un ambiente ospitale senza però invadere gli spazi. Un po' come fanno le onde che ogni volta provano ad avvicinarsi alla spiaggia rubandogli ogni volta qualche millimetro. E' un po' il gioco delle parti: nessuno di noi vuole superare il limite della privacy.
E' costantemente e dolcemente rumorosa. Un po' come molte persone ritengono che il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli siano rilassanti, anche io penso che l'attività vivace e spontanea di ogni orso sia rilassante.
Non so se ho reso bene quello che per me la band rappresenta, ma nel caso vi lancio questa sfida.
Gigio

16 dicembre 2015

Un punto di incontro

Sono in ferie e questa sensazione di libertà l'avverto abbastanza ed in più sono felice perché tra qualche giorno partirò per 4 giorni. Insomma non poso proprio lamentarmi e il mio umore sta decisamente bene. Ma cosa centra questo con la band degli orsi? In effetti la domanda è pertinente e la risposta è senza ombra di dubbio "non centra nulla". Mi serviva solo per dare l'idea del mio stato d'animo quando ho iniziato il turno in tana.
Ho deciso di dedicare 3 orette del mio tempo libero per condividere questa mia sensazione con altri volontari e aiutare a dare un pochino il cambio a chi questo lo fa ogni settimana per diverse ore e quasi tutto l'anno.
Tornando al fulcro del discorso, questo turno in pausa pranzo verrà ricordato con piacere da me perché ho fatto la conoscenza con una volontaria che non avevo mai incontrato prima e che, come me, dedica il suo tempo libero per tenere aperta la tana in pausa pranzo. Non ricordo se ci siamo detti da quanto tempo siamo volontari ma, a differenza sua, io di lei sapevo solo il nome (lo dico con dispiacere ma è veramente difficile conoscersi tutti perché siamo tanti e tutti impegnati in diverse attività che non sempre si incontrano), mentre lei aveva ben chiaro quale fosse la mia collocazione.
Qualche domanda di routine e il silenzio della tana si rompe: ci raccontiamo qualche esperienza di turni in tana e qualche piccola riflessione su determinate situazioni affrontate...
La porta si apre ed entra una mamma, in punta di piedi che subito ci osserva e ci chiede se può entrare a cucinare; è un pochino intimidita perché non ci conosce ancora bene, ma io sfortunatamente si... Dico sfortunatamente perché l'ho incontrata al Gaslini e mi ricordo anche suo figlio! Ma questa è un'altra storia e non sarò io il narratore.
Si dirige in cucina sapendo già dove trovare gli utensili che le servono: è indice che a lei quel luogo è quasi familiare. Mentre cucina scambiamo 2 chiacchiere giusto per conoscersi un po' meglio e ci racconta un'antica storia orientale sui legami speciali tra uomo e donna. E' la storia di un uomo che sta cercando moglie per mettere su famiglia. Il destino ha in servo per lui una futura sposa che però è ancora una bambina; questa certezza è data dal fatto che i loro mignoli sono legati da un lungo ed invisibile filo rosso (solo il vecchio monaco a cui l'uomo si rivolge per un consiglio poteva vederlo) ma l'uomo non ha la pazienza di attendere e così ordina di ucciderla. Il piano dell'uomo fallì e, come il vecchio gli predisse, anzi diventarono marito e moglie perché il loro destino era proprio quello (leggete la storia completa del filo rosso del destino).
INAUGURAZIONE DEL SECONDO APPARTAMENTO
Punto di incontro: inaugurazione rifugio 2
Dopo il racconto fu inevitabile il confronto tra le due donne ed ovviamente potete immaginare cosa si dissero. Io rimasi in un angolo a fischiettare come se nulla fosse: mi conveniva così visto che il racconto non metteva proprio in buona luce l'uomo. A buon intenditore poche parole!
La mamma finisce di cucinare e se ne ritorna al Gaslini, lasciando me e la volontaria da soli a discutere di argomenti semplici e quotidiani come il taglio dei capelli! Niente di filosofico o esistenziale ma un banale confronto tra due persone che si erano appena incontrate.
Ecco a cosa serve la tana: non sempre deve essere una valvola di sfogo dei genitori, ma un punto di incontro tra percorsi di vita differenti o ancora più banalmente un luogo dove 2 volontari si conoscono per la prima volta.
Gigio

13 dicembre 2015

Il desiderio che più desiderio non si può!

Un regalo speciale
Questo racconto non renderà giustizia alla delicatezza e alla dolcezza che 3 splendide bambine hanno esibito lunedì sera all'interno del Gaslini. Ignoro i loro nomi e sinceramente non serve saperlo perché il loro gesto molto spontaneo è comune a tanti altri bimbi che ho incontrato nei vari reparti.
Ognuno ringrazia come si sente: chi mi sorride felice, chi salta di gioia, chi segue con attenzione la favola o sta al gioco senza però dirmi grazie anche se i suoi genitori lo pregano di farlo (a volte succede anche questo), chi invece arrabbiato per la cattiva giornata mi dice seccamente no, ma, non perché non abbia piacere a sentirci, ma perché in quel momento lui non ne ha bisogno mentre altri magari si...
Ognuno di questi gesti è una forma di ringraziamento! E poi accade quello che è successo ieri...
Incomprensibili come i gesti detti prima!

Siamo un pochino in ritardo: sono ormai le 20.40 e ci dirigiamo verso l'uscita un po' frettolosamente, ma 3 bambine urlano ai miei compagni di reparto di fermarsi...
Pensavo che sarebbe stato difficile andarsene non perché volessimo scappare via velocemente, ma semplicemente perché gli accordi col Gaslini sono quelli di abbandonare i reparti alle 20.30 così che possa esserci il giusto tempo per andare a dormire e ristabilire il giusto clima...
Il mio "timore" era che ci chiedessero di fermarci ancora... Nulla di tutto questo, anzi molto di più: volevano salutare i loro compagni di gioco che poco prima erano entrati in silenzio nella loro stanzetta.
Due bambine ci tendono i palmi delle loro mani mostrandoci due fiori di carta, uno rosso e l'altro rosa, che appoggiano delicatamente rispettivamente sulla mano di Luca (è uno dei volontari che era passato nella sua stanzetta) e sulla mia mano (io loro non le ho conosciute perché sono andato in altre stanzette). Ci spiegano il motivo di quel regalo e nella semplicità delle loro parole ho sentito proprio il piacere della nostra visita!
Per darvi un'idea concreta di quella mia emozione vi descriverò una scenetta.
Immaginatevi quando eravate bambini e dedicavate del tempo a scrivere una lunga lista di regali che Babbo Natale avrebbe dovuto portarvi. Immaginate quando la dettavate o scrivevate di vostro pugno (non bastano 5 minuti per completarla).
Immaginate adesso che questa lettera è chiusa e custodita dalle vostre persone di fiducia...
Passano i giorni e voi aumentate la vostra fiducia in quelle persone e siete convinti che quei regali arriveranno tutti... Anche il più assurdo e irrealizzabile di tutti!
E' il 25 dicembre e nell'ultimo regalo, quello incartato peggio e più piccolo di tutti magicamente si cela proprio lui: il signore di tutti i desideri!
Ecco quella è la sensazione che ho provato.
Gigio

9 dicembre 2015

Questioni di sguardi

CHOCONCORSO 11 MAGGIO 2014
La sicurezza di divertirsi lo si legge anche da questi sguardi
Sta per cominciare il nuovo corso di formazione e la domanda che mi pongo più di frequente è:
"Come descriverei la band e i reparti?"
Ho riflettuto a lungo e ho pensato che potesse bastare una parola: sguardi.
Sì, sguardi, perché la band e soprattutto i reparti sono una questione di sguardi.
Ogni momento importante vissuto in band lo ricordo grazie a uno sguardo.
Come potrei dimenticarmi di S., "cucciolotta" di poco più di due anni, che quasi 4 anni fa mi ha conquistato con uno sguardo?! Ci aspettava nella sua stanzetta, era in isolamento, non poteva entrare nessuno a giocare con lei e anche le infermiere ce lo vietarono... "Non si può entrare..." ci dissero.
E' in corridoio che incontrammo il nonno: sguardo stanco, triste, impaurito, ma...
Appena ci vede, i suoi occhi si trasformano, diventano speranzosi, determinati a voler regalare cinque minuti di normalità alla nipotina. La mia compagna ed io ci guardammo e...
Fu un semplice sguardo!

Bastò quello per capire cosa volessimo fare e con il permesso delle infermiere trovammo la soluzione!
Non entrammo in stanza, non si poteva, rimanemmo sulla soglia e cominciammo a leggere una favola.
Inizia la magia incorniciata di sguardi, sorrisi, facce buffe e poche parole.
Noi quella sera avevamo vinto, avevamo raccolto due sguardi colorati (nonno e nipote), i bacini volanti della bambina (quelli che si mandano a distanza utilizzando le mani) e noi che esprimevamo il nostro grazie silenzioso per quella testimonianza di vita e amore che solo un nonno e una cucciola potevano regalarci...
Potrei raccontare altri cento di questi sguardi; ne ho incontrati tanti nei miei anni in band:

Tristi e arrabbiati, allegri e entusiasti, sguardi colmi di speranza e gratitudine...

Ognuno di questi era carico di forza, coraggio e grande dignità...
Ho visto quelli dei miei compagni da stanchi a entusiasti, a volte commossi ma sempre coraggiosi, determinati, desiderosi di esserci e carichi di sogni.
Sono questi sguardi che mi conquistano ogni venerdì e ogni volta che sono in band...
Sono questi sguardi che cambiano la mia visione sul mondo, perché vanno dritti al cuore senza bisogno di tante parole.
"Non si vede bene che con il cuore..L'essenziale è invisibile agli occhi"
Orsetta Fede

24 maggio 2015

Mamma quanto sei bella!

"Mamma quanto sei bella" è un evento di cui ne sono venuta a conoscenza tramite una mail della Band, effettivamente un po' poco per capire di cosa si trattasse, così ho chiesto qualche delucidazione sempre via mail.
Sicuramente per i troppi eventi e persone da mettere in contatto tra loro, la risposta tardava ad arrivare, così con l'aiuto di mia figlia, già in Band da 2 anni e Facebook (che non ho, ma che di controvoglia avrò) sono riuscita ad avere nominativo e cellulare della referente Maura 

L'incontro telefonico mi è servito per decidere di fare da mammataxi per le mamme che stanno accanto ai loro bambini in ospedale.
Giornata calda estiva, mamme meravigliose, ho iniziato il mio primo viaggio verso la parrucchiera Crazy Hair a Nervi, con tanto di chiacchiere, silenzi e risate di mamme che venivano da Catania, Milano, piuttosto che da Caserta, ma anche da Genova, sì perchè anche le mamme di Genova possono essere sole... C'è chi mi ha chiesto di poter prelevare da un bancomat, chi di comprare le
sigarette, chi di fermarmi un attimo per fare una foto al monumento di cui stavo spiegando a chi era stato dedicato, il monumento a Quarto da dove sono partiti i Garibaldini.

L'emozione più forte che ho avuto è però quando sono entrata dalla parrucchiera a prendere le mie prime due mamme da riportare al Gaslini... Erano ancora sedute sulle poltrone davanti allo specchio, una parlava e sfogliava una rivista ridendo, l'altra riceveva gli ultimi ritocchi ai capelli... Le ho viste bellissime e in un attimo ho avuto un nodo in gola e le lacrime agli occhi per la loro di felicità!

Questa emozione me l'aveva già spiegata giorni prima Maura con tanto entusiasmo, ma se non si va su strada e non si tocca con mano, non si capisce che esiste davvero , che è grandissima e che sei tu, cioè in questo caso io, che ricevi un regalo grande per la festa della mamma.

Grazie e arrivederci al prossimo anno.
Danila

6 maggio 2015

Delicatezza

Un orso delicato
Questa mattina ho in mente la parola delicatezza, ma non so bene il perché...
Questo termine lo associo come una caratteristica richiesta ad un orso.
Cercando su internet una definizione per questo termine ho trovato le seguenti:
1 Qualità di ciò che non urta, non offende i sensi ma al contrario li blandisce, inducendo sensazioni gradevoli SIN finezza, morbidezza: d. di una stoffa
Come la maggior parte delle persone immaginano, ogni orso entra in contatto con una realtà non proprio idilliaca (sappiamo che se un bambino è in ospedale non è lì certamente perché lo ha scelto); spesso ci sono situazioni così delicate in cui l'irruenza seppur giocosa non aiuta. Certamente noi orsi non ne siamo a conoscenza e nemmeno lo vorremmo sapere però attraverso alcuni atteggiamenti dei genitori o dei bambini stessi dobbiamo delicatamente introdurci nella loro realtà e rispettare la loro situazione. Tutto ciò è possibile solamente utilizzando un po' di delicatezza!

2 Qualità di chi usa discrezione e tatto cercando di non offendere, di non essere inopportuno SIN sensibilità, garbo: aiuto offerto con molta d.
Anche questa seconda definizione è molto coerente con l'attività che andiamo a fare. Spesso ci è richiesto di agire in situazioni particolari non per le situazione clinica, ma per il vissuto di queste persone. Ad esempio mi è capitato personalmente di dover rimanere sul ciglio della porta di una stanzetta perché al suo interno c'era una mamma che stava allattando ed è entrata la mia compagna di reparto da sola per dare modo che la mamma si potesse coprire e quindi decidere se fosse il caso che anche io entrassi.
Un' altra situazione in cui mi sono imbattuto e che mi ha richiesto delicatezza è stato l'incontro con una famiglia musulmana: la mamma per formazione religiosa non si faceva vedere da me da sola e quando in tana salivo al piano di sopra per aiutare il marito col computer si metteva in un angolo del soppalco in modo che non la vedessi. Ci ho messo un pochino a comprendere questo atteggiamento, ma con delicatezza ho accettato la situazione senza alcun problema.
3 Fragilità
Questa è la definizione più complicata: dietro ad ogni orso c'è sempre una parte fragile, sensibile che si cerca di difendere per tutela del volontario.

Ecco perché anche se la delicatezza non è proprio una caratteristiche maschile sto cercando di acquisirla e apprenderla.

Gigio

15 marzo 2015

Quante persone speciali ci sono!

Mi rendo conto che ultimamente conosco sempre persone molto affascinanti, che hanno molto da raccontare. Alcune di esse sono persone comuni che potrei incontrare per strada, incrociare lo sguardo e passarci accanto senza nemmeno farci troppo caso! Non è colpa loro ma mia che sono abituato a correre a destra e a sinistra per non avere l'impressione di aver perso tempo...
Queste persone le sto conoscendo quando ho deciso di cambiare rotta, di provare a cambiare prospettiva decidendo di fare del volontariato il mio motto. Attenzione non intendo cambiare il mondo e nemmeno lo penso tuttora, ma semplicemente mi limito ad utilizzare in modo intelligente il mio tempo, per imparare ad apprezzare sempre più lo spazio circostante. Così sembro un poeta, un monaco o addirittura un asceta, ma anche io come tutte le persone che vorrei descrivere in queste righe sono normale, cammino a testa bassa e non intendo attirare su di me l'attenzione... Insomma uno come tanti altri!
L'esperienza del volontariato mi accompagna da ormai 5 anni e ha segnato in me un cambiamento, proprio quello che volevo. Ho seguito degli incontri conoscitivi (sono stati 3 per cui nulla di impegnativo) al CELIVO dove mi hanno istruito sul significato di volontario, presentato alcune associazioni e quindi inserito in una che mirava a valorizzare attraverso l'arte (nel loro caso sculture di cartapesta da portare in giro a Carnevale) ragazzi con handicap intellettivi. Da questi ragazzi ho imparato cosa voglia dire fare gruppo!
Evento Teatrolandia per lo spettacolo Peter Pan / 24-25-26 ottobre 2014
Poi ho conosciuto la band... Un altro mondo, un'altra realtà, forse pesante, ma sicuramente altrettanto valida. In questa associazione ho conosciuto gli orsi: persone positivamente particolari, sognatori, lettori di favole che a volte non finiscono bene, a tratti malinconici, ma sempre sorridenti e colorati.
Il mio ingresso non è stato semplice: troppo distanti da me, da me così inquadrato, timido! Piano piano ho imparato a fermarmi più tempo con loro, a rallentare i ritmi, a scambiare parole per capire chi fossero e se veramente era questo il luogo più adatto a me e un passo alla volta non mi sono più allontanato.
Con loro poi ho superato la paura comune di non essere in grado, adatto. Non ho ancora una risposta certa, ma ho capito che i bambini e i loro genitori sono persone speciali che vorrebbero rimanere anonimi, un po' come me, ma che per loro sfortuna sono passati dall'ospedale e dalla malattia, un'esperienza che li ha segnati. Anche e soprattutto loro sono persone speciali che nascondono dietro la caparbietà e ai sorrisi una dolcezza ed una forza di volontà indescrivibile. I miei sono riferimenti precisi e non puramente casuali, ma che non voglio svelare pubblicamente proprio per non mettere loro ancora di più al centro dell'attenzione!

Gigio

11 marzo 2015

Giorni intensi

Quello che vi racconto è una mia diretta esperienza vissuta in 2 luoghi diversi tra loro ma sempre collegati alla band. Si tratta di 2 episodi accaduti a distanza di 3 giorni che però rappresentano bene la realtà con cui tutti gli orsi band sono a diretto contatto.
Partiamo dal primo episodio capitato in tana. Come ormai credo tutti saprete questo è un luogo in cui i genitori possano ritrovare quella quotidianità spezzata dal ricovero in ospedale e che probabilmente gli manca già. Si tratta di attività molto semplici per una persona ma che per loro a volte costituiscono dei grossi problemi. E' questo il caso che vorrei descrivervi. Una famiglia è ormai prossima a tornare a casa: è finito il ricovero e non resta altro che raccogliere i propri oggetti personali e racchiuderli nella valigia e sperare che lì non rientreranno più se non per viaggi di puro divertimento. Tutti iniziamo a fare la valigia partendo dagli abiti ed è proprio questo il punto cruciale di questa piccola vicenda. I vestiti che inseriamo sono tutti puliti e profumati e deve essere un diritto di tutti, anche per quelle persone in difficoltà.
INAUGURAZIONE DEL SECONDO APPARTAMENTO
Orsi in tana
Questa famiglia viene a scoprire della possibilità di fare il bucato presso la tana e così si rivolgono a noi. Ovviamente accontentiamo la richiesta e lo facciamo non per i suoi ringraziamenti ma semplicemente perché questa la nostra mission, il motivo per cui ci siamo sempre impegnati a raccogliere fondi in giro per le varie piazze. E poi volete mettere la soddisfazione di quando queste persone escono felici come se avessi regalato un gioiello prezioso? Impagabile ed indescrivibile!
Per delle famiglie che se ne vanno purtroppo ce ne sono altre che devono rimanere in ospedale e farsi forza per loro e tutte le persone che le circondano. Questa è la storia di una mamma ed una bambina speciali che nonostante non stiano passando per nulla un bel momento mantengono intatto il loro sorriso, hanno ancora la forza di ribellarsi a quello che non va bene a loro. Per la prima volta mi sono sentito in difficoltà di fronte a questa situazione perché non sapevo che tasti toccare, non sapevo dove e come muovermi... Non erano loro il problema ma io... Mi sentivo che ogni parola fosse fuori luogo e che quel pc con la visione di un cartone animato fosse l'unica soluzione possibile ai loro problemi.
Essere orso vuol dire anche questo... Passare da una soddisfazione totale ad un momento di difficoltà.
E' per quello che non siamo mai da soli: cerchiamo sempre di evitare che le emozioni positive o negative non ci sovrastino!
Sono stati giorni intensi ma passeranno.

Gigio

8 marzo 2015

Il carnevale ad Arquata

la ciurma di Peter Pan al completo
Le righe che seguono vogliono essere una spiegazione di quello che in band chiamiamo evento esterno perché spesso non è chiarissimo. In particolare sarà la descrizione di un Carnevale alquanto particolare. Destinazione: Arquata Scrivia.
La giornata ha inizio molto presto e questo non rappresenta sempre un bell'inizio ma si sa che con un po' di caffè e una buona compagnia si può fare questo sforzo! Appuntamento alle 9.30 dalla casetta in via Tabarca, Genova Sturla, per recuperare gli oggetti da portare con noi: il banchetto della band recuperato, palloncini recuperati, truccabimbi preso, gli abiti necessari per travestirci pure! Ci mancano solo i premi per i vincitori e ci siamo. Raggiunto il box e scelti i giochi che più si adattavano alla premiazione ci si dirige ad Arquata!
La partenza da Genova è per le 10.30 e l'arrivo ad Arquata è previsto per le 11.30. La piazzetta che nel pomeriggio si animerà è ancora vuota e si intravvede un grande palco e lo stand gastronomico ancora però chiuso. Ci armiamo di pazienza e tanta fantasia e tiriamo su il banchetto plastificato che costituisce la nostra "base operativa". Lo adorniamo con palloncini di ogni colore e forma e iniziamo a modellare i primi palloncini che fungeranno da scorta per il pomeriggio. Poi prepariamo la postazione del truccabimbi e in un attimo è l'ora di pranzo...
E' questo secondo me il momento migliore perché tra un bicchierino di vino e la pasta al ragù (ho azzardato a fare il bis e con grandissima fatica sono riuscito a terminarlo) ci si conosce un po' meglio, si scambiano opinioni e soprattutto tante risate di gusto di quelle che non guastano mai!
Sono quasi le 2 ed è ora di prepararsi: il Carnevale ha come tema i grandi libri e noi abbiamo deciso di portare quello che forse ci rappresenta meglio: Peter Pan! Colorati e sorridenti ci mischiamo tra la gente a consegnare palloncini, a giocare con i bambini e a truccare qualche viso con farfalle, fiori! Verso le 4 del pomeriggio arriva il momento della premiazione e i carri carnevaleschi che prima avevano sfilato per la città si sottopongono all'insindacabile giudizio della giuria.
In ben che non si dica un gruppetto sorridente di orsi ballerini si schiera davanti alla giuria ad intrattenere i piccini con sfrenate danze ingannando l'attesa! Con la premiazione la giornata è arrivata al termine ed è il momento di raccogliere le nostre cose, fare la conta delle donazioni e struccarci.
Quando pensavamo di essere arrivati alla fine della giornata ha inizio una nuova sfida: il karaoke fra macchine! Proprio divertente sentire gli altri orsi intonare (nel mi caso stonare!) le canzoni in macchina e condividerle su whatsapp! E' stata la giusta chiusura di una bellissima giornata.
Una volta arrivato a casa, evidentemente stanco, ero felicissimo di esserci stato perché ho conosciuto meglio i nuovi ingressi (quelli che ogni tanto mi viene da chiamare orsetti), ho potuto ammirare la loro carica positiva che spero non perdano mai!
Inoltre si sono divertiti così tanto che è stato uno spettacolo solo starli a vedere!
Non mi resta altro che dirvi:- "Bravi! Continuate così! Alla prossima!"

Gigio

4 marzo 2015

Quando si apre quella porta...

2
La nostra tana
La tana è un piccolo porto in cui approdano diverse persone, ognuna con il suo carattere, la sua storia. Ogni volta che quella porta vetrata si apre, non si sa mai chi sta per varcare la soglia: entrano volontari di passaggio che portano i loro saluti prima di andare in reparto o di ritorno da qualche evento o semplicemente perché sono nei paraggi; entrano genitori sorridenti perché il loro soggiorno sta terminando e/o il loro percorso sta volgendo al termine, entrano soci e sostenitori che vengono per festeggiare qualche ricorrenza particolare insieme a noi.
Una cosa è certa: la persona che esce dalla tana ha lasciato qualcosa di sé di molto particolare ed è proprio di questo che scriverò. Voglio parlare di una persona che senza che se ne accorgesse ha lasciato il suo segno. Non ha fatto nulla di eclatante ma semplicemente mostrato un garbo e una gentilezza che non assoceresti mai ad una persona che sta facendo di tutto per raddrizzare la vita della sua famiglia con ogni mezzo a disposizione.

Ci siamo incrociati 2 volte: la prima molto superficiale dove per me è stato difficile inquadrare la persona che avevo davanti. La prima impressione è che fosse una persona come tante altre... La seconda invece mi ha proprio colpito! Sarà che ho più tempo da dedicargli, sarà che sono più riposato, sta di fatto che qualcosa è scattato. E' proprio adesso che scrivo mi rendo ancora più conto di quanto le apprenze ingannino!
Mi parla con gentilezza chiedendomi di ripristinare un programma che utilizza per sentire i suoi parenti lontani. L'operazione non è complicatissima ma ha richiesto un pochino di tempo, proprio quello per preparare un veloce pranzo (in realtà è entrato per quello chiedendo un misero panino e una volontaria di turno con me gli ha proposto un piatto di pasta).
Tendenzialmente nessun volontario mangia la pasta della tana: quella è per le famiglie che ne hanno veramente bisogno. Questa volta ho dovuto trasgredire la regola perché sarebbe stato molto brutto lasciare quella persona da sola a pranzare. Si vedeva che voleva scambiare 2 parole, più che altro penso per gratitudine. A tavola la conversazione scorre velocemente. Ci conosciamo un po' parlando di lavoro, della sua città natale... Con le parole è incredibile come si possa tornare indietro di mezzo secolo in luoghi distanti migliaia di chilometri...
Il turno è complicato: arrivano mille richieste, persone che vogliono vedere le bomboniere, genitori che lasciano il rifugio perché se stanno tornando a casa ed altri che invece vogliono trovare delle sistemazioni provvisorie... E lui silenzioso al piano di sopra che non chiede nulla di nulla! Vede che non è il momento per reclamare attenzione.
Quando finalmente arriva un po' di calma possiamo ricominciare là dove ci eravamo interrotti.
Prendiamo insieme un caffè e mi racconta ancora un po' della sua vita e quando lo fa mi si stringe il cuore... Una vita complicata, ma nonostante questo non si abbatte e continua ad andare avanti!
Non voglio scendere più nel dettaglio, perché non è questo il luogo e non è nemmeno corretto nei suoi confronti (quella è la sua vita vita privata e come tale va custodita e difesa).
Ho deciso di parlare di questa persona perché ha reso un pomeriggio molto speciale! E' per persone come lui che è nata la tana e quando varcano la porta non potete capire quanto siamo felici di essere lì in quel momento!
Non so che cosa dire oltre che augurargli di raggiungere gli obiettivi prefissi e che tutto vada al suo posto!

Gigio

1 marzo 2015

Finalmente ho ritrovato la mia Band

Piccoli orsi crescono
Sono passati ormai quasi quattro anni da quando ho messo piede in aula magna, al Gaslini. Sembra trascorso un secolo, una quantità infinita di tempo sospeso, fuori dalla vita comune, che pur sembrando moltissimo è stato vissuto in un soffio.
Il mio tempo trascorso in Band è stato sempre vissuto con un'intensità e una passione che raramente si trova in ciò che facciamo quotidianamente; è tempo differente, speciale, unico e mai scontato.
Quest'anno ho deciso di ritrovare la Band di cui mi sono innamorata quattro anni fa seguendo nuovamente il corso di formazione base dei nuovi aspiranti volontari: mesi intensi di lezioni, firme, appelli, gestione, organizzazione, sorrisi, commozione e ancora sorrisi.
Sapevo che sarebbe accaduto qualcosa, sapevo che i nuovi orsi mi avrebbero donato ciò che da tempo non ritrovavo in me e in Band.
Loro non lo sanno ancora, ma mi hanno fatto un regalo speciale, anzi, più di uno: hanno risvegliato in me la motivazione della partenza, quella che ti porta ad iniziare con slancio ed emozione una nuova avventura; hanno spazzato via le incomprensioni, le discussioni e i non detti portandomi una ventata di aria fresca, una brezza leggera ad accarezzarmi il viso; mi hanno fatta ridere, giocare, emozionare; mi hanno commossa, con la loro voglia di mettersi in gioco, con la purezza di chi ha la convinzione di star facendo la cosa giusta.
Grazie a loro, ho ritrovato quella Band che mi ha fatto innamorare quattro anni fa.
Grazie a loro, sono di nuovo al posto giusto e nel momento giusto.
Quindi grazie a voi, nuovi futuri volontari, per il vostro entusiasmo, la vostra semplicità e la vostra capacità di esprimermi "ci voglio essere anch'io!".
Siete speciali e spero con tutto il cuore che la Band non vi deluda mai, che in essa riusciate sempre a trovare la vostra dimensione, il vostro modo di uscire dalla realtà e di far parte di questo grande e immenso sogno. 
Vi auguro di portare con voi la voglia di fare che state esibendo con orgoglio in questi ultimi giorni di corso, di portare con voi il ricordo di un sorriso, di un gesto, di una parola.
Prendete tutto come l'inizio di una bella storia d'amore, che richiederà impegno, costanza ma anche tanta leggerezza e allegria.
Grazie ragazzi, grazie perché con voi la mia Band è di nuovo parte di me.

Elisa P.

25 febbraio 2015

500 bagnata 500 fortunata!

La nuova arrivata in Casa band
Oggi, 21 febbraio 2015, sarà un grande giorno: avverrà il battesimo di una bellissima macchina donata dal Club Fiat 500 Italia! 

L' appuntamento è fissato alle 11 in Piazzale Kennedy con un gruppo di volontari e un gruppo di soci di delegazione del Club 500 Italia. Qualche saluto formale e stretta di mano informale e si parte... Destinazione: Gaslini e per la precisione il piazzale davanti al padiglione 16. 
L'orario previsto di arrivo è piena mattinata (alle ore 11.30 circa) e il percorso è di quelli suggestivi seppur non molto lunghi... Una sfilata in corso Italia con in testa al "corteo" la nostra 500 è doverosa vista la storia che questa auto ha nelle sue ruote!

Dopo la sua esibizione al Gaslini è arrivato il momento di festeggiare! Quale luogo più indicato della tana?
Ovviamente nessuno! I nostri volontari con la maglietta colorata hanno preparato un breve rinfresco mattiniero per accogliere al meglio il presidente del club, Domenico Romano, e il donatore dell'auto, Giuliano Barsotti. Come avrete saputo abbiamo ormai inaugurato la nuova struttura, Tana degli Orsetti, e quale migliore occasione di questa per mostrarla anche a loro che da moltissimi anni ci aiutano a rendere più divertente il giorno della Befana?!
Forse non tutti sanno che la collaborazione tra noi e il club delle 500 è storico e da anni a questa parte i loro soci, accompagnati dagli orsi della band, entrano nei vari reparti del Gaslini donando sorrisi, portando befane (signore che si prestano a travestirsi) e personaggi graditissimi ai bimbi (ad esempio Minnie, renne, minions, ecc...).

Per quanto riguardo il nostro nuovo veicolo, la 500 Giardiniera, ha vissuto trasportando bombole del gas per poi risposarsi qualche mese al museo multimediale 500 "Dante Giocosa" di Garlenda. Il suo proprietario ha deciso adesso di donarla a noi così che possiamo sfoggiarla in qualche evento e farla di nuovo "rinascere".

Tornando invece a me, è stata una grande emozione salire per la prima volta in una bellissima 500 storica indossando la maglia della Band e sono sicura che questa macchina continuerà ancora a mangiare tanto asfalto!!!
Erika  

22 febbraio 2015

Quando meno te lo aspetti

INCASTRILLO
Guarda un po' chi c'è?
Busso alla porta una volta, due... Poi varco appena la soglia perché aperta, ma nulla... Luce accesa ma vuoto assoluto... Penso siano al bagno così ribusso con più veemenza per farmi sentire ma silenzio totale... Non c'è nessuno!
Ci dirigiamo nella stanza successiva, ma nulla... Il piccolino sta dormendo per cui non entriamo neppure e scambiamo due parole col papà e via.... Non ci rimane più nessuno per cui ci accingiamo verso l'uscita, ma dalla stanza vuota sporge una bambina! "E' proprio te che stavamo cercando!" le diciamo ma ci guarda titubante...
Tiriamo fuori le nostre armi segrete: una principessina di pezza tutta rosa molto graziosa anche se un po' spettinata; senza nemmeno troppe presentazioni qualche timido sorriso sboccia... Le risate sono assicurate quando presenta l'elefante di pezza come suo primo fidanzato e come secondo un ranocchio... Il ghiaccio è ormai rotto e io e la mia compagna di avventura abbiamo conquistato la sua fiducia!
Sorride sempre, partecipa attivamente con noi al nostro nascondino (il libro che usiamo spesso in presenza di bambini) e quando trova qualcosa che riconosce tra le pagine esordisce dicendo:- "Uhm... C'è qualcosa che conosco!!!"... Non posso esimermi dallo scappare quando trova il ferocissimo gatto arancione... Anche se sembro un uomo in realtà ho in testa delle orecchie da topo e pertanto tremo ogni volta che sento quella parola!!!
Purtroppo le parole non spiegheranno mai a sufficienza quanta soddisfazione abbiamo avuto non appena siamo usciti da quella stanza! Quelle risate di gusto così potenti sarebbero state in grado di cancellare ogni dispiacere avuto durante la giornata!
E sapete cosa c'è ancora? Tutto questo è successo quando meno ce lo aspettavamo tutti!
I genitori e la bambina si stavano rassegnando ad una serata in ospedale e noi a tornare un po' giù di corda perché non eravamo riusciti a coinvolgere molti bambini nei nostri giochi per via della tenerissima età o per la malattia che li indeboliva.
E' proprio vero che le sorprese spesso portano allegria!

Gigio

18 febbraio 2015

Il valore aggiunto

Ed eccoci sul palco
Un invito partito molto tempo prima, ma al momento giusto. Quando si ha bisogno di ricaricare le energie e si ha più tempo a disposizione per fare ciò che davvero si ama e fa star bene. Si riattivano i cuori, i cervelli, i muscoli. Le maestre sono all'opera: ci si prepara a mettere in scena il trailer danzante del favoloso Musical della Band!
Un giro di mail, un incontro organizzativo e ci siamo....13 splendide fanciulle e il loro fedele cavaliere sono pronti a mettersi in gioco ancora!
Le prove non sono tante ma sono divertentissime... 
C'è chi ha già provato, chi non ha mai ballato, chi si vergogna, chi salta, chi ci crede fino in fondo. C'è una stanzetta fredda che solo ballando ci darà il calore giusto. E ci siamo noi, con i nostri sorrisi e la voglia di divertirci come non mai.
Ed ecco a poco a poco prende forma il balletto: ci vuole sincronia tra noi, complicità, sguardi di intesa e armonia. Ci vuole amore. Ci vuole energia.
E poi ti ritrovi in una favola, anzi, in tante favole!!! C'è Crudelia con i suoi desideri, Jasmine sempre impeccabile, il Candelabro luccicante, Peter Pan frizzante, il piccolo grande Genio, i pirati, i pinguini....
Ma quello che di più importante c'è, è l'emozione e la voglia di dare il massimo.

Quattro minuti di Musical da mettere in scena prima di uno spettacolo teatrale (Dress Comedy 13 febbraio 2015 presso il Teatro Modena) non son una cosa impossibile. Ma il valore aggiunto lo si ha ripensando a chi ha messo tanta dedizione a montare le coreografie, a chi ha pensato ai costumi nei minimi dettagli, a chi ci ha supportato fin dietro le quinte e a chi è venuto a vederci per dirci "siamo con voi". Il valore aggiunto, si ha quando ci si emoziona per esser stati cosi bene e per aver contribuito a fare la felicità di qualcun altro. Quando il nostro compagno, senza avergli chiesto nulla, ci dà la carica giusta che ci serve. Quando sul palco uno sguardo ti fa ripensare a tante risate e non puoi trattenerti dal ridere ancora.
Il valore aggiunto siamo noi che, con i nostri sogni, continuiamo a metterci in gioco!

Marta R.

15 febbraio 2015

Buona navigazione!

Sta per terminare il corso di formazione per aspiranti volontari della Band degli Orsi ed eccomi qui a tirare le somme di questa avventura che ogni anno si ripete, non posso negare che ancora una volta mi ha dato tanto: l'entusiasmo contagioso di chi si affaccia a questa nuova esperienza senza pregiudizi con la fame di chi non vede l'ora di assaporare il piatto. 
Sento emozioni che si mescolano nell'aria: curiosità paura, smania di fare, di dare, di essere Band. Il sogno di una maglietta colorata è lì all'orizzonte: un traguardo ormai così vicino quasi a sfiorarlo. 
Ripenso a quegli occhi che ti guardano attenti, alle orecchie rizzate ad ascoltare il racconto della Band e sento su di me la responsabilitá: mi sento come il cassetto custode del sogno. 

A voi orsetti vorrei consegnare una Band da vivere ma anche e nutrire e coltivare: sogno con voi una Band migliore in crescita e non solo numerica, sogno il vostro entusiasmo contagioso che ricarica grandi Orsi; mi auguro che il rispetto, l'ascolto e la condivisione che avete assaporato in questi mesi possa donare a chi già vive quest'esperienza da anni nuovi stimoli e un momento per riflettere sul punto in cui siamo e dove vogliamo andare ...a volte è così facile perdere la rotta o farsi trasportare dalla corrente. 

Vi abbiamo dato nozioni sulla navigazione, assieme abbiamo costruito barca e remi per navigare in questo mare, troverete accanto a voi compagni di viaggio nuovi che vi aiuteranno con la loro esperienza ma la rotta del vostro viaggio, quella, sarete voi a tracciarla.

"Fate che il vostro spirito avventuroso vi porti sempre ad andare avanti per scoprire il mondo che vi circonda con le sue stranezze e le sue meraviglie. Scoprirlo significherà, per voi, amarlo."
[Kahlil Gibran]

Vera

11 febbraio 2015

Tana degli orsetti

Orsi in giro per cercare fondi
E adesso sono qui nel buio della mia stanza che ascolto la musica che mi piace, quella che mi ricorda tutto ciò di buono che mi circonda! Non sono triste o stanco ma semplicemente ho bisogno di un momento in cui il sogno si trasforma in realtà e proprio per questo deve essere ricordato!
Mi sto riferendo all'inaugurazione della tana degli orsetti!
Mi sarebbe piaciuto essere presente ma le circostanze non me lo hanno permesso!
Non importa però che ci fossi per capire quanto grande fosse questo traguardo, ma mi basta leggere i commenti entusiasti degli orsi per capire che mi sono perso qualcosa di importante... Molto importante! Non bastano le parole o le immagini.per descrivere ciò che si prova, per ricompensare tutte le energie spese dagli orsi per ottenere i fondi necessari.
Non so bene come si sia svolta l'inaugurazione anche se qualche indizio ce l'ho (gli orsi hanno postato su facebook delle frasi, degli spezzoni di articoli, delle foto, ecc...).
Adesso proverò a fare un esercizio di immaginazione provando a descrivere come sia andata la festa!
Sono le 17 circa, i preparativi fremono e l'agitazione si sente. Tutto deve essere pronto fra un'ora e nulla deve andare storto! E' da tanto che aspettiamo questo e proprio ora che ci siamo tutto deve andare nel verso giusto! Gli orsi si radunano in tana, si salutano e sorridono senza accorgersi che il tempo scorre inesorabilmente!
Sono ormai le 18 e tutto è pronto: un breve discorso del presidente per ringraziare tutti della presenza e tutti a guardare quel nastro rosso che blocca l'ingresso, fino a quando il presidente non effettua il tanto atteso taglio... Nel momento in cui le due estremità si adagiano a terra, tutti i presenti trattengono a stento il loro entusiasmo chi immaginando solamente cosa potrà divenire quello spazio, chi cancellando le fatiche fatte in giro qua e là per presenziare agli eventi esterni per raccogliere i fondi, chi ricordando quante carte abbia dovuto firmare e quante riunioni abbia dovuto sostenere prima di arrivare là dove si trova adesso!
Non importa perché tutto è ormai finito e passato... Non bisogna rubare spazio all'entusiasmo e alla gioia, non è questo il momento! Ora non resta che guardarsi in faccia, stringersi le mani, farsi i complimenti ed apprezzare quello che si ha davanti: la realizzazione di un altro sogno!
Purtroppo la mia descrizione sarà molto sommaria e probabilmente un po' diversa dalla reale ma sono certo che le emozioni che ho scritto sono quelle che albergavano in ogni orso presente! Per tutti è un sogno che si realizza!
Non mi resta altro che gioire e ad accodarmi a tutto l'entusiasmo descritto.

Volevo dedicare una frase a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto:
I sogni si avverano:
se non esistesse questa possibilità
la natura non ci spingerebbe a sognare.
John Updike
Gigio

8 febbraio 2015

Guerriero

Quando ho sentito questa canzone alla radio per la prima volta il pensiero è volato alla forma di amore più forte che avevo in quel momento e automaticamente sono tornato di buon umore!
Questa canzone la vorrei dedicare a tutte quelle persone che sono dei guerrieri sia consapevolmente sia inconsciamente per mettere anche loro di buon umore.
Presenti o futuri genitori questa è una dedica tutta per voi indipendentemente da dove e come ci siamo incontrati!

Il Musical della Band
Il nostro guerriero
Guerriero, Marco Mengoni

E levo questa spada
Alta verso il cielo
Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Solo sulla cima
tenderò i predoni
Arriveranno in molti
E solcheranno i mari
Oltre queste mura troverò la gioia
O forse la mia fine comunque sarà gloria

E non lotterò mai per un compenso
Lotto per amore, lotterò per questo

Io sono un guerriero
veglio quando è notte
Ti Difenderò da incubi E tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre

Ti darò certezze contro le paure
Per vedere il mondo oltre quelle alture
Non temere nulla io sarò al tuo fianco
Con il mantello asciugherò il tuo pianto

E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai

E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai

Non temere il drago
Fermerò il suo fuoco
Niente può colpirti dietro questo scudo
Lotterò con forza contro tutto il male
E quando cadrò tu non disperare
Per te io mi rialzerò

Io sono un guerriero e troverò le forze
Lungo il tuo cammino
Sarò al tuo fianco mentre
Ti darò riparo contro le tempeste
E ti terrò per mano per scaldarti sempre

Attraverseremo insieme questo regno
E attenderò con te la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, Da Occidente a Oriente
Io sarò con te e sarò il tuo guerriero

E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai

E amore il mio grande amore che mi credi
Vinceremo contro tutti e resteremo in piedi
E resterò al tuo fianco fino a che vorrai
Ti difenderò da tutto, non temere mai

Ci saranno luci accese di speranze
E ti abbraccerò per darti forza sempre

Giurò sarò roccia contro il fuoco e il gelo
Veglio su di te, io sono il tuo guerriero

Dall'album Parole in circolo,  2014

Clicca qui per vedere il video di "Guerriero"

Gigio

4 febbraio 2015

Che inizio settimana!

E' stata una settimana impegnativa all'insegna della band dove si è discusso, insegnato e ballato...
Tre attività che di loro non hanno molto in comune ma che sono riuscito a fare grazie alla band...
Iniziamo a spiegare meglio cosa si intende!
Come orso sono direttamente coinvolto nella formazione, creazione ed accoglienza dei nuovi volontari e se quest'anno sono rimasto dietro le fila ho l'obbligo e l'interesse a seguire le riunioni di formazione. Di mio ci metto la passata esperienza (ho seguito solo l'anno scorso la formazione) e tutta la mia volontà ad ascoltare per comprendere come questa venisse fatta negli anni passati (il mio percorso è stato alternativo ma devo ammettere che è stato vincente).
Orso sempre sorridente
Insegnato... In realtà non sono stato proprio parte attiva nell'insegnamento ma la mia presenza seppur dietro le linee era necessario. Mi occupavo di gestire la proiezione dei contenuti della lezione su di un proiettore. Tutti penseranno che è un ruolo da poco... Vero però in band non si deve dare nulla per scontato (lo ha ripetuto a più riprese Fede, orsa tutor di una parte dei nuovi volontari) e mai come adesso me ne sto rendendo conto. In fondo ognuno nel suo piccolo porta qualcosa che è in grado di fare al meglio delle sue possibilità e proprio quando tutti collaborano che si riesce a mostrare qualcosa di veramente completo e funzionale.
Il mercoledì potevo starmene fermo? Assolutamente no! Quando è nato il progetto musical ho dato la mia disponibilità a seguirlo e, una volta coinvolto, per rispetto di chi si impegna tanto affinché i balli siano chiari e per il rispetto di chi è presente alle prove devo essere presente! Per fortuna il dovere in realtà un piacere perché mentre si prova si ride molto, si scherza insieme e le due ore di prova volano via in un soffio!
In fondo per me la band è proprio questo: impegno, costanza, rispetto degli impegni presi e tanto divertimento insieme ai miei compagni di avventura!

Gigio

1 febbraio 2015

Un ovetto domenicale

E' domenica e ho risposto ad una richiesta di copertura del turno in pausa pranzo. Mi piace andare alla domenica soprattutto in pausa pranzo perché mi aiuta a sfruttare bene le potenzialità della giornata.
Tendenzialmente la dedico alle partite di calcio: guardo i risultati alla tv sperando che la mia squadra del cuore vinca senza farmi soffrire troppo e poi attedo che arrivino le 18 per vedere le azioni salienti della domenica.
Quando invece c'è una bella giornata provo ad uscire e a prendere un po' di aria e godermi il sole: qualce volta mantengo questo proposito qualche volta invece mi lascio vincere dall pigrizia e mi dedico solamente alle partite in tv.
Ecco che a volte mi concedo il lusso di passare il tempo in tana. Lo faccio volentieri perché sono certo che lì incontrerò un orso come me che ha altrettanto piacere ad essere lì e a passare un paio di ore in mia compagnia: fino ad ora è stato così e non mi sono mai pentito di questa scelta.
Anche questa domenica è andata così: ho scelto il mio pranzo, ho preso l'auto e sono coso in via Redipuglia.
Quella domenica tutto sommato sembra tranquilla fino a quando a varcare la porta è un papà che mi fa sempre molto piacere rivedere: è una persona positiva e si vede che viene a trovarci proprio con piacere! E' una soddisfazione vederlo sorridere e salutarci stringendoci la mano. Con lui si parla del più e del meno e il tempo vola in un attimo. Arrivano i nuovi ingressi e si illustra un po' la tana e i suoi servizi. In un attimo la tana è piena di persone gioiose.
Quella domenica però la ricorderò per un altra situazione; una mamma ha assolutamente bisogno di un ovetto per trasportare a casa il suo bimbo: il suo ricovero è finito e la voglia di correre via è tanta. I volontari di turno si impegnano tanto a trovare una soluzione (quando sono arrivato io di turno c'erano già 4 volontari che seguivano il problema). Le serve assolutamente una carrozzina che però al momento non disponiamo. Per fortuna nei nostri box ci sono degli ovetti nuovi che non usiamo e che forse è il caso di regalare in situazioni come questa: una chiamata per capire se fosse lecito farlo e via.
La mamma è proprio felice e non sa come ringraziarci: si vede la sua spontaneità e gratitudine! Nonostante avesse le mani piene trovò un modo per stringerci la mano e col sorriso stampato in volto ci ringraziò in ogni modo. Non riesco a descrivere la soddisfazione che abiamo avuto noi volontari a vedere quesa mamma uscire e stringere forte quel dono!

28 gennaio 2015

Il moderno piccolo principe...

Cari lettori oggi ho voglia di raccontare una storia tutta particolare a tratti così surreale da non sembrare nemmeno una favola! Chissà che non possa piacere anche a voi?!
Ci tengo a sottolineare che i riferimenti non sono per nulla casuali ma ben selezionati e realmente accaduti... Non nel mondo reale per fortuna, ma in uno fantasioso in cui tutto è possibile...
C'era una volta un piccolo principe, non quello che siete abituati ad immaginare; per intenderci non quello che aspetta l' amica volpe narrato dNel libro di Antoine de Saint-Exupéry.
No! Niente di tutto questo! Ma nemmeno lontanamente vicino...
E' una semplice persona dalla voce abbastanza forte e dalla folta chioma argentata... Sapete lui crede di assomigliare tantissimo a Brad Pitt e ci crede così tanto che lo urla ai quattro venti. Lo grida non alle mamme dalle quali, forse, avrebbe un po' di compassione, ma alle ragazzine che lo guardano scoppiando a ridere non trovando nemmeno minimamente una somiglianza!
Inoltre è così strano che non si aggira normalmente per le strade della città, ma all'interno di un'ospedale pediatrico! Non è mai da solo: spesso è accompagnato da ragazze con in testa strani cerchietti fiorati che vanno in giro chiamandosi aiuola o ancora peggio con degli strani cappelli ma così improponibili che nemmeno il più ardito stilista azzarderebbe tanto!
Le ragazze che lo accompagnano ogni volta nelle sue avventure non sono troppe perché se no rischierebbero di oscurare la sua forte presenza e "reale" bellezza!
Un'arma molto pericolosa
Va in giro per le stanzette mostrando baldanzoso la sua corona! Ma poteva averne una normale?! Ovviamente no! La sua innanzitutto è rossa, ma non di oro bensì di panno!!! E ciò non basta: ha 3 splendide pietre preziose a forma di... Uova fritte!!!
Certo che è proprio strano questo principe! Invece che andare a liberare principesse o sconfiggere draghi pericolosissimi, si vanta di saper fare benissimo gli inchini e di essersi fidanzato con una splendida principessina graziosissima, sorridente, bionda e molto ma molto silenziosa... Ci credo che non parla, non ne è in grado: è di pezza!!!
Ora penserete: "Se la sua corona è di panno, la principessa è di pezza, chissà come sarà il suo famoso inchino! Per non parlare del suo castello?! Chissà come sarà?".
Giusto per rispondervi. L'inchino è uno strano mix di posizioni yoga d'avanguardia e esercizi di puro equilibrismo tanto che i genitori e i bambini rimangono allibiti: non capiscono proprio come gli possa passare per la testa una cosa del genere!
Per non parlare di quando descrive il suo castello: è tutto rosa protetto da un laghetto pieno di pesci rossi talmente belli che i nemici si fermano ad ammirarli!
Mi rendo che è una storia buffa ma ve lo avevo preannunciato! C'è di più; questa storia non ha un finale: là dove finisce ricomincia... Si proprio come una storia infinita!
Sapete che vi dico? Giustifico le sue stranezze solo pensando che il principino è felice così perché con tutte le sue stranezze spera di aver sconfitto il più brutto dei nemici: la NOIA!
Per cui se vi capita di incontrarlo ridete liberamente di lui perché se lo fate di gusto avete contribuito a compiere la sua missione.
Gigio

25 gennaio 2015

Il gioco della fiducia

Un giorno anche loro voleranno in alto
E' passata ormai una settimana da quando mi sono messo in gioco con i nuovi aspiranti volontari: sentivo proprio la necessità di respirare un po' del loro travolgente entusiasmo come se le mie pile fossero scariche. "Le poche ore di sonno mi saranno di ostacolo durante la giornata", pensavo, ma invece non è stato così... I caffè hanno sicuramente aiutato, ma il più è stato fatto dalla ventina di persone che sono state con me tutto il giorno mentre i due professionisti ci illustravano gli esercizi di improvvisazione teatrale.
E' sempre difficile capire come una ventina di persone possa interagire insieme senza darsi addosso e senza rubarsi gli spazi, ma devo dire che con i giusti accorgimenti questo accade. Una risposta me la sono data: è la fiducia il miglior collante per le persone, la base su cui andare a costruire tutto. Io sono andato alla lezione sapendo che lì avrei trovato e creato la fiducia sottoforma di gioco ed è stato proprio così.
La mia fiducia in primis è stata risposta nell'insegnante, è lei che è riuscita a raccoglierla e indirizzarla nel giusto modo: ha fatto in modo che tutti recepissero prima il mio nome, poi la mia vitaità (nella mattina in realtà era un po' alterata dai 2 caffè presi, ma fa lo stesso!!) ed infine la mia personalità. Non so che persona vi stiate immaginando... Forse un monaco buddhista o chissà quale maestro yoga o psicologo plurilaureato ed invece si tratta di un'attrice ed insegnante di improvvisazione teatrale. "Strano!!!" starete pensando, ma vi assicuro che attraverso i giochi questo può accadere.
L'improvvisazione è il giusto modo per interagire perché richiede un grande sforzo da parte di tutti: è necessario entrare in sintonia, capire gli spazi, ascoltarequello che dice il tuo interlocutore e attaccarti a lui creando nuove dinamiche e situazioni sempre diverse. Quale strumento migliore per allenare la fiducia nel gruppo?
Il gioco sulla fiducia è difficile da fare soprattutto tra sconosciuti: è sempre particolare decidere di chiudere gli occhi e lasciare totalmente il controllo agli altri, fidarsi così tanto farsi portare in giro per una stanza insieme ad altre persone solo ed esclusivamente usando la voce. Ma cosa c'è di meglio che fidarsi di un futuro orso come te?

Gigio

21 gennaio 2015

Come si conquista l'affetto?

Evento a Molassana di venerdì 5 settembre 2014
La band degli Orsi

E' il turno di provare a descrivere qualcosa che mi ha colpito nel profondo: è la testimonianza di una persona che ha passato dei momenti molto difficili qui a Genova e che adesso con tuta la serenità lo ha esposto.
Non la ho conosciuta di persona, o forse è meglio che dica che non ho voluto conoscerla. Non per cattiveria, sia chiaro, ma semplicemente perché ritenevo e ritengo ancora adesso che le mie spalle non siano abbastanza larghe e robuste da sopportare alcuni pesi: non dico che voglio essere spensierato come un bambino o un sognatore come da adolescente o forte e temprato come una persona adulta... Voglio essere semplicemente me stesso!
Sembra facile e scontato da dire, ma vi assicuro che per me non lo è per nulla.
Il vero me stesso bandista, o almeno quello che credo di essere, è una persona che batte i piedi per fare rumore e attirare l'attenzione di un bambino, oppure quello che utilizza delle voci bizzarre per interpretare i personaggi di alcune favole o inventa storie alquanto ridicoli su strane somiglianze con divi bellissimi di Hollywood o di strani fidanzamenti con principesse marionette incontrate nei negozi di giocattoli... Sono cosciente che il luogo dove "agisco" è un posto dove è presente la malattia ed in alcuni reparti è molto forte questa sensazione (almeno immagino che sia così perché per quanto vi ho detto non credo di avere la forza per affrontare ancora queste situazini) ma quello che mi colpisce, soprattutto alla lunga, è la gioia del vedere che con un ciuffo ballerino trattenuto a stento da un cerchietto con delle renne natalizie sono riuscito a strappare un accenno di sorriso ad bambinone (dico bambinone perché aveva 1 anno e mezzo ma dalla statura così imponente che sembrava avesse almeno 3 anni)... Insomma credo e spero di essere un tipo molto bizzarro, simpatico e colorato.
Per mantenere questo mio modo di essere, certe realtà non le voglio conoscere ed è per questo motivo che ho scritto che non ho voluto conoscere questa persona. Mi dispiace non averlo fatto perché ho capito cosa mi sono perso (le parole di questa persona sono di una gratitudine incredibile che è impossibile rimanerne estraneo), ma sono estremamente felice nel sapere che la sua vita e quella della sua famiglia stanno ritornando sui giusti binari perché sono notizie che ti aprono il cuore, che ti fanno sempre tornare a sognare.
Non voglio prendermi meriti che on ho, ma dare il giusto spazio a quei volontari della band che hanno avuto la fortuna ma soprattutto la forza di aprirsi a lei (forse la forza è un termine sbagliato perché quello che deve essere chiaro è che i genitori che si interfacciano con noi in modo così pesante, ma si concedono un po' alla volta, un sassolino alla volta fino a quando capiscono di potersi fidare e che la persona con cui parlano è in grado di ascoltarli): è grazie a loro che il legame con questa famiglia si è rafforzato ed è sempre grazie a questi volontari che sono fiero di fare parte di questa associazione.
Gigio