4 marzo 2015

Quando si apre quella porta...

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La nostra tana
La tana è un piccolo porto in cui approdano diverse persone, ognuna con il suo carattere, la sua storia. Ogni volta che quella porta vetrata si apre, non si sa mai chi sta per varcare la soglia: entrano volontari di passaggio che portano i loro saluti prima di andare in reparto o di ritorno da qualche evento o semplicemente perché sono nei paraggi; entrano genitori sorridenti perché il loro soggiorno sta terminando e/o il loro percorso sta volgendo al termine, entrano soci e sostenitori che vengono per festeggiare qualche ricorrenza particolare insieme a noi.
Una cosa è certa: la persona che esce dalla tana ha lasciato qualcosa di sé di molto particolare ed è proprio di questo che scriverò. Voglio parlare di una persona che senza che se ne accorgesse ha lasciato il suo segno. Non ha fatto nulla di eclatante ma semplicemente mostrato un garbo e una gentilezza che non assoceresti mai ad una persona che sta facendo di tutto per raddrizzare la vita della sua famiglia con ogni mezzo a disposizione.

Ci siamo incrociati 2 volte: la prima molto superficiale dove per me è stato difficile inquadrare la persona che avevo davanti. La prima impressione è che fosse una persona come tante altre... La seconda invece mi ha proprio colpito! Sarà che ho più tempo da dedicargli, sarà che sono più riposato, sta di fatto che qualcosa è scattato. E' proprio adesso che scrivo mi rendo ancora più conto di quanto le apprenze ingannino!
Mi parla con gentilezza chiedendomi di ripristinare un programma che utilizza per sentire i suoi parenti lontani. L'operazione non è complicatissima ma ha richiesto un pochino di tempo, proprio quello per preparare un veloce pranzo (in realtà è entrato per quello chiedendo un misero panino e una volontaria di turno con me gli ha proposto un piatto di pasta).
Tendenzialmente nessun volontario mangia la pasta della tana: quella è per le famiglie che ne hanno veramente bisogno. Questa volta ho dovuto trasgredire la regola perché sarebbe stato molto brutto lasciare quella persona da sola a pranzare. Si vedeva che voleva scambiare 2 parole, più che altro penso per gratitudine. A tavola la conversazione scorre velocemente. Ci conosciamo un po' parlando di lavoro, della sua città natale... Con le parole è incredibile come si possa tornare indietro di mezzo secolo in luoghi distanti migliaia di chilometri...
Il turno è complicato: arrivano mille richieste, persone che vogliono vedere le bomboniere, genitori che lasciano il rifugio perché se stanno tornando a casa ed altri che invece vogliono trovare delle sistemazioni provvisorie... E lui silenzioso al piano di sopra che non chiede nulla di nulla! Vede che non è il momento per reclamare attenzione.
Quando finalmente arriva un po' di calma possiamo ricominciare là dove ci eravamo interrotti.
Prendiamo insieme un caffè e mi racconta ancora un po' della sua vita e quando lo fa mi si stringe il cuore... Una vita complicata, ma nonostante questo non si abbatte e continua ad andare avanti!
Non voglio scendere più nel dettaglio, perché non è questo il luogo e non è nemmeno corretto nei suoi confronti (quella è la sua vita vita privata e come tale va custodita e difesa).
Ho deciso di parlare di questa persona perché ha reso un pomeriggio molto speciale! E' per persone come lui che è nata la tana e quando varcano la porta non potete capire quanto siamo felici di essere lì in quel momento!
Non so che cosa dire oltre che augurargli di raggiungere gli obiettivi prefissi e che tutto vada al suo posto!

Gigio

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