25 dicembre 2013

Un Natale in Aula Magna

Mentre scrivo questo piccolo racconto è la vigilia di Natale e come la maggior parte di noi saremo curiosi di scartare i regali di Natale e scoprire quale oggetto si nasconde dentro a quel colorato pacchetto, chi si abbufferà di cibo per festeggiare al meglio e chi invece rivolgerà un pensiero alle persone speciali che ha incrociato nel suo cammino; è chiaro che per ognuno il Natale ha un significato preciso.
Tutti sembrano aver chiaro quale sia lo spirito di Natale, ma quest'anno il mio avrà una forma ed un colore. Alcuni protagonisti non ci sono più, altri sono momentaneamente via ed altri ancora invece sono intorno a me a farmi sentire importante, a ricordarmi che nonostante tutto si festeggerà.
Babbo Natale
Non mi sono soffermato più di tanto nei giorni passati su quale significato potesse avere per me questa festa: è arrivato troppo in fretta in un'atmosfera non proprio rilassata. Di sicuro sarà un momento in cui tutta la famiglia si riunisce sotto un unico tetto dimenticandosi per un giorno ogni preoccupazione; è stato anche una serata tra amici in cui scambiarsi i regali e auguri... Sarà anche una giornata all'insegna del panettone, dei dolci e dei film in TV...
Ma dopo lo spettacolo in aula magna il Natale 2013 ha trovato un nuovo significato.
Domenica -22 dicembre- travestito da Babbo Natale (non ero identico, perché la barba si staccava e la pancia non era proprio quella, ma di dimensioni ridotte) ho capito perché non mi fossi più di tanto soffermato su questo non tanto irrilevante particolare. Mentre stavo parlando alla platea una piccolina ha sentito la necessità di stringere forte a sé le mie gambe, o meglio di abbracciare forte Babbo Natale proprio come un peluche. E' stato tanto improvviso quanto inaspettato, ma estremamente delicato da trasmettermi in pochi istanti tutto il calore dello spirito natalizio.
E' difficile descrivere quello che ho provato: mi sono sentito come il mio peluche che abbracciavo da piccolo quando ero impaurito dall'ambiente circostante.
Ecco cosa sarà per me il Natale: il calore di quell'abbraccio improvviso, ma sentito che è stato in grado per pochi secondi di farmi sentire l'uomo più importante del mondo, come se in quei pochi istanti avessi esaudito il più prezioso dei desideri.

Un caloroso abbraccio a tutti affinchè passiate un felice e caloroso Natale.

Gigio

8 dicembre 2013

Un percorso dorato

E' da un po' di tempo che non scrivo, ma non perché mi sia fermato o perché non ho avuto materiale da cui trarre uno spunto di riflessione, ma semplicemente perché sempre in movimento e forse travolto un po' dalla noia che mi sta avvolgendo. Oggi ho deciso di rompere questa monotonia e ho deciso di ripartire dall'ultimo momento in cui la noia è scomparsa.
Vengo da una settimana molto strana: nuovi colleghi di lavoro e tutto ciò che ne consegue... Difficile trovare un punto di incontro... Totale apatia e noia... Inganno il tempo studiando un po' così da aggiornare la mia figura professionale e leggendo qualche email. La giornata è lunga e i momenti di pausa pure, ma si riempiono pensando all'organizzazione della formazione dei nuovi ingressi.
Percorso dorato
E' stimolante il pensiero di essere considerato una guida, una persona a cui fare riferimento in questo loro percorso che immagino essere dorato proprio come quello che porta alla città di Smeraldo del mago di Oz e al tempo stesso pieno di responsabilità. E' difficile a volte trovare le parole adeguate per esprimere una sensazione, un percorso che tu stesso hai vissuto qualche volta nei panni dello spaventapasseri, qualche volta in quelli del leone, qualche volta del taglialegna e qualche volta addirittura di Dorothy...
Non so bene i piccoli orsi in che cosa si stanno immedesimando e forse non hanno colto nemmeno il paragone che ho fatto nella mia mente, ma posso dire che anche io durante la formazione non avevo ben chiaro chi di questi personaggi fossi. So per certo che il personaggio cambiava in base allo stato d'animo del momento. Qualche volta mi sono sentito uno spaventapasseri che voleva muoversi, altre volte invece un taglialegna freddo e volenteroso di divertirsi, qualche volta un leone impaurito e altre volte la piccola Dorothy che insieme a tutta la compagnia superava le difficoltà.
Forse sarò molto fiabesco, ma di sicuro è quello che ritengo essere la descrizione più adeguata al mio percorso in band e che auguro a tutti.

Gigio

17 novembre 2013

Valori e Band

incastrillo-4450Ci sono momenti in cui la vita cambia rotta, ti sorprende, ti fa arrabbiare, a volte versare qualche lacrima e ogni tanto provare timori.Sono quei momenti in cui vorrei chiudermi a riccio, mostrare il broncio al mondo, o forse non mostrarmi affatto.In quegli istanti mi mordo le labbra e guardo fisso per terra, mi convinco che il mondo possa fare a meno del mio fare per un pò di tempo.Poi però gli impegni presi sono da rispettare e mi ritrovo di nuovo a raccontare la Band.La racconto a chi ancora non la conosce o la conosce appena, la racconto a mio modo a chi, invece, la conosce già. E scopro che la soluzione migliore per affrontare il mio momento è tenermi stretti quei valori e quelle persone che la Band e i volontari diventati amici mi ha regalato.Allora è così che prendendo le persone per mano, mi sono fatta prendere per mano da loro.E' così che il cuore mi è balzato in gola alla fine di un reparto divertente, oppure stracciata ad Uno, in Tana, dalle altre volontarie e da un papà.I valori che la Band mi ha trasmesso mi stanno aiutando a guardare con occhi diversi il mio presente. Mi stanno donando coraggio, forza e l'ostinazione a non smettere di sorridere.Quando la Band entra a far parte così tanto e quotidianamente nella vita, non si può fare a meno di mettere in pratica ciò che con costanza insegna.

Elisa

10 novembre 2013

La band...

Choconcorso 263
I colori riscoperti
Sfoglio il mio profilo facebook per vedere alcune tappe fondamentali, quali avvenimenti mi sono accaduti e che ho condiviso con altri; non c'è molto materiale differente; tutto ruota intorno alla mia nuova realtà: la band degli orsi.
Non è facile descrivere che cosa mi spinga ad essere presente e ancora meno facile doverlo descrivere ai nuovi volontari o agli amici, ma mi accorgo che in tutte le foto in cui sono un orso sto sorridendo, sono colorato e positivo. A volte mi sembra difficile immaginare che quello possa essere io... Io che non mi vedevo per nulla divertente, io che non immaginavo nemmeno lontanamente che da adulto avrei conosciuto un'ospedale pediatrico... Eppure sono io... Quella persona fotografata ha il mio volto, il mio aspetto... Non c'è dubbio: quello sono io!
I colori mi hanno sempre affascinato, ma rimanevo sempre colpito dalle ombre, dalla loro proiezione sul muro, per terra... Insomma non vedevo altro che il mio riflesso e per giunta quello più scuro. Ci ho messo un po' a capire che quelle ombre venivano da me ed ero sempre e solo io che le osservavo, che le creavo.
Ci sono voluti gli orsi, così lontani dalla mia "esperienza" di vita, a farmi notare questo grande dettaglio. Prima mi hanno insegnato ad indossare cappelli buffi, poi a mettere una maglietta estremamente variopinta, poi a prendermi meno sul serio, poi a farmi capire che in fondo ridere non vuol dire trascurare, ma semplicemente cercare quello che al momento non è visibile.
Le ombre adesso non sono scomparse, ma sono ridimensionate. Porto sempre con me il sorriso che la band mi disegna sempre sul volto e la sua energia vitale.
Saranno forse questi i motivi che mi portano a lei molto spesso?!

Gigio

6 novembre 2013

Cercare e trovare sempre un sorriso

Questa volta non voglio parlare sempre di famiglie coraggiose, di bambini eroici e ancora meno di situazioni spiacevoli, ma di piccoli episodi che mi portano verso la band; quello che mi fanno sembrare un "volontario santo"...
Sono episodi normalissimi adesso che li racconto e li metto per iscritto, ma era quello che stavo cercando il momento in cui ho compilato il modulo per entrare a far parte della band e nonostante il tempo sia passato continuo a ritrovarli nei vari orsi che incontro siano essi nuovi oppure veterani.
formazione 2013E' venerdì e ho deciso che una volta terminato il mio lavoro mi dirigo in tana ad incontrare Monica. E' tanto che mi chiede di passare qualche volta dalla tana ma per un motivo o per l'altro faccio orecchie da mercante... Ma non questo venerdì: ho deciso che quel pomeriggio studieremo insieme qualche piccolo trucco di magia da fare in reparto. Mi mostra subito un trucco che ha imparato velocemente guardando i video su youtube: è in grado di trasformare delle palline in un cubo.
Passiamo un paio di ore a studiare come utilizzare le carte magiche che ha ricevuto come regalo e il tempo passa rapidamente e sono già le 19.30... E' ora di andare via. Peccato perché avevo dimenticato le notizie non positive che avevo ricevuto al pomeriggio...
Un altro episodio mi è accaduto giovedì: sono in aula magna e mi è stato chiesto di presentare un po' il progetto riguardante il nostro quartier generale all'interno del Gaslini. Non ho preparato nulla ma in fondo devo parlare di un qualcosa che seguo con molta cura insieme a Cristina. Qualche risate e qualche nozione e la spiegazione finisce! E' il momento di andare quando Cristina mi chiama a sè e mi lascia un piccolo pensiero... Così lo descrive lei, ma per me è molto. Sarà qualcosa che porterò con me ogni volta che andrò in reparto.
Forse qualcuno riterrà normali questi episodi, ma per me non lo sono ed è per quello che quando ho voglia di rilassarmi e passare dei bei momenti mi rifugio in band dove sono certo di trovare un sorriso.

Gigio

30 ottobre 2013

Il ricordo di un Orso lontano...

Ho finito da poco reparto ed è il momento del brainstorming, di parlare di cosa è andato bene e di cosa no... E' il momento del ricordo. E' arrivata in giornata un'email a Vera che ci ricorda perché ogni lunedì siamo lì (a volte non solo). E' difficile da spiegare ed è ancora più difficile rendersene conto quando ci si immerge nella band. E' difficile dirle di no, perché anche quando sei lontano qualcosa ti riporta a lei.
Non sono solo la certezza di fare qualcosa di positivo per gli altri, ma anche tutto quello che c'è intorno. L'ambiente ospedaliero, pensato sempre come un luogo triste e doloroso, gli orsi che diventano immediatamente amici, le risate che scaturiscono dai bambini e dalle nostre spensierate quando indossiamo degli strani cappelli, delle strane orecchie o imitiamo dei versi alquanto buffi...
Una volta pensavo che fosse solo mia questa sensazione di essere sempre nel luogo giusto con le persone giuste, ma dopo questa testimonianza ho capito che è anche questo il motivo per cui ritorno sempre volentieri, anche se sono stanco ed anche se impiego 40 minuti di auto per arrivarci...
E' sempre in questa lettera che mi viene ricordata una serata particolare: lì per lì mi era apparsa strana, irreale... Un bambino con cui sembrava difficile interagire, difficile anche il colloquio, ha avuto la forza di provarci; si è sforzato a far uscire la sua voce e qualche sillaba... A noi purtroppo è risultata incomprensibile, ma abbiamo capito molto bene il suo volerci essere, il suo ridere di gusto quando le nostre marionette hanno dato vita ad una storia surreale... Un principe codardo che ha in mano una principessa di pezza ed un giullare con un elefante con una crisi di identità... Il bacio di un elefante ad una principessa per trasformarla in un regalo... Insomma una storia al contrario ma condita da molti sorrisi non solo nostri, ma soprattutto suoi, di quel bambino che ancora adesso, a distanza di mesi, riemerge con forza e vigore nei nostri pensieri.
Non so bene se ho reso l'idea, ma a volte è giusto che non si trovino le parole per descrivere, perché vanno oltre, perché ti entrano dritte senza troppi fronzoli o discorsi.
Grazie Fede per il ricordo!

Gigio

27 ottobre 2013

Diventiamo...

Serata Diplomi
Diventare...
La band si sta mettendo in gioco ed io con loro. Nuove forze stanno entrando e questo ci da la carica e la spinta a proseguire. Un passo alla volta, tutti insieme, sempre colorati e a volte magari un po' rumorosi, ma sempre convinti di percorrere la strada giusta.
Abbiamo le prove che i nostri sforzi siano ampiamente ricompensati quando ci accorgiamo che in tana i genitori sorridono, si dimenticano, seppur per poco, del motivo reale della loro permanenza a Genova. Ci sono papà che imparano i nostri nomi molto in fretta; ci sentono vicini e non solo emotivamente. Una sera, rispondendo al telefono della tana, ho sentito una voce. Non ho capito il suo nome ma ha chiesto indicazioni su come raggiungerci. E' stata più lunga la telefonata che il tempo di vederlo davanti alla porta vetrata...
Un'altra prova dei grandi passi in avanti è rappresentata dai nuovi ingressi: sono tanti e pieni di energie. Qualcuno è timido, qualcun'altro no, ma sono tutti ben intenzionati. Ridono e iniziano a immaginarsi all'interno della band. Si illuminano quando iniziano a capire che anche loro avranno quella maglietta colorata, quando gli si chiede che taglia indossano... Stanno iniziando a capire che la band non è solo reparto... Stanno iniziando ad integrarsi, a percorrere la strada che tutti noi abbiamo fatto per "Diventare..."
Ecco la parola d'ordine di quest'anno!

Gigio

16 ottobre 2013

Ed è così che inizia l'avventura!

E' arrivato il tempo di far entrare nuovi orsetti, nuove persone e con loro nuove energie e pensieri. Ogni anno li aspettiamo intrepidi, curiosi, sicuri che faranno la loro parte se non di più. Tra di loro ci sarà qualcuno più spavaldo, qualcuno più sicuro e qualcun'altro più timido che troverà con calma il suo posto in band.
Ogni anno è sempre molto particolare... Il luogo non cambia, ma tutto il resto si...
Cambia l'aula magna... Diventa più moderna, piena di luci e si riempie ogni anno che passa sempre di nuove maglie colorate. In quell'aula ci riunivano per tenere delle assemblee, per formare i nuovi ma soprattutto per poter osservare con più attenzione i nuovi ingressi...
E' il secondo anno che li osservo ed è divertente cercare qualcuno che mi ricorda me quel giorno...
Li ho osservati con attenzione, ho cercato di immaginarli con indosso la maglietta... E immaginato chi di loro sarà quello che avrà a che fare con me per primo...
Ormai non mi resta che aspettare la fine della formazione e avrò la risposta... Ma in attesa di quel momento, mi limiterò a dire:- "Benvenuti nuovi Orsetti!"

Gigio

13 ottobre 2013

Due anni di Tana

Buon Compleanno Tana
Sono stati due anni intensi di sorrisi e di pianti, 2 anni di preoccupazioni seduti in poltrona a sorseggiare caffè e 2 anni di gioco seduti per terra a comporre puzzle, sono stati due anni di visi apparsi una volta sola o volti così familiari da diventare famiglia, sono stati due anni di odori di cucine provenienti da altri paesi e due anni di profumo di bucato nei giorni di pioggia quando aprivi la tana la mattina e tutto lo spazio era pieno di stedini. 
Sono stati due anni di tappetino da ricordare la sera alla chiusura e due anni di agende su cui scrivere consegne, due anni di volontari: quelli che c'erano sempre, quelli che ci sono stati una volta sola o quelli che ci sono stati solo con il cuore, due anni di grazie da ricevere e due anni senza sapere cosa dire difronte al dolore, due anni di abbracci, di pacche sulle spalle, di sguardi e di arrivederci. Due anni intensi di vita e di vite, le nostre e quelle di chi ha varcato la soglia della tana almeno una volta.
Alla Tana e alla Band auguro di avere tanti altri anni di tutto questo e molto di più anche se a volte ci dimenticheremo di tirare dentro quel tappetino, se rimarremo senza caffè per un giorno e se difronte al dolore non avremo nulla di più del nostro cuore silenzioso per condividere quel momento; non saremo mai perfetti ma l'importante è che ci saremo sempre!

Vera

9 ottobre 2013

Una principessina al Gaslini

Principessina
E' lunedì ed insieme a Valentina abbiamo una missione nuova: consegnare un sacchetto di vestitini per una bambina di pochi mesi in ospedale. Le indicazioni non erano precise per cui cerchiamo di arrangiarci un po'... Girovaghiamo tra i vari padiglioni incrociando i sorrisi delle infermiere, delle donne di pulizie e qualche bisbiglio curioso di ragazzine sul perché quei due strani personaggi stanno entrando...
Finalmente raggiungiamo il reparto corretto, ma non troviamo i destinatari del nostro pacchetto. Facciamo la conoscenza di alcuni bambini: qualcuno molto timido, qualcuno che purtroppo ho già visto, qualcuno di cui so cosa stanno passando i genitori e qualcuno che ci ritiene adatti solo ai piccolini... Ma quando ormai la serata stava volgendo al termine si entra in un mondo tutto nuovo...
Varchiamo la soglia e ci sforziamo ad entrare nella mente di una bambina un po' intimidita da noi e che non pensa di essere una principessina come diciamo...
E' difficile rassicurarla ma ci pensa la mamma... Lascia il cellulare ed entra anche lei in questo mondo incantato in cui un buffo principe racconta la sua storia e di come abbia ottenuto il regno. Presenta in un modo non proprio orgoglioso la sua bella principessina di pezza e il suo strano destriero: un elefante anch'esso di pezza... E' difficile per lei pensare che i due personaggi che ha di fronte siano reali... E' strano immaginare che non sappiano nemmeno fare un inchino... E' tutto surreale.
E' ancora più bello quando ci presenta il suo cricetino giocattolo di nome Violet, ci mostra il suo cibo e si vergogna a fare domande a quei due buffi personaggi... Sono questi sguardi che mi colpiscono di più e che ricordo con piacere. E' per questi sguardi che ogni volta che sono assente mi dispiace un po'.

Gigio

6 ottobre 2013

Buon Compleanno Tana

Tana in festa
Sono quasi due mesi che sono lontana da Genova, dalla mia famiglia, dal mare e dalla Band.

Continuo a leggere su internet gli aggiornamenti, condivido le richieste di aiuto e cerco di partecipare anche se lontana perchè alla Band voglio troppo bene!

Oggi è una giornata speciale niente popodimeno che : IL COMPLEANNO DELLA TANA !!

Due anni che sono volati tra sorrisi e difficoltà, cercando di esserci sempre anche durante le feste.

In questi mesi sono passati un sacco di genitori, nonni, fratelli che avevano bisogno di noi ma in loro avevano un gran voglia di combattere per il loro piccoletto. Li abbiamo accolti , ascoltati , sostenuti, aiutati a volte anche materialmente e loro sempre con il sorriso sulle labbra e la paura di disturbare fino a che non capivano che la Tana è LORO.

Voglio ringraziare tutti noi Orsi di ogni taglia e dimensione perchè abbiamo raggiunto un altro importante traguardo con l'aiuto di tutti :è come un puzzle ogni Orso da un pezzetto di sé e viene fuori la Band!!

Ma ringrazio anche i genitori che ci hanno dato fiducia, si sono lasciati coccolare e hanno vissuto la tana.

AUGURIIIIII

Giorgia.B

2 ottobre 2013

Osservando con attenzione

Ed eccomi di nuovo a raccontare della tana, un luogo particolare dove accogliamo principalmente i genitori o parenti dei degenti e ultimamente anche i loro fratellini per farli sentire di nuovo a loro agio restituendogli un po' di tranquillità al di fuori dell'ospedale. I genitori ci vengono a trovare molto volentieri essendo proprio a due passi... A volte è strano per loro scoprire questo posto... Così vicino ai loro piccoli.
In tana ormai si sentono molte storie di famiglie che si fanno forza appoggiandosi proprio alla loro unione, al loro calore tanto da superare ostacoli molto grandi... In tana si scoprono persone all'apparenza molto forti, determinate che nascondono una storia dolorosa dietro ad un sospiro, dietro ad un gesto quotidiano come stirare che ai più appare noioso...
Sono momenti in cui i genitori appaiono rilassati, tranquilli: immagini che la loro situazione non sia così ma non vuoi indagare... Sai che basta un niente per far venire in mente solo brutti ricordi insieme alle usuali ansie... Scopri che i fratellini sono felici di passare in tana, perché ci sono giochi, ci sono altri bambini, c'è un po' più di spensieratezza...
E allora sei felice di scoprirti piccolino mentre giochi ad Uno, mentre ti rendi conto che quel piccolino sa leggere e sa comporre delle semplici parole a scarabeo, mentre cerchi disperatamente di trovare "Indovina chi?" per giocare ancora...
Poi quando tutto sembra essere passato, quando il ghiaccio è rotto, sono già le 18 e si deve tornare a casa anche se fuori piove, anche se stavi bene dove eri, ma in fondo ognuno deve ritornare alla propria realtà e lottare affinché sia quella che aveva sognato sin da piccolo.

Gigio

29 settembre 2013

La tana... Io la chiamerei...

Papà cuochi :)
La tana... Io la chiamerei la casa delle famiglie, perché quando queste persone arrivano a Genova diventa quasi la loro casa. Si sentono accolti e trovano un po' di quotidianità che hanno solo in quella che è casa loro... Quotidianità rappresentata dalla cena di ieri sera (17 settembre)... Avevano proprio piacere a cucinare per noi: un papà ha portato l' agnello dalla Sardegna! E' stato proprio come stare con dei parenti, fratelli, sorelle, nipoti.... Non c'era distanza tra noi volontari, genitori, parenti: tutti insieme a chiacchierare, ridere e vedere la vivacità che i bambini, stufi di stare a tavola, avevano.
I genitori che fino ad oggi ho incontrato sono fantastici, perché nella situazione difficile in cui si trovano difficilmente si fanno vedere sofferenti o tristi anzi... ci sorridono e ci fanno sorridere. Abbiamo tanto da imparare da loro.
Purtroppo ci sono situazioni pesanti dove non si può rispondere solamente con un sorriso. Ci sono famiglie che devono affrontare situazioni alquanto delicate perché vedono svanire i bei progetti che hanno fatto sui propri figli... E' il caso di una famiglia che ho incontrato in tana e che mi ha colpito tantissimo per la forza d'animo che la signora (mamma di due piccoli) ha dimostrato di avere nell'affrontare la situazione delicata di suo marito e di uno dei suoi figli. Ogni volta che l'osservavo, mi chiedevo:-"Ma come fa?"... Non ho ancora trovato una risposta a questa domanda...
Per loro alcune cose si sono aggiustate, ma altre purtroppo non ancora e dovranno conviverci almeno per un bel po'...
Il giorno della loro partenza ho visto negli occhi di questa mamma la paura e lo smarrimento, con la consapevolezza di dover fare tutto da sola. Non potendo fare nulla di concreto, mi sono limitata a rincuorarla. Quelle parole non hanno risolto il loro problema, ma spero li abbiano aiutati a vedere un futuro più colorato di quello che è il loro presente...
Ritornando a riflettere in modo più propositivo devo dire che siamo molto orgogliosi quando sentiamo dire che l'apertura della tana è stata una bellissima idea e che nelle altre città non esiste un posto così utile e bello tanto da farci "dimenticare" in parte delle notizie tristi che a volte ci giungono alle nostre orecchie.


Rina

25 settembre 2013

Quando realizzi cosa sta succedendo...

Inaugurazione Tana
Tutti insieme

Sono passate le 20 da una decina di minuti e ce ne stiamo quasi per andare dal reparto, quando passando dalle infermiere incontriamo un ragazzino seduto in sala giochi. E' un po' triste e spaesato e non ha ancora capito cosa diventerà quella giornata... Siamo in 4 e ci chiediamo se siamo passati dalla sua stanzetta, ma la risposta corretta è no... Rimediamo subito ed entriamo immediatamente tutti in sala giochi!!!
Lo circondiamo per fargli vedere solo le nostre maglie colorate e cercare di lasciare il segno... Di sicuro ha capito che non eravamo persone "normali", perché chi girerebbe con in testa due fiori ed un piccolo bruchetto? Per non parlare di una corona rossa di panno o un cappello da giullare?! Il piccolo però è ancora troppo sconvolto e la mamma ci spiega come è stata la sua giornata pesante... Ma noi non ci arrendiamo...
Proviamo a farlo giocare con un libro per trovare degli oggetti nascosti, ma niente... E' troppo scosso e cerca di farsi vedere forte non tanto ai nostri occhi, ma a quelli della mamma che è lì affianco. Trattiene il nervosismo rimanendo in silenzio e rispondendo in modo stringato alle nostre domande e si illumina un pochino quando si parla di cibo o della sua squadra del cuore!
I minuti passano e purtroppo inizia a realizzare che probabilmente quella notte dovrà restare lì suo malgrado e non bastano gli abbracci della mamma ad interrompere il suo pianto e rincuorarlo...
Sono lì inerme... Non so che cosa dire o fare... Provo con una marionetta a farlo sorridere... Di solito qualche risata la suscita perché è strano sapere che sono diventato principe grazie ad una principessa di pezza che mi ha donato molto spontaneamente il suo regno... Per un po' questa principessina dalla vocina un po' stridula riesce a distrarlo, ma non appena l'infermiera dice che gli mostrerà la sua stanza ricomincia il pianto...
Non è una storia allegra e per fortuna nemmeno una di quelle dove il lieto fine appare lontanissimo (per fortuna), ma sono questi piccoli episodi che spingono me e tutti gli orsi a continuare, ad essere presenti anche nei giorni di festa, nei weekend, ad insistere anche dove si ha un primo rifiuto, perché dietro ad uno sguardo forte spesso si nasconde una debolezza non manifestata come questa appena descritta...
Ed ora che sono a casa, a mente fredda mi viene da riflettere su quanto sia difficile digerire il dover dormire fuori dalla propria stanza, dal proprio letto, in mezzo ad altre persone che non conosci e che forse non avresti mai voluto conoscere...
Spero solo che la tua serata sia stata tutta in discesa e che quella pasta al sugo, che non volevi mangiare subito, ti abbia fatto sentire un po' più a casa e al sicuro.

Gigio

22 settembre 2013

Condivisione

Quando il cibo unisce...
Condivisione è la prima parola che mi viene in mente dopo la cena di ieri sera in Tana (martedì 17 settembre).
Condivisione di cibi regionali: amatriciana preparata da un papà di Roma Maccarese e agnello al forno arrivato direttamente dalla Sardegna portato dall'altro papà.
Una lunga tavolata colorata; presenti volontari, amici, parenti e genitori dei piccoli ricoverati, tutti insieme hanno dato vita ad una splendida serata ricca di allegria ed emozioni.
Il piacere di riunirsi come una famiglia anche se lontani da casa e abitudini, ritrovarsi a ridere e scherzare come se si fosse ad una scampagnata...
Sono attimi di vita che correrrano via forse troppo in fretta ma sono quegli attimi che ti fanno comprendere quanto sia bello donarti e dedicarti a queste famiglie anche se poi un saluto diventa malinconia e con loro partirà via anche un pezzettino di noi, volerà a Roma, Uruguay, Sardegna o Palma di Maiorca... Ma è bello sapere che là dove atterrerà resteranno impressi nelle menti di coloro che hanno condiviso dei momenti insieme a noi Orsi della Band.
E' questo il bello di esserci e donare qualcosa (anche solo una cena molto rustica) con la consapevolezza che un pò di malinconia ci avvolgerà alle loro partenze... ma sappiamo che quando loro saranno lontani, li ritroveremo e rideremo di nuovo pensando a loro.

Berta

18 settembre 2013

Il primo torneo di calciobalilla in tana

E' passato tanto tempo da quando è accaduto questo avvenimento, ma mi è ritornato in mente vedendo una scatola in tana piena di cialde di caffè. A me subito non avevano detto nulla, ma non appena leggo il mittente sorrido.
Non ricordo di preciso il giorno, ma so per certo che è una domenica di agosto e mi ritrovo coinvolto in una iniziativa che prevede una serata di relax per i genitori a base di pizza e calciobalilla. Al telefono non avevo ben capito come si sarebbe svolto l'evento ma avevo proprio piacere ad esserci.
Colsi l'occasione e diedi la mia disponibilità a coprire il pomeriggio.
Il mio turno iniziò alle 15 insieme a Barbara e Rina. Indossai la maglia nel soppalco per non dare troppo nell'occhio e iniziai a capire cosa e come potessi essere di aiuto. Quel giorno in tana c'era abbondanza di volontari e quindi di attività pratiche non ce ne furono moltissime. Rina si destreggiava benissimo nelle varie stanze e con i vari genitori tanto da poter fare tutte le attività da sola.
Ogni tanto le nostre chiacchiere venivano interrotte da alcuni papà che entravano ed uscivano dalla tana cercando di capire a che ora iniziasse la serata: fui stupito che tra quei papà ci fosse anche Paolo. In effetti dovevo immaginarmelo vista la sua energia ma speravo fosse già ritornato a casa sua... Il pomeriggio volò per tutti: io, Barbara, Marina e Anna ci dedicammo a fare degli origami a forma di rosa...
Verso le 18 si aggiunse anche Milly appena tornata dall'attività in reparto e colse l'occasione per scambiare due chiacchiere con noi e partecipare a questo torneo.
Le pizze arrivarono verso le 20 e fu strano cenare insieme ai genitori: fu la prima volta che potei mangiare con loro e fu strano vederli al tavolo... In quel momento tutti eravamo felici di essere lì, seduti nel giardino a scambiarci delle risate, chiacchiere... Insomma una cena tra amici.
Finita la cena ebbe inizio il torneo di calciobalilla e anche se non ero proprio un campione mi divertii moltissimo... Certo la mia squadra prese gol alquanto ridicoli, ma non era quello il mio obiettivo. Ricordo ancora adesso quei genitori con quanta veemenza giocavano e quanto quelle partite fossero qualcosa di più... Ad ogni gol subito si ripartiva col sorriso e si guadagnava tanta spensieratezza da portarsi con sè nei momenti meno felici.
Grazie a tutti quelli che hanno reso quella serata post San Lorenzo diversa e che l'hanno trascorsa insieme a me... Ecco che adesso mentre concludo questo piccolo racconto ricordo con certezza la data: era l'11 agosto 2013.

Gigio

25 agosto 2013

Entrare nel suo mondo

Mette le cuffie per non sentire alcun rumore.
Mette le cuffie per isolarsi dalla baraonda che confonde.
Mette le cuffie per ascoltare una musica...
l'unica che raffigura il mondo che immagina.
Deve imparare a riconoscere le nuove voci dal tono...
Quelle fondamentali le ha assimilate alla nascita.
Riconosce casa sua, la sua stanza: non sono così vicine.

Queste sensazioni sono il frutto di un incontro speciale avvenuto attraverso la band. Non voglio entrare in ulteriori dettagli perché non li conosco e li ritengo del tutto superflui.
E' da lui che sto meditando sull'importanza della comunicazione di base, emotiva e silenziosa; la stessa che mi ha spinto a provare a racchiudere il suo mondo in queste poche righe.

Gigio

21 agosto 2013

Tana dolce tana


Arrivo in tana, l’altra volontaria  deve ancora arrivare intanto io inizio le operazioni di routine per rendere la tana operativa: accendere la macchinetta del caffè, lo scaldabagno, aprire le imposte, accendere pc e telefonino...nel frattempo arriva Anna, la mia compagna di turno. Mentre Anna sistema il materiale delle bomboniere io ritiro e piego i due bucati stesi in giardino.
La mattinata procede tranquilla, arrivano due giovani, futuri sposi, venuti a visionare le bomboniere, si fermano un bel pò parliamo allegramente di loro, di matrimonio e di Band.
Verso fine mattinata arriva una mamma a ritirare il bucato con un bellissimo sorriso stampato in viso: ha l'aria leggera di chi ha appena avuto la notizia che la sua bimba sarà dimessa! Sono della Puglia, è venerdì e siamo alla vigilia di un weekend di fuoco per il traffico autostradale, ma questo non li spaventa: pur di tornare a casa sono ben contenti di viaggiare di notte. La salutiamo felici di questa bella notizia e lei ringrazia noi e tutti gli orsi per l'appoggio della tana e il divertimento in ospedale; ci dice che l'altro suo figlio (non ricoverato ma anche lui qui) ha vissuto questa esperienza in allegria avendo spesso la compagnia degli orsi che gli hanno raccontato fiabe e lo hanno fatto giocare.
E' ora del cambio turno io ci sono anche in pausa, Anna mi saluta ed io rimango in attesa di Federica la mia nuova compagna. Nel frattempo arriva una famiglia con due ragazzini, orami abituè della tana: salutano e mentre mamma e papà si recano in cucina per prepararsi il pranzo, i ragazzi giocano al piano superiore con i computer. Il giardino della tana offre un buon posto dove riposarsi e pranzare al fresco e così questa  famiglia passa serenamente queste ore in attesa dell'orario di visita in ospedale per andare a trovare l'altro figlio ricoverato.
Federica è arrivata, finiamo assieme il nostro turno facendo quattro chiacchiere, arriva anche un papà a farsi la doccia: anche lui è un assiduo frequentatore della tana si sente come a casa sua e noi lo lasciamo fare tranquillamente mentre continuiamo i nostri discorsi.
Siamo felici di esserci anche in questa calda giornata di agosto, siamo felici di contribuire, anche se in minima parte, a donare a queste famiglie un pochino di serenità, che si tratti di un pasto caldo, di una doccia o di un bucato!

Vera

18 agosto 2013

Incontrarsi

Ci sono incontri ti cambiano segnando un punto di svolta, un "checkpoint" da cui ripartirai ogni volta che ti perderai. Non te ne accorgi sul momento perché sei troppo preso dai cambiamenti, ma sei consapevole che quello è il percorso che vuoi seguire ed in fondo ad esso la meta prefissata.
Uno di questi incontri accadde ad inizio ottobre di 3 anni fa: il primo colloquio "conoscitivo" in band. Per la prima volta fui costretto a descrivere alle persone non tanto quello che facevo, ma quali erano le mie motivazioni e preoccupazioni di un percorso che per me era inverosimile. Gli orsi mi ascoltarono e non so bene cosa videro in me, ma di fatto mi accolsero.
Come accade spesso, questi "checkpoint" devono arrivare nel momento giusto, quando sei più recettivo e sei propenso al cambiamento. Quel momento arrivò quando meno me l'aspettai: avevo bisogno di aria nuova e non sapevo bene dove andare a respirarla. Iniziai col chiarirmi le idee su dove volessi catalizzare le mie energie e la mia scelta ricadde sul volontariato... Avevo bisogno però di un volontariato attivo dove potermi cimentare, dove una mia azione era necessaria per smuovermi dalla pigrizia che mi stava avvolgendo.
Già in passato avevo meditato di avvicinarmi al mondo ospedaliero, ma non sapevo bene quale potesse essere il mio ruolo. Non sapevo nemmeno come propormi: la mia veste seria era dura da togliere e forse nemmeno adatta. Parlai con un'amica che già aveva intrapreso quello strada e mi incoraggiò ad entrare perché in fondo anche un approccio un po' più "rigido" poteva funzionare! Ero titubante...
Passarono i mesi ed incrociai un'altra persona... Ci saremmo visti si e no 3 volte. Viaggiammo in treno insieme e incredibilmente il discorso ricadde proprio sulla sua volontà di entrare in un'associazione che fa della terapia del sorriso il suo cavallo di battaglia. Anche lei mi spinse a provarci: dovevo comunque aspettare settembre (era marzo!).
Quei mesi furono necessari a maturare il pensiero di diventare un animatore da ospedale e a trasformarlo in una bella realtà: il punto da cui riparto ogni volta che qualcosa non mi sorride.

14 agosto 2013

Una storia infinita

Una strada da percorrere, un sogno da realizzare, un castello da costruire e una storia da scrivere.
Per ogni strada percorsa ce ne sarà un'altra su cui incamminarsi, per ogni sogno realizzato ce ne saranno altri da esaudire, per ogni castello edificato tanti altri ne sorgeranno e questa storia da scrivere non avrà mai fine!
Così è la Band. Esiste ormai da tanti anni, oggi diversa da allora e probabilmente diversa da come sarà tra un anno. Siamo sempre noi ma differenti: alcuni volontari restano altri si danno il cambio, da poche decine ora siamo quasi duecento e chissà in futuro...
A ottobre inizierà un nuovo corso di formazione per volontari e non riesco nemmeno a immaginare alla fine di questo che aspetto avrà la Band: ogni persona che arriva porta qui la sua esperienza, le proprie capacità, arriva e mette un pezzettino di se in questa grande costruzione... aggiunge una parola a questa storia infinita.
Cosa sarà ve lo potrò dire tra un’anno… continuate a seguirci e lo scoprirete da voi!

Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.
[Madre Teresa di Calcutta]

Vera

11 agosto 2013

Il coraggio ritrovato

Il coraggio di camminare su un filo
Ed eccomi qui a tirare alcune somme: gli ultimi anni sono stati caratterizzati fortemente dal mio impegno in band. Quando ho iniziato ero molto titubante, impaurito da quello che l'ospedale rappresentava: un luogo di cure per malattie che colpiscono i bambini. Temevo di non saper reggere nessuna situazione che si potesse presentare al suo interno perché emotivamente e caratterialmente non adatto. Ho voluto provare questa esperienza ed ora sono felice di esserci!
Insieme alla band sono cambiati tanti aspetti personali: sono più equilibrato con me stesso e con gli altri, ho scoperto di avere abbastanza "coraggio" per poter affrontare alcune situazioni pesanti in ospedale e altrettanta forza per far ridere chi si ha di fronte senza sapere nulla dei suoi trascorsi se non il motivo per cui ci siamo incrociati (purtroppo i luoghi in cui avviene questo incontro è pur sempre un ospedale dove nolenti o volenti si deve imparare ad accettare la presenza di una malattia).
Alcuni colleghi vedono in me una sicurezza tale da apparire quasi presuntuoso, altri mi vedono estremamente forte, ma io fatico moltissimo a riconoscermi in questi atteggiamenti. Posso definirmi solamente più cosciente di quello che faccio e di cercare di dare il giusto peso alle situazioni negative che mi capitano. E' a questo che tendo ed è sempre per questo che sono in band, perché sono sempre stato convinto che lo potessi imparare solo facendone parte.
E' una esperienza che mi ha fatto ritrovare il coraggio... Non solo quello di entrare a contatto con persone molto diverse da me sia come bagaglio di esperienze sia come età, di farmi prendere in giro da estranei, di apparire non sempre perfetto ma soprattutto di sentirmi un equilibrista, anche un po' goffo, che cerca di camminare su un filo sottile chiamato rispetto.

Gigio

7 agosto 2013

Che domenica bestiale la domenica con la Band ;)

E' domenica fa caldo e io sono al mare per il weekend ma decido di tornare prima per andare a fare attività in ospedale: Milly all'ultimo è rimasta da sola e io mi sento in colpa a stare sdraiata in spiaggia al sole.
Sono tranquilla, sono in coppia con Milly: ci conosciamo ormai da anni e so che con lei fila sempre tutto liscio è un vulcano di idee e una particolare bravura con i bimbi piccini con cui io ho più difficoltà.
Mentre ci prepariamo, tra una disinfettata di libro e l'altra, facciamo due chiacchiere per instaurare un po' di quella complicità che ci servirà in reparto.
Il reparto è pieno alcune stanze sono da lasciare per ultime per chè bisogna bardarsi (cappa guanti e mascherina). Fortunatamente in reparto c'è l'aria condizionata altrimenti saremo come due gelati sciolti dal caldo.
Il pomeriggio scorre tranquillamente tra una giocata di marionette, qualche favola, tra un gioco e due chiacchiere con le mamme. Arriviamo all'ultima stanza ci dobbiamo bardare e siamo un pò preoccupate perchè intercettando la mamma in corridoio abbiamo capito che nella stanzetta parlavano inglese e noi non siamo proprio delle madrelingua figurarsi poi con la mascherina davanti alla bocca!!!
Entriamo e troviamo la bimba ricoverata con la sua sorellina: sono sulla poltrona e ci guardano con i loro occhioni, hanno più o meno hanno la stessa età circa 5-6 anni,  parliamo un pò in inglese e i genitori traducono probabilmente le bimbe parlano solo arabo  anche se qualche nome di animale in inglese lo dicono. Proponiamo il libro nascondino dove bisogna cercare degli animali nascosti e non c'è bisogno di tante parole e poi un'altro libro con le linguette da tirare, facciamo un pò di show facendoci i dispetti a vicenda e le bimbe ridono e stimolate dalle loro risate cerchiamo di inventarci nuovi dispetti da farci a vicenda…arrivano pi le infermiere per la terapia della bimba  che deve mettersi a letto. Continuiamo ancora un poco con le marionette facendo voli, strani versi e voli attraverso la cameretta, la ranocchia si avvicina a baciare l'ifermiera mentre è intanta a somministrare la terapia e anche l'infermiera collabora con noi ringraziando la ranocchia del bel bacio, è ora di andare  lasciamo in dono il  segnalibro dell'orso alle bimbe e le salutiamo.
Quest'ultima stanza che ci spaventava è andata alla grande forse perché quando si è con compagni di cui ci si fida e quando c'è affiatamento basta una semplice occhiata per trovare la cosa giusta da fare anche quando si parlano lingue diverse.
Vera

4 agosto 2013

I nuovi sostenitori

Quando si pensa a "La Band degli Orsi" si immagina un gruppo di persone colorate, spesso vestite da "pagliacci", che vanno in giro per i reparti a portare il sorriso all'ospedale pediatrico Giannina Gaslini, ma questa informazione è sbagliata. In primis è sbagliato il vestiario: noi indossiamo semplicemente una maglietta molto colorata e degli strani cappelli, cerchietti o sonagli rumorosi, ma niente naso rosso o strane scarpe.
Inoltre è sbagliato anche il concetto che la band sia costituita solo ed esclusivamente da volontari: la forza motrice sono sicuramente gli orsi, ma intorno a loro ci sono figure che spesso vengono dimenticate. Innanzitutto ogni sogno realizzato ha richiesto il sostegno economico di sponsor che ci hanno dato disponibilità e una marcia in più. Viene naturale pensare a grandi sostenitori con grandi disponibilità, ma è anche capitato che discrete cifre arrivassero da "persone comuni" che avevano avuto a che fare con noi.
Ultimamente si sono aggiunte una nuova figura di sostenitori: sono quelle persone che rimangono nell'anonimato, ma che contribuiscono attivamente esaudendo in tempi molto rapidi alcune richieste da parte dei genitori. Quando penso a questa figura di sostenitore mi vengono i donatori estemporanei che rispondono ai nostri appelli a volte molto particolari e specifici.
Anche se non fanno parte ufficialmente della band costituiscono un bel sostegno su cui si può fare affidamento e spesso siamo noi della band a dover ringraziare queste persone per il sostegno e la donazione fatta.

Gigio

31 luglio 2013

Una famiglia speciale

Questa volta ho deciso di parlare di rapporti personali che si possono creare tra noi volontari e le famiglie. Viene naturale pensare che si instaurino perché a volte entri come un ciclone nelle loro stanze e soprattutto nelle loro vite tanto da ricordarsi di noi anche dopo mesi se non anni.
Come volontario preferisco non creare legami troppo profondi perché non sarei in grado di gestire la mia reazione in caso qualcosa non andasse proprio nel verso giusto e anche il mio rapportarmi con queste famiglie ne risentirebbe: perderei inevitabilmente il mio entusiasmo. Un rapporto però è inevitabile e allora cerchi di non indagare molto sul motivo del ricovero.
Un po' di Sardegna a Genova
Mi è successo di recente di stringere un legame particolare con una famiglia: é un mix tra simpatia e rispetto. Ci siamo incontrati durante l'attività in reparto e quando sono uscito da quella stanzetta non ero sicuro di aver fatto colpo: i loro sguardi apparivano ai miei occhi ancora troppo preoccupati per la situazione.
Il giorno dopo la nostra visita scoprivo però che quella persona andò in tana col figlio a curiosare un po'. Forse quelle parole che solo il giorno prima mi apparivano non recepite in realtà erano arrivate dritte alle orecchie del papà. Ero fiero di me perché anche se il giorno prima non ero stato brillante (almeno così mi era parso, ma smentite dall'interessato) avevo dato il messaggio giusto tanto che quel genitore viene spesso a trovarci e si ricorda di me e dei miei compagni di reparto.
E' un rapporto particolare che si è creato con tutta la sua famiglia: dai suoi figli alla moglie fatto non di visite quotidiane ma di semplici sorrisi in tana, di domande spontanee del tipo:- "Che lavoro fai?", "Dove vai a mangiare oggi? Io ti consiglio questo posto perché si mangia bene", "Cosa hai studiato?" all'uscita da un bar...

Non mi resta che augurare a questa famiglia che tutto vada come desiderano e che si ricordino non tanto di me, ma quanto dei colori che tutta la band e i suoi orsi hanno donato loro in giornate grigie e noiose come quelle passate in ospedale.

Gigio

28 luglio 2013

Presente

"Sono contento di quello che ho fatto! In fondo mi è costato poco tempo e fatica!"
Sono questi i pensieri che mi passano per la testa ogni volta che torno a casa dopo aver dato un po' della mia disponibilità di tempo per la band...
Tutti penseranno che la soddisfazione sia dovuta all'aver fatto qualcosa di utile per gli altri ed aver impiegato il tempo in modo proficuo, ma c'è ancora qualcosa di più.
Non sempre la mia disponibilità è indispensabile tanto da far apparire il tuo apporto minimo: due chiacchiere con i genitori e qualche gioco con i degenti, ma niente di più. Il peggio è ormai passato e quindi si ha la tranquillità necessaria per pensare ad un futuro migliore a casa propria.
E in quei casi che succede? Verrebbe da chiederselo e la risposta è molto semplice; ho passato del tempo in compagnia di amici che condividono la mia stessa passione e che hanno fatto il mio stesso percorso per entrare in band. Con loro ti senti libero di scherzare, ridere e di apparire anche più buffo di quanto lo saresti in circostanze diverse e con persone diverse.
Ecco il motivo per cui cerco di essere presente.

Gigio

24 luglio 2013

Una domenica come tante altre...

E' una domenica come tante altre: fuori c'è il sole, fa caldo e la gente corre al mare. Quel giorno ho fatto l'alternativo. Avevo delle faccende da sbrigare e l'unico giorno in cui avrei potuto era solo quello. Era da un po' di tempo che avevo il bagagliaio della macchina pieno di giornalini della band da posizionare negli armadi, piccoli regali da conservare... Insomma piccole faccende da terminare prima di iniziare la nuova settimana.
Un po' di fatica, qualche goccia di sudore mi scoraggiano un pochino mentre riordinavo gli armadi, ma ormai che ero lì non poevo lasciare l'opera incompleta. Nella peggiore delle ipotesi mi potevo rilassare in tana incontrando gli orsi di turno e quindi proseguo con l'idea precisa di dirigermi là prima della chiusura.
Finisco le operazioni per le 5 ed eccomi entrare finalmente in tana per salutare i compagni: due chiacchiere, un bicchiere di the e via verso il box dove potevo recuperare dei pensierini da consegnare in reparto e dei succhi di frutta da lasciare come scorta . Al mio ritorno mi accorgo di una signora (probabilmente una nonna) che con ago e filo stava cucendo dei pantaloni in un angolo della cucina e, appena terminato, stira dei vestiti.
Mentre Giorgia, Elisa ed io osserviamo la lavatrice completare il lavaggio dei cuscini, la signora ci rivolge delle parole rassicurandoci sulle operazioni fatte e di non preoccuparci troppo. Sono ormai quasi le 6 ed è ora di chiudere; la signora inizia a mettere nella scatola il ferro e ci chiede dove poterlo sistemare ringraziandoci del servizio offerto.
Personalmente trovo insolito sentirmi dire grazie solamente per aver messo a disposizione un ferro e averle permesso di fare delle operazioni abbastanza noiose (almeno per me lo sono), ma evidentemente quella signora aveva bisogno proprio di fare quello... Magari anche solo per distrarsi un pochino e non pensare a nulla...

Tutta la band si è resa conto che sono le piccole azioni quotidiane a mancare maggiormente durante i ricoveri in ospedale e come risposta a questa esigenza si è pensato di aprire la tana dell'orso.

Gigio

21 luglio 2013

E finalmente siamo a Montepegli!!!

E' ormai la terza volta in 3 anni che partecipo alla sagra del tortello a Montepegli e ogni volta è sempre diverso. Nuovi compagni di avventura, nuovi tavoli da servire, nuove musiche da ascoltare e cibo da gustare.
Quest' anno spinto da una volontaria della Band ho deciso di non mancare e con largo anticipo ho cercato di coinvolgere un po' di persone. Ho iniziato con quelle che frequento di più, poi con le persone che vengono con me in reparto e così via... Alla fine 4 di noi si sono calati nei panni di camerieri e hanno portato a termine il servizio. Forse un po' di stanchezza ma in fondo le risate non sono mancate.
Ma procediamo passo passo su come la serata si è svolta: appuntamento in tana per le 18 e dirigerci insieme a Montepegli. Arriviamo là per le 19 e i tavoli iniziano ad essere affollati. Entriamo subito nel vivo: qualcuno di noi entra in servizio prestissimo con molti ordini da gestire, altri un po' più scarichi, ma la serata è appena iniziata...
La gente arriva, si siede, ordina, paga e attende con impazienza il proprio cibo...
Un po' di attesa per i tortelli giustificata dalla grande richiesta e qualche piccolo intoppo hanno caratterizzato la serata. Stanchezza, qualche malumore e grandi sorrisi quando il nostro compito è terminato. Ci si rilassa di fronte ad un gustoso tortello allo stracchino, davanti ad un piatto di pasta e ad una gustosa macedonia.
Insomma anche quest'anno Montepegli non ha tradito le aspettative: scarpe impolverate, piacevoli chiacchiere con le compagne di reparto, nuove conoscenze e soprattutto un bel venerdì sera all'insegna della canzone di chiusura "Romagna Mia" cantata in macchina al ritorno... Sembrerà strano ma l'orchestra ci ha salutato intonandola alla chiusura del suo show.
Grazie mille alle orse del lunedì che mi hanno tenuto compagnia e hanno trasformato la fatica in divertimento e a Montepegli per avermi fatto gustare nuovamente i tortelli :)

Gigio

17 luglio 2013

Il sapore del lunedì

Un lunedì dal sapore di omogeneizzato
Ogni lunedì in ospedale ha un sapore diverso.
Qualche volta sa di torta... per festeggiare gli anni degli orsi "lunedisiaci"...
Altre volte ha un sapore alquanto bizzarro: ad esempio torta ai broccoli...
Qualche volta ancora sa di particolari "gnocchi" al pesto...
Altre volte, invece, sa di insipido cibo precotto...
Ma il più delle volte di gustose pizze calde portate direttamente in ospedale dal portapizza...
Delle volte di omogeneizzati alla frutta...  Quello che guardi con un po' di titubanza...
Che ti sembra poco appettitoso e poi, entrando in una stanzetta, lo vorresti finire in un sol boccone se non fosse che il piccoletto decide improvvisamente di divorarlo solo in tua compagnia...
Quel lunedì non si capiva se, dopo ogni cucchiaino, il piccino sorridesse per il buon sapore del cibo o per avercelo rubato di bocca o ancora per il nostro modo buffo di acclamarlo!
So solo che la preoccupazione dei genitori su quale stratagemma adottare per farlo mangiare si è cancellata ogni volta che il loro piccolo divorava quel cibo fino a quel momento rifiutato!


Gigio

14 luglio 2013

Non è un lavoro...


Anche ieri discutendo a tavola con degli amici il discorso è caduto sul mio coinvolgimento in band; è vero che ci passo molto tempo libero tanto da farlo sembrare un lavoro...
Tante volte uscendo dal reparto mi è capitato di sentire alcuni genitori salutarmi e di augurarmi "Buon lavoro!" anche se non lo è...
In queste righe vorrei provare a spiegare il perché non è un lavoro!
Innanzitutto c'è di mezzo la mia volontà: io, come tutti gli altri orsi della band, sono un volontario e come tale mi comporto. Quando ho del tempo libero mi dedico a diverse attività, tra cui quelle di volontoriato prestando sempre la massima serietà e responsabilità. Mi sono sempre trovato bene e quindi mi viene spontaneo esserci.
Iniziai con gli eventi esterni, poi entrai in reparto ed infine in tana sempre tenendo presente che se non me la fossi sentita potevo mettermi da parte perché nessuno mi obbliga a farlo. Questo già costituisce una differenza non da poco: a lavoro quando non mi piace una cosa la devo fare per forza con l'inevitabile conseguenza che non renderò molto...
L'altro fondamentale aspetto è che non vado per soldi, ma per sentirmi parte di un gruppo che fa della disponibilità, dello spirito di gruppo e del coraggio di sognare i suoi cavalli di battaglia. Quando sono un orso penso solo a cosa potrei fare per gli scopi dell'associazione: rendere più divertente la permanenza dei bambini e genitori in ospedale, sorridere ai vari eventi esterni perché mi sento "portavoce" dello spirito della band ed in tana comprensivo e molto attento alle esigenze dei genitori...
Se tutto questo fosse solo per lavoro, non starei in band così tanto tempo come adesso.

Gigio

10 luglio 2013

Il torneo a Oreggina

Anche quest'anno mi ritrovo coinvolto nella squadra band: sempre il solito torneo ad Oreggina e sempre le stesse squadre rivali. Ciò che cambia sono i giocatori: nuovi ingressi e nuove alchimie da creare in campo.
Gli inizi non sono esaltanti: all'inizio sembra tutto difficile... Perfino trovare 5 giocatori per poter disputare la partita: tutti ammalati e conseguente sconfitta a tavolino... Prima grossa delusione!
Poi arrivano le partite seguenti e l'intesa non è la nostra migliore arma... Purtroppo...
Tutto fa presagire un torneo a bassi livelli ed invece...
Iniziamo a conoscerci, a capire come muoverci in campo e la squadra si forma, entra in sintonia e vedo partita dopo partita il gruppo che si cimentifica. L'allenatore ci dirige dalla panchina, il tifo ci incoraggia e i gol arrivano insieme alle vittorie.
Quest'anno conquistiamo anche dei piccoli tifosi che ci sostengono, ci acclamano per nome. Sentivo le urla che mi chiamavano e mi dispiaceva non poter ricambiare con un gol... Ironia della sorte le volte che ho segnato il mio tifoso speciale non era presente...
Arrivano le semifinali e poi potremmo andare in finale!!! E' bello vedere i miei compagni correre e dannarsi per portare a casa una vittoria contro ogni pronostico... I primi delle qualificazioni si piegano a noi e ci spalancano le porte della inaspettata finale!!!
Ed ora mi trovo a raccontare un insperato secondo posto, mi ritrovo a raccontare che il gol più bello del torneo è quello di Morris (un nuovo innesto), noto con piacere che la nostra squadra ha riscosso simpatia e sono contento di averne fatto parte al di là del risultato finale (ottimo in ogni caso ma come tutti gli sportivi il secondo posto non è molto gradito).
Siccome sognare non ha mai fatto male a nessuno... l'anno prossimo direi che punteremo a salire direttamente sul gradino più alto.
Gigio

7 luglio 2013

E poi il lunedì ti immergi nella magia Band


Lunedisiache pronte a partire per il reparto
Si passa dalla Tana per ritrovare Monica (sembra la padrona di casa) che con dolcezza ti dice se puoi tagliare qualche volantino o aiutarla a ritirare la roba stesa… poi insieme ci dirigiamo verso l’ufficio del Brusco!
Là s'incontrano persone, le vedi solo una volta a settimana, ma è come se le frequentassi tutti i giorni perché appena indossiamo la maglietta colorata diventiamo tutti un unico gruppo!Ci cambiamo e prepariamo ascoltando quello che alcuni di noi in quel momento ha voglia di raccontare (il pranzo saltato, il traffico per arrivare, il libro nuovo da provare, nuovi percorsi lavorativi, cambi casa, esami andati bene e non, qualche pettegolezzo, problemi vari e perché no anche qualche silenzio che dice più di tante parole) e poi la suddivisione dei reparti da visitare.

Tutto questo può accadere in 10 minuti o in mezzora, in armonia o con qualche disappunto, con calma o agitazione... dipende dalla serata, ma la cosa che mi affascina sempre ogni lunedì è che quando entriamo nel reparto stacchiamo da tutto e da tutti e pensiamo solo a far sorridere!
Non importa se accanto hai un/una studentessa, un/una lavoratrice, un/una disoccupata, un/una pensionata... perché ognuno di noi si mette in gioco tutte le sere diventando un Re, una giraffa, un “mostro” e una principessa... l'importante è cercare di capire chi hai di fronte e agire di conseguenza; quando, come nel nostro caso, hai a che fare con dei bimbi speciali ti devi mettere nei loro panni e divertirti... ed inoltre devi cercare di liberarti da tutti i tabù e da tutte le costrizioni che il mondo ti porta ad avere... solo così riesci a giocare e far sorridere chi in quel momento non avrebbe voglia di farlo! 
Poco importa se non ti ricordi il nome di un bimbo, la magia non riesce alla perfezione o non riesci a imitare un animale... la cosa importante è riuscire a far sorridere un bimbo anche solo per un secondo!
Puoi riuscirci... mentre sbagli il suo nome, mentre si rompe la pallina che per magia dovrebbe riapparire nelle mani di un'altra volontaria, mentre fai passare un “pot pot” per il verso del bruco, mentre cerchi di rubare un regalino dalla borsa della tua compagna d'avventura, mentre fai finta di sentire puzza di piedi avvicinando la marionetta ai piedi di un neonato, mentre non riesci a trovare un oggetto nascosto in un libro anche se sai perfettamente dove si trova, mentre devi farti passare per il fidanzato di Filomena... cerchi di farle la dichiarazione di matrimonio e hai davanti una volontaria che ride, mentre sei un coccodrillo che è innamorato di una giraffa e ti butti per terra perché la favola dice che il coccodrillo si inciampa e cade, mentre improvvisi una partita di pallavolo “immaginaria”… insomma qualsiasi mezzo è valido per far fare una risata :) ...la cosa importante è mettersi in gioco e fare tutto con il cuore :)!
Ogni lunedì sera è diverso... Ogni lunedì sera trovi bambini, genitori e nonni che hanno voglia di sorridere anche solo per qualche minuto...Questo è quello che cerchiamo di fare: dare un po' di sollievo a chi in quel momento non avrebbe voglia di ridere ma ne ha tanto bisogno!

Barbara B.

3 luglio 2013

Ti regaleremo una rosa

Questa sera mi ritrovo davanti al pc con le cuffie alle orecchie e delle rose rosse da preparare per lunedì prossimo... Non sono rose vere o di plastica, ma di cartoncino, ottenute da pieghe precise e frutto di tanta concentrazione e affetto... L'obiettivo è utilizzare le tecniche degli origami per lasciare un delicato ricordo di noi volontari Band.
Detto così non si capisce molto... Non si capisce per quale motivo decida di dedicarmi agli origami per creare delle rose... E' un'attività particolare che non sognavo nemmeno minimamente di fare un giorno...
Gaslini Band Band
Una rosa dal significato speciale
Tutto ebbe inizio una sera dopo reparto quando notai dei cartoncini rossi e verdi in un armadietto. Avevo visto già altri volontari utilizzarli per fare delle rane e creare delle attività di intrattenimento, ma mai vederli trasformarsi in rose come faceva l'orso Luca. E' molto di impatto.
Non chiedo spiegazioni perché mi sembrò molto complicato e mi limitai solo ad osservare stupito. L'idea di utilizzare gli origami per ricordarsi della band nasce proprio da quella volta...
Passa il tempo e anche il mio coinvolgimento all'interno del gruppo cambia: devo tenere sott'occhio il materiale che distribuiamo nei reparti e fare in modo che gli armadi non siano del tutto vuoti... Rivedo di nuovo quei cartoncini pronti ad essere modellati... Lì con me c'è anche Luca e questa volta lo osservo mentre crea le rose e pazientemente mi spiega come farle.
Non le faccio subito, ma nella tranquillità della mia stanza, dove non devo badare al tempo ma raggiungere l'obiettivo: piegare il cartoncino per dare vita ad un bocciolo di rosa... Non mi riescono alla prima e devo ricorrere ai video su internet... Ed ecco nascere la prima rosa e poi la seconda ed ancora una terza... Ormai padroneggio questa tecnica.
Ed eccomi qui stasera a voler continuare questa attività per essere pronto lunedì a distribuirle: mi piacerebbe portare queste rose in ogni stanza perché credo fortemente che rappresentino speranza, stupore e soprattutto immaginazione... Anche dei semplici cartoncini possono trasformarsi in un fiore!

Gigio

30 giugno 2013

Il nostro nome è Junior, Band Junior

Premettendo che siamo incapaci a scrivere… volevamo provare comunque ad esprimere le nostre sensazioni sul primo evento a cui abbiamo partecipato, quindi non scandalizzatevi!Sabato 25 maggio abbiamo avuto l’onore di animare l’evento AIESEC in Galleria Mazzini; dopo esserci divisi in gruppi e aver distribuito i compiti, alcuni di noi si sono “addentrati tra il freddo e la bufera” a cercare i pochissimi bambini che giravano in centro tentando di corromperli con palloncini di ogni genere; altri truccati e imparruccati per benino hanno aiutato il cantastorie Franco in balli quasi improvvisati.La giornata si è movimentata quando il nostro attuale presidente si è lanciato, con grande successo, nella preparazione della “virtual pizza” coinvolgendo persone di ogni età.Durante tutto il pomeriggio un paio di ragazze si sono improvvisate nella vendita dei gadget della Band degli Orsi e affianco ad esso è stato allestito un gioco per i più piccoli, con il benvoluto premio: l’uovo di cioccolato.Nonostante il freddo e la poca affluenza di bimbi, ci siamo divertiti a stare in compagnia dandoci così la possibilità di conoscerci meglio ed entrare in sintonia con il gruppo della Band junior e con quello dei ragazzi del ERASMUS che sono stati con noi tutto il pomeriggio.L’emozione del primo evento non ha influito sulla nostra performance, infatti, mooolto modestamente, abbiamo ricevuto parecchi complimenti dai volontari più grandi e in particolare della Fede che era li con noi e ha notato il nostro spirito di iniziativa.Speriamo di esserci fatte capire e di avervi interessato.Un abbracciorso, Mara e Angelica!PS: parola di orsetto che non scriveremo più niente… cuore <3

26 giugno 2013

Un settimana piena di impegni

Ed eccomi qui di nuovo a descrivere una settimana un po' particolare: niente di nuovo da raccontare mi verrebbe da dire ma quando la descrivo ad altre persone (i miei cari, gli amici, i colleghi e perfino agli altri orsi) sembra che abbia fatto chissà che cosa!
E' il 7 di giugno, data particolare per la band, una data che non si può e non si vuole dimenticare e che, di volta in volta, si vuole tramandare a tutti i nuovi ingressi. Due anni fa non avevo partecipato, l'anno scorso l'ho vissuto in pieno ed ero felicissimo di averne fatto parte: colori, energia e tanti sogni appesi ad un palloncino... Quest'anno ho replicato contento di esserci e di averne fatto parte nuovamente. E Pensare che era solo venerdì... Nulla faceva prevedere i giorni futuri...
Arriva il week end! Sabato: partita di calcetto con la squadra band ad Oreggina dove non si può mancare. C'è in gioco la qualificazione alle semifinali! Domenica vado a fare pausa pranzo in tana... Lo faccio volentieri ed in fondo il mio week end non prevedeva grossi impegni.
Sono le 14.30 di domenica e stacco dalla tana, porto i gadget insieme a Cristina nell'ufficio del Brusco ed incontro gli orsi domenicalisti... Sono solo in 3... Non possono formare 2 gruppi... "Tanto che sono qui perché non andare in reparto?!" penso tra me e me... Detto fatto! Ed eccomi pronto con la borsa band, i libri e tante marionette colorate pronti a volare sulle ali della fantasia... Una domenica come altre: colorata e spensierata.
Arriva Lunedì... ogni settimana non vedo l'ora che arrivi: non importa se vuol dire fine del week end ed inizio settimana lavorativa... Per me la settimana ha inizio quando entro nel reparto assegnato insieme ai "lunedisiaci". E' impensabile rinunciare a quel giorno... Le volte che l'ho fatto la settimana non mi sembrava mai iniziata... Tutti i giorni uguali e monotoni. Ed eccomi di nuovo lì a fare animazione, a raccontare favole, a far ridere i bambini con ogni mezzo a mia disposizione... E tanto per concludere perché non andare anche Martedì? Volevo andare solo per mettere a posto un po' di gadget che avevo lasciato fuori posto e così è stato. Ho colto l'occasione per fare due saluti con i martedisiaci.
Insomma ho passato parecchio del mio tempo libero insieme e per la band e la cosa strana è che non mi è pesato per nulla!
Gigio

23 giugno 2013

Una domenica a tutta band

Relax
E' il 2 giugno e ho dato la mia disponibilità per un'evento esterno: cameriere a pranzo nel quartiere di Quarto alta. Si parte alla mattina alle 11 per fare una serie di commissioni per la band e poi via all'evento. Appuntamento in casetta alle 11.40 per recuperare qualche depliant e incontrare Marta per poi dirigerci tutti insieme all'evento; una volta giunto là incontro Cristina di ritorno dal box e subito dopo Davide in attesa di partire per Busalla (altro evento esterno) e la giornata ha già preso un'altra piega. Due chiacchiere su come pensavano di passare quella domenica ed è già tempo di partire...
Una volta raggiunta il posto, si inizia subito a servire i tavoli: ogni orso ha il suo e lo segue con il sorriso sulla bocca. Un po' di confusione per organizzarsi ma poi va tutto in discesa. I piatti arrivano a destinazione e la nostra partecipazione all'evento termina con successo in un piatto di pasta al pesto, qualche patatine fritta ed un gustoso gelato.
E' stato piacevole trovare tra le persone sedute al tavolo una mamma che mi ha riconosciuto dopo avermi visto in ospedale come orso anmatore. Si ricordava felicemente la storia di "Niente ospiti": è la storia di un'amicizia nata tra le mille diffidenze di uno sgorbutico orso e un tenero e affamato topolino dagli occhi sfavillanti. Così come nel libro si ha un lieto fine anche per questa famiglia tutto si è risolto nel migliore dei modi con una dimissione ed un ritorno a casa spensierato.
Peccato che non ricordassi altri particolari della stanzetta, ma sono felice ugualmente del pensiero e di quel sorriso donato.
Finito l'evento mi dirigo nell'ufficio del Brusco per sistemare alcuni gadget ricevuti in mattinata da Cristina pensando che sarebbe stata un'operazione veloce, ma mi sbagliavo (un paio di orette sono servite tutte). Tutto sommato con l'aiuto di Marta e Barbara il lavoro è stato molto piacevole e il tempo è volato senza accorgersene.
E' stata una domenica diversa dalle solite: fatta di eventi esterni e pulizie primaverili...
Insomma una domenica a tutta band.

Gigio

19 giugno 2013

Domenica di sole

Ho deciso di passare un po' della mia domenica in tana. Non è proprio il mio habitat ma se per questo non lo era nemmeno il reparto, non lo era nemmeno il teatro e nemmeno i vari posti in cui sono andato a fare eventi esterni, ma so che tutto quello che è band ha sempre un qualcosa di diverso, di speciale in grado di trasformare un cielo nuvoloso in un giornata di spensieratezza e relax. Difficile da credere ma fino ad ora è sempre successo così...
Sole timido e aria fresca sono le mie prime sensazioni mattiniere di questa domenica appena apro la finestra della cucina; sono certo di aver fatto la scelta giusta a dare la mia disponibilità. Prendo il treno e penso che forse la giornata è molto diversa da come me le ero immaginata un oretta prima: il sole scalda e il mare davanti al Gaslini è limpido e pieno di barche a vele... Ed io sarò in tana... Non importa: la tana ha un bel giardino e da lì potrò rubare qualche raggio di sole e facendo al tempo stesso un servizio utile ai genitori.
Varco la porta e do il cambio a Patrizia e da lì ha inizio una giornata incredibile. Inizio a stendere i panni prima di mangiare per non sprecare il massimo calore del sole. E' stata un'operazione lunga che mi ha tenuto impegnato fino a quasi alle 3!!! Sono stato decisamente lento ma nel mentre si sono susseguite alcune visite: alcuni volontari impegnati nei vari eventi passano in tana e prelevano un po' di materiale, qualche genitore mi chiede un po' di informazioni.
Mangio e chiedo al genitore che è al piano di sopra se avesse bisogno di qualcosa: sta trafficando sul PC; non voglio insistere troppo per non essere molesto. Piano piano si apre (si passa dal lei ad un tu più informale) e inizia una bella discussione: particolare ma interessante. E' proprio lui ad invitarmi sull'uscio della porta della tana dicendomi che aveva piacere a fare due chiacchiere; sono contento che sia stato lui a propormelo perché speravo di fare breccia.
Passa il pomeriggio e arriva un nuovo genitore: anche lui papà. Mi chiede un favore e provo a farglielo: un po' di difficoltà iniziale ma alla fine arrivo al risultato e arriva il suo sorriso soddisfatto. Finalmente può pensare di tornare a casa... Ignoro ancora la sua situazione anche se la intuisco. Anche a lui offro un caffè e lo accetta volentieri: lo prendiamo insieme e sorso dopo sorso ci conosciamo. Prendo sempre un sacco di complimenti da parte sua a nome dell'enorme lavoro che fa la band e sono sempre in imbarazzo... Si tranquillizza quando gli dico che è un gioco delle parti: se io do una cosa, ne ricevo due, se la volta dopo ne do tre, ne ricevo quattro... Non è un grosso sacrificio ma una semplice e piccola disponibilità di tempo! Alla fine mi stringe forte la mano. In quel momento spero che sia arrivato il mio "buona fortuna" che non volevo dire perché forse inappropriato.
Sapete alla fine che dico: il sole in giardino non l'ho preso, ma mi sono scaldato moltissimo come nella giornata più calda; sono fiero di essere stato lì!
Gigio