Non sono solo la certezza di fare qualcosa di positivo per gli altri, ma anche tutto quello che c'è intorno. L'ambiente ospedaliero, pensato sempre come un luogo triste e doloroso, gli orsi che diventano immediatamente amici, le risate che scaturiscono dai bambini e dalle nostre spensierate quando indossiamo degli strani cappelli, delle strane orecchie o imitiamo dei versi alquanto buffi...
Una volta pensavo che fosse solo mia questa sensazione di essere sempre nel luogo giusto con le persone giuste, ma dopo questa testimonianza ho capito che è anche questo il motivo per cui ritorno sempre volentieri, anche se sono stanco ed anche se impiego 40 minuti di auto per arrivarci...
E' sempre in questa lettera che mi viene ricordata una serata particolare: lì per lì mi era apparsa strana, irreale... Un bambino con cui sembrava difficile interagire, difficile anche il colloquio, ha avuto la forza di provarci; si è sforzato a far uscire la sua voce e qualche sillaba... A noi purtroppo è risultata incomprensibile, ma abbiamo capito molto bene il suo volerci essere, il suo ridere di gusto quando le nostre marionette hanno dato vita ad una storia surreale... Un principe codardo che ha in mano una principessa di pezza ed un giullare con un elefante con una crisi di identità... Il bacio di un elefante ad una principessa per trasformarla in un regalo... Insomma una storia al contrario ma condita da molti sorrisi non solo nostri, ma soprattutto suoi, di quel bambino che ancora adesso, a distanza di mesi, riemerge con forza e vigore nei nostri pensieri.
Non so bene se ho reso l'idea, ma a volte è giusto che non si trovino le parole per descrivere, perché vanno oltre, perché ti entrano dritte senza troppi fronzoli o discorsi.
Grazie Fede per il ricordo!
Gigio
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