Tana aperta anche con la neve |
Ritrovo però un “sesto senso” che
avevo già colto altrove. E’ una sensibilità spesso perduta ,
nascosta nelle pieghe della distrazione e della corsa continua della
vita.
In tana la cogli perché è un luogo
di sosta, un porto dove l’ospite attracca per un poco. Si ferma;
se riesce per un attimo a non fissare il mare che lo aspetta.
Lo ritrovi , perché le strade degli
ospiti sono “oltre e fuori dal previsto” e allora le corse
quotidiane rallentano anche per te , si riequilibrano, ritrovano il
posto “legittimo” nella scala delle priorità della vita.
E’ il sesto senso che coglie la
semplicità e la gratuità della presenza. Lo trovi man mano che
l’ospite scopre che gli orsi ci sono perché “non si fa perché
si deve” ma “si sta perché si vuole”. E’ una sensibilità
della persona che ritrova la vicinanza, l’accoglienza di un bisogno
. Lo coglie il papà che scioglie una ruga per un momento. Lo trova
il volontario che si scopre capace di esserci.
La lavatrice termina . I peluche son
sempre sulle scale, li che ti guardano. Si spegne il computer ,
qualcuno scrive le note sul quaderno. Fuori fa freddo ma non nevica
più…
Giovanni
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