Cari Amici della Tana,
ho camminato a lungo sotto i cieli teatrali della vostra Genova, ho preso e perso autobus, imparato i nomi delle strade, la direzione da prendere, con lo sguardo all'orizzonte di nuvole e mare in movimento, sempre rasserenante, come una promessa. Quattro mesi fa V. la mia piccolina di un anno e mezzo, il mio fiore felice, si è ammalata.
Abbiamo dormito, io e lei, aggrappate l'una all'altra, in tanti diversi letti d'ospedale, ho imparato ad orientarmi nel labirinto dei reparti senza più perdermi, abbiamo abitato con la mia famiglia tante case diverse; abbiamo aspettato, spaventati e straniti, che il tempo passasse, che V. pian piano recuperasse il sorriso.
La nostra non è ancora una storia a lieto fine ma V. appartiene al mondo, ride, soffre, scherza, piange, combatte. E noi con lei.
La tana è stata Casa mentre la nostra casa era tanto lontana; rifugio vero, quotidiano. Casa sono stati i vostri sorrisi, i vostri caffè, il vostro garbo generoso, le vostre mani che accarezzavano le teste dei nostri bambini, la dolcezza delle vostre parole. Ci avete sorretto mentre infuriava una tempesta che era solo nostra, avete condiviso con noi questo tratto di strada doloroso. “Grazie” è una parola troppo consueta, che non basta a raccontarvi.
Fabiana e Michele, genitori di V. e P.
Questa volta a parlare non siamo noi della band, ma persone con cui siamo entrati in contatto e che ci hanno lasciato un messaggio. Questo è un modo di ricordarci di chi ha apprezzato il nostro aiuto.
Siamo felici di essere stati di supporto e che i nostri colori vi abbiamo un pochino consolati.
Ho deciso di lasciarvi come ricordo una foto panoramica di Genova così che abbiate una nuova immagine di questa città.
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