Come volontario preferisco non creare legami troppo profondi perché non sarei in grado di gestire la mia reazione in caso qualcosa non andasse proprio nel verso giusto e anche il mio rapportarmi con queste famiglie ne risentirebbe: perderei inevitabilmente il mio entusiasmo. Un rapporto però è inevitabile e allora cerchi di non indagare molto sul motivo del ricovero.
Un po' di Sardegna a Genova |
Il giorno dopo la nostra visita scoprivo però che quella persona andò in tana col figlio a curiosare un po'. Forse quelle parole che solo il giorno prima mi apparivano non recepite in realtà erano arrivate dritte alle orecchie del papà. Ero fiero di me perché anche se il giorno prima non ero stato brillante (almeno così mi era parso, ma smentite dall'interessato) avevo dato il messaggio giusto tanto che quel genitore viene spesso a trovarci e si ricorda di me e dei miei compagni di reparto.
E' un rapporto particolare che si è creato con tutta la sua famiglia: dai suoi figli alla moglie fatto non di visite quotidiane ma di semplici sorrisi in tana, di domande spontanee del tipo:- "Che lavoro fai?", "Dove vai a mangiare oggi? Io ti consiglio questo posto perché si mangia bene", "Cosa hai studiato?" all'uscita da un bar...
Non mi resta che augurare a questa famiglia che tutto vada come desiderano e che si ricordino non tanto di me, ma quanto dei colori che tutta la band e i suoi orsi hanno donato loro in giornate grigie e noiose come quelle passate in ospedale.
Gigio