22 settembre 2009

Depero, presentazione, come si forma il vento

Chissà cosa avranno pensato gli aspiranti volontari della band che ieri sera hanno per la prima volta preso contatto con la nostra associazione!
Il nostro presidete ha esordito legando gli splendidi dipinti di Depero alle attività della band. Numerosi volontari hanno raccontato le attività della Band e poi ci siamo chiesti come si forma il vento.
Il tutto in poco meno di due ore! Un viaggio fra arte, emozioni, domande e interventi degli aspiranti stessi
E così abbiamo scoperto che per Marina il vento è dovuto al soffio di ognuno di noi, che per Francesca questa è una sfida che le piace già, che Paolo ci ha conosciuto al Gezmataz, che Valeria cerca è alla ricerca dell'umanità.
Certo per chi non c'era è dura capire tutto ciò.
Proverò a spiegare il perchè del vento in poche parole. Abbiamo chiesto come si forma il vento perchè una domanda famosa nata da Piaget (uno psicologo esperto di educazione che chiedeva a bambini piccoli di formulare teorie scientifiche senza però indirizzarli alla soluzione ma ascoltando le "loro strade") che chiedeva agli educatori di stare in equilibrio fra il dare la "verità" e il mantenere la "curiosità" nella formazione.
Noi abbiamo scelto questo equilibrio, ma quanto è difficile!


(Depero F. - Coppia di Orsi, durante la presentazione il nostro presidente Bruschettini ha mostrato questo dipinto che ricorda i nostri orsi!)
Spero che nei commenti di questo blog possano trovare spazio le osservazioni degli aspiranti volontari...e per stimolare la "scrittura" vi chiedo: quale attività vi attira di più? E come potevamo fare meglio nella presentazione?

16 settembre 2009

Il 21 Settembre: ritorno al futuro

Le richieste di adesione alla band sono molto numerose, come ogni anno! E allora il 21 settembre alle 20:45 la band accoglierà e si presenterà ai futuri volontari.
Ormai questa tradizione va avanti da tre anni ed ecco il perchè del titolo. Per noi che siamo nella band da ormai un lustro (alcuni anche molto di più) il giorno dell'accoglienza dei futuri volontari è sempre un giorno speciale. Rivediamo nei loro occhi la stessa cuirosità e volontà che avevamo anni fa (e che in verità non abbiamo ancora perso), la stessa voglia di scoprire un mondo "nuovo" dove la cura del tempo, dello stare insieme, la qualità della vita in ospedale sono gli obbiettivi perseguiti. 
A preparare l'incontro ci sono sei /settevolontari che in queste settimane stanno dedicando le sere alla band per accogliere al meglio il futuro, e il 21 ci saranno tutti i volontari che desidereranno dare il benvenuto ai loro futuri compagni di viaggio.
I nuovi volontari sono sempre linfa di nuovi progetti, idee e forze per cui il 21 settembre sarà il giorno dell'equinozio, in cui l'esperienza dei volontari esperti sarà di pari importanza all'entusiasmo dei futuri arrivi.
Nel video ecco il saluto dei volontari entrati nell'anno 2008/2009.

Buon Futuro Band!

8 settembre 2009

In arrivo pianoforte e ...federico!

Oggi in Band fanno il loro ingresso un pianoforte e un bambino!  Il bambino è Federico ed è il figlio di due volontari della band Tullio e Billy!! Nella foto lo vediamo rappresentato dalla nostra grafica Vera!
Per chi volesse dare un messaggio di benvenuto a Federico questo spazio è sicuramente un buon spazio su cui scrivere.
E in contemporanea oggi ci è stato regalato un pianoforte a  quarto di coda che farà bella mostra di se in Aula Magna...Musicisti della band e non solo siete invitati a farci sapere se avete voglia di suonarlo per i piccoli del Gaslini!
La musica ha sempre alleviato lo scorrere del tempo a grandi e piccini e con questo nuovo regalo sarà ancor più facile soddisfare le esigenze musicale degli ospiti dell'ospedale.
Ringraziamo il Maestro Piero Trofa per questo bel regalo!!!!

3 settembre 2009

Resoconto ultimo mercoledì d'agosto - Il papà "Palo"

Ecco il resoconto della nostra Raffa:
Già avvicinandoci al reparto si capiva che c’era movimento, e una volta riuniti tutti, o quasi, in saletta ci siamo trovati con 12 bambini  di tutte le età, e qualche manciata di adulti. Abbiamo deciso di evitare le favole perché era difficile mantenere l’attenzione, e siamo partite con l’indovinanomi. 
Funziona il vecchio format di mettere un genitore a fare il “palo”per segnalare il passaggio delle infermiere che ci vietano ‘esperimenti  così pericolosi’.
Così a ogni  passaggio delle infermiere un papà faceva il verso del gufo e tutti insieme iniziavamo a cantare “ci son due coccodrilli” per non farci scoprire…questo ha divertito e fatto partecipare un po’ tutti. Una parte di nomi li avevamo sentiti in corridoio, l’altra ce l’hanno suggerita i genitori che ci hanno supportato e hanno contenuto l’esuberanza di alcuni bimbi.
Per il finale abbiamo  preso spunto dai cinguettii continui di Matteo, un ragazzino grandicello che fingeva di tenere le distanze, e abbiamo intonato una “vecchia fattoria” piena di animali a cui hanno partecipato con molto entusiasmo anche i genitori. Troppo entusiasmo!... perché una delle mamme ha rischiato di soffocare  dal ridere facendo il verso della rana!

Nel secondo reparto ecco come era la situazione:

Abbiamo trovato le infermiere chiuse nella loro stanza e nei loro 
discorsi, che ci hanno chiesto di fare stanza per stanza e non riunire i bambini. Ma le stanzette sembravano blindate: una bimba stava mangiando, un’altra troppo piccola, un’altra troppo grande, un’altra non c’era….
Ci è dispiaciuto perché passando per andare al reparto precedente 
qualche una bimba ci ha incrociati…speriamo che non ci aspettasse…
Solo la stanzetta di Roberto, un ragazzino che la settimana scorsa 
non ha voluto partecipare, sembrava disponibile, e noi lì ci siamo 
infilate.
Lui è molto timido ma ci ha lasciato stare a raccontare una favola 
alla nonna, che noi abbiamo trattato come una bambina… La favola del 
regalo. L’abbiamo sperimentata in questi mercoledì: è semplice, poche 
parole e belle figure. Dopo le prime pagine Roberto leggeva e faceva la 
regia mentre io e la nonna mimavamo e Fede ci correggeva.
Alla fine Roberto ci parlava del suo gatto e ci chiedeva se anche noi 
avessimo animali… uscirà venerdì: è contento di tornare a casa.

Così è stato l’ultimo mercoledi di agosto: la città si ripopola e…l’
ospedale anche :-(…Ma noi ritorneremo più numerosi che mai!!

1 settembre 2009

Resoconto ultima domenica di Agosto - La cura del tempo


Ogni settimana  non sai mai cosa ti aspetta. Chiudi gli occhi, respiri profondo, stai attento alla scatola delle magie, non vorresti che qualche bimbo riesca a prendertele.
Guardi la tua compagna di avventura, sorridi e poi fai per entrare, ma non riesci a vedere chi c'è di là, dietro la porta. Questa ansia non ti passa nemmeno dopo le centinaia di volte che sei entrato in una stanza di ospedale. Stai per entrare e un papà sconsolato ti dice “Ha male, ha male”. Tu non sai ancora chi hai davanti, ma sai che in quel preciso momento, proprio quello li, lui ha male.
Il dolore stava per diventare una barriera. E per il papà seduto sconsolato a guardare la fine del Gran Premio, quello non era tempo passato con il proprio figlio, era tempo, solo tempo passato. Punto e basta. Tempo. E il tempo quando è solo tempo passa e non si ricorda, sono giri di orologio, sono minuti regalati all'oblio.
E allora capisci che quel “ha male” non è una barriera ma è una richiesta, sottointendeva un male fisico e un male di tempo.
Ha male e il tempo passa lento, e il corpo sembra quasi non voler ricordare. Abbiamo capito che eravamo li per curare il tempo.
Prendete una porzione di tempo, come se fosse un orto. E prendetevene cura.
Forse questa è la band, una cura del tempo.
Rendere il tempo, memoria.
Memoria.
Il tempo in ospedale è tutto uguale, e come dicevo prima il corpo tende a dimenticare, a rendere tutto monotono e senza cura.
Ma ogni qualvolta si entra in una stanzetta di ospedale bisogna prendersi cura del tempo delle persone che vi abitano. E con un po' di intraprendenza invitare le persone a continuare la “cura” anche dopo il vostro saluto.
E' stato proprio così, “Ha male” e siamo entrati, ci siamo presi cura, di mamma, di papà e del bambino. Abbiamo reso il loro tempo, un tempo da ricordare.
Siamo usciti che tutti avevano voglia di ricordare.
E poi finita l'attività in reparto, uscendo, senza volere ci siamo ritrovati di fronte a quella stanzetta. Ci siamo affacciati.
“Ha male?”
Ed è scoppiata una risata, avevano ripreso a curarsi del loro tempo, e il male quello del tempo era passato.