La band non sta mai ferma e oltre a garantire il quotidiano svolgimento delle attività nei reparti (è questo è un grande successo) riesce anche a creare numerosi eventi sia interni che esterni all'ospedale!
Ecco un veloce elenco:
14 dic ore 19 aula magna "toons in jazz & Xmas songs" (la musica ha incantato i piccoli ospiti presenti!)
15 dic ore 10 foto in maglietta band con "belo horizonte" (via dei franzone
6)
18 dic ore 21:00 presso l'Elvis (locale vicino al Gaslini) raccolta fondi e musica
19 dic ore 16 jazz matazz al porto antico con RACCONTI DI NATALE,
SPETTACOLO TEATRALE con Franco Picetti e Stefania Caudullo
20 dic ore 15 in aula magna FESTA DI NATALE con la partecipazione di
officina utopia (un natale coi fiocchi)
20 dic ore 16 jazz matazz al porto antico con la musica e la danza di gaia
20 dic ore 17 "festa di natale" e premio alla gaslini band band presso
l'unione sportiva quarto
24 dic ore 18,30 "rudolph in giro per i reparti insieme a francesca"
24 dic ore 23 santa messa presso la cappella gentilizia del gaslini e
successivo brindisi in portineria
16 dicembre 2009
14 dicembre 2009
La prima festa di Natale
Hanno ballato e cantato. Hanno sorriso e pure recitato. Hanno improvvisato e hanno creato stelle. Hanno fatto un albero di natale altissimo per poi smontarlo dopo due ore.
Hanno raccontato favole e hanno creato scenografie. Hanno sognato e hanno fatto sognare un ospedale diverso (che già esiste) dove i bambini e i loro genitori partecipino, siano attivi, in cui la vita sia vita e in cui ci si senta a casa.
Tutto questo hanno fatto i volontari della band (grandi e piccoli) e lo hanno fatto capendo l'importanza di questo sogno. Per i volontari più esperti è stato bello vedere l'emozione del primo giorno, del primo approccio dei futuri "orsi" della band.
Ieri durante lo spettacolo tutti (genitori inclusi) si sentivano in famiglia, si sentivano come a casa, in cui non si ha paura di intervenire e si pensa che ogni azione, ogni parola detta o fatta da chiunque provenga sia importante, sia da ascoltare, da accogliere.
Ieri eravamo una trentina di volontari, eravamo tanti e siamo riusciti a fare lo spettacolo e in contemporanea andare a trovare alcuni bambini che non potevano scendere. E' stato un bel Natale, e questo è solo il primo!
Hanno raccontato favole e hanno creato scenografie. Hanno sognato e hanno fatto sognare un ospedale diverso (che già esiste) dove i bambini e i loro genitori partecipino, siano attivi, in cui la vita sia vita e in cui ci si senta a casa.
Tutto questo hanno fatto i volontari della band (grandi e piccoli) e lo hanno fatto capendo l'importanza di questo sogno. Per i volontari più esperti è stato bello vedere l'emozione del primo giorno, del primo approccio dei futuri "orsi" della band.
Ieri durante lo spettacolo tutti (genitori inclusi) si sentivano in famiglia, si sentivano come a casa, in cui non si ha paura di intervenire e si pensa che ogni azione, ogni parola detta o fatta da chiunque provenga sia importante, sia da ascoltare, da accogliere.
Ieri eravamo una trentina di volontari, eravamo tanti e siamo riusciti a fare lo spettacolo e in contemporanea andare a trovare alcuni bambini che non potevano scendere. E' stato un bel Natale, e questo è solo il primo!
11 dicembre 2009
Resoconto di una domenica al Gaslini
Ci siamo trovati in casetta per raccogliere materiale e idee. Dalla fantastica mente di Simone è uscito il lupo che voleva fortemente entrare nel presepe di una bambina per mangiarsi le pecore e gli animali, ma che veniva regolarmente riconosciuto nonostante i suoi travestimenti.
Siamo partiti da Clinica 1 pensando di trovare un bel po’ di bimbi, ma erano pochi e piccini. Un po’ più grande solo Aida di 11 anni, praticamente abbiamo fatto animazione per lei e le mamme. Iiniziato con due bimbi e due mamme, si sono poi uniti tutti gli ospiti del reparto.
Io bambina con parrucca bionda e codini, che ha un po’ preoccupato Francesco, piccino appena entrato in ospedale, ho fatto il presepe utilizzando le persone come statuette e Simone, lupastro affamato, si è travestito da statuetta del presepe per poter entrare…
Si è truccato da pastore e possidente di fattoria, ma cantando la canzone non sapeva mai il nome del mio animale, da cammello ma ha perso la corsa nel deserto, da commerciante di frutta ma non conosceva i cocomeri tondi tondi e alla fine da angelo, che non sapeva cantare, e non riusciva a finire le canzoni che gli proponevamo!
Un po’ preoccupati dall’inizio strano con un’ospite di 11 anni e l’altro di 2, ha funzionato coinvolgere le mamme con cui abbiamo riso e cantato. Alla fine regalo di cd.
Trasferendoci al terzo piano abbiamo deciso di introdurre il virtual panettone per non lasciare a pancia vuota il lupo.
Erano tutte bambine sveglie e energiche, a parte il piccolo Maicol (come si scriverà?) che con la mamma ci ha guardato da fuori probabilmente per paura di contagi. Hanno fatto dei mazzi tremendi al lupo e sgridato me perché volevo credergli. E’ stato divertente e coinvolgente: alla fine avevamo una decina di bimbi –ricoverati e non- con rispettivo parentado. Dopo che abbiamo regalato i cd ci hanno chiesto ancora una storia e non volevano lasciarci andare. Abbiamo ceduto e le abbiamo invitate sul sito e sul blog a leggerne altre.
Siamo partiti da Clinica 1 pensando di trovare un bel po’ di bimbi, ma erano pochi e piccini. Un po’ più grande solo Aida di 11 anni, praticamente abbiamo fatto animazione per lei e le mamme. Iiniziato con due bimbi e due mamme, si sono poi uniti tutti gli ospiti del reparto.
Io bambina con parrucca bionda e codini, che ha un po’ preoccupato Francesco, piccino appena entrato in ospedale, ho fatto il presepe utilizzando le persone come statuette e Simone, lupastro affamato, si è travestito da statuetta del presepe per poter entrare…
Si è truccato da pastore e possidente di fattoria, ma cantando la canzone non sapeva mai il nome del mio animale, da cammello ma ha perso la corsa nel deserto, da commerciante di frutta ma non conosceva i cocomeri tondi tondi e alla fine da angelo, che non sapeva cantare, e non riusciva a finire le canzoni che gli proponevamo!
Un po’ preoccupati dall’inizio strano con un’ospite di 11 anni e l’altro di 2, ha funzionato coinvolgere le mamme con cui abbiamo riso e cantato. Alla fine regalo di cd.
Trasferendoci al terzo piano abbiamo deciso di introdurre il virtual panettone per non lasciare a pancia vuota il lupo.
Erano tutte bambine sveglie e energiche, a parte il piccolo Maicol (come si scriverà?) che con la mamma ci ha guardato da fuori probabilmente per paura di contagi. Hanno fatto dei mazzi tremendi al lupo e sgridato me perché volevo credergli. E’ stato divertente e coinvolgente: alla fine avevamo una decina di bimbi –ricoverati e non- con rispettivo parentado. Dopo che abbiamo regalato i cd ci hanno chiesto ancora una storia e non volevano lasciarci andare. Abbiamo ceduto e le abbiamo invitate sul sito e sul blog a leggerne altre.
10 dicembre 2009
San Nicola
La band si è fatta conoscere con ottimi risultati al mercatino di San Nicola grazie alla preziosa ospitalità dello staff del Mercatino.
Nei tre giorni in cui abbiamo tenuto il banchetto abbiamo fatto diverse amicizie e avuto nuovi contatti.
A tenerci compagnia e a scaldarci ci hanno pensato gli amici Alpini che preparavano delle buonissime caldarroste! (guardate le foto!)
Ma per scaldarci abbiamo anche fatto ballare tutte le persone che entravano e uscivano!!!!
Il mercatino è stata una ottima scusa per coinvolgere i nuovi volontari in un evento esterno della Band, in questo modo ci siamo conosciuti tutti un po' meglio.
Nei tre giorni in cui abbiamo tenuto il banchetto abbiamo fatto diverse amicizie e avuto nuovi contatti.
A tenerci compagnia e a scaldarci ci hanno pensato gli amici Alpini che preparavano delle buonissime caldarroste! (guardate le foto!)
Ma per scaldarci abbiamo anche fatto ballare tutte le persone che entravano e uscivano!!!!
Il mercatino è stata una ottima scusa per coinvolgere i nuovi volontari in un evento esterno della Band, in questo modo ci siamo conosciuti tutti un po' meglio.
9 dicembre 2009
Il blog si riprende
Dopo un mese di silenzio il blog si riprende. Se il blog è stato fermo la Band non si ferma mai.
Sono talmente tante le iniziative che si fa fatica a tenere un diario di tutto quello che facciamo.
Nei reparti non si salta mai un giorno, la formazione procede e tutti i futuri volontari hanno partecipato allo stage con Anna Solare del Teatro dell'Ortica.
Si sta creando così un certo affiatamento fra gli aspiranti.
Ecco le parole del nostro volontario Max che era presente alla formazione con Anna Solaro:
“ritmi diversi .. emozioni ... mani che guidano ... tuffi nell'aria ... lo spazio, il mio spazio ... reti di fili invisibili ... fiducia ... fiducia bendata ... e poi sguardi, sguardi che accolgono ... sguardi che guidano ... ed ancora un foglio di giornale pesante ma leggero, piccolo eppur enorme, silenzioso o forse no .... condivisione, intimita`, il cerchio .. il cerchio di tutti ... ma... ma dov' eravamo ? eravamo ad Eufemia, citta` invisibile dove ci si scambia la memoria, ad ogni solstizio ed ad ogni equinozio ... dove il tuo lupo sara` diventato un altro lupo, la tua battaglia altre battaglie .“
Ed ecco il brano di Eufemia che tanto è piaciuto:
A ottanta miglia incontro al vento di maestro l'uomo raggiunge la città di Eufemia, dove i mercanti di sette nazioni convengono a ogni solstizio ed equinozio. La barca che vi approda con un carico di zenzero e bambagia tornerà a salpare con la stiva colma di pistacchi e semi di papavero, e la carovana che ha appena scaricato sacchi di noce moscata e di zibibbo già affastella i suoi basti per il ritorno con rotoli di mussola dorata. Ma ciò che spinge a risalire fiumi e attraversare deserti per venire fin qui non è solo lo scambio di mercanzie che ritrovi sempre le stesse in tutti bazar dentro e fuori l'impero del Gran Kan, sparpagliate ai tuoi piedi sulle stesse stuoie gialle, all'ombra delle stesse tende scacciamosche, offerte con gli stessi ribassi di prezzo menzogneri. Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt'intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili o sdraiati su mucchi tappeti, a ogni parola che uno dice - come "lupo", "sorella", "tesoro nascosto", "battaglia", "scabbia", "amanti" - gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello e della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.
Sono talmente tante le iniziative che si fa fatica a tenere un diario di tutto quello che facciamo.
Nei reparti non si salta mai un giorno, la formazione procede e tutti i futuri volontari hanno partecipato allo stage con Anna Solare del Teatro dell'Ortica.
Si sta creando così un certo affiatamento fra gli aspiranti.
Ecco le parole del nostro volontario Max che era presente alla formazione con Anna Solaro:
“ritmi diversi .. emozioni ... mani che guidano ... tuffi nell'aria ... lo spazio, il mio spazio ... reti di fili invisibili ... fiducia ... fiducia bendata ... e poi sguardi, sguardi che accolgono ... sguardi che guidano ... ed ancora un foglio di giornale pesante ma leggero, piccolo eppur enorme, silenzioso o forse no .... condivisione, intimita`, il cerchio .. il cerchio di tutti ... ma... ma dov' eravamo ? eravamo ad Eufemia, citta` invisibile dove ci si scambia la memoria, ad ogni solstizio ed ad ogni equinozio ... dove il tuo lupo sara` diventato un altro lupo, la tua battaglia altre battaglie .“
Ed ecco il brano di Eufemia che tanto è piaciuto:
A ottanta miglia incontro al vento di maestro l'uomo raggiunge la città di Eufemia, dove i mercanti di sette nazioni convengono a ogni solstizio ed equinozio. La barca che vi approda con un carico di zenzero e bambagia tornerà a salpare con la stiva colma di pistacchi e semi di papavero, e la carovana che ha appena scaricato sacchi di noce moscata e di zibibbo già affastella i suoi basti per il ritorno con rotoli di mussola dorata. Ma ciò che spinge a risalire fiumi e attraversare deserti per venire fin qui non è solo lo scambio di mercanzie che ritrovi sempre le stesse in tutti bazar dentro e fuori l'impero del Gran Kan, sparpagliate ai tuoi piedi sulle stesse stuoie gialle, all'ombra delle stesse tende scacciamosche, offerte con gli stessi ribassi di prezzo menzogneri. Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma anche perché la notte accanto ai fuochi tutt'intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili o sdraiati su mucchi tappeti, a ogni parola che uno dice - come "lupo", "sorella", "tesoro nascosto", "battaglia", "scabbia", "amanti" - gli altri raccontano ognuno la sua storia di lupi, di sorelle, di tesori, di scabbia, di amanti, di battaglie. E tu sai che nel lungo viaggio che ti attende, quando per restare sveglio al dondolio del cammello e della giunca ci si mette a ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno, il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, al ritorno da Eufemia, la città in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.
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