E' un lunedì sera autunnale e come ormai da quasi un anno mi dirigo verso l'ospedale con l'entusiasmo di colui che dovrà affrontare una nuova avventura. Sono da poche passate le 18 e di corsa si esce dall'ufficio per non ritardare l'ingresso e per avere più tempo per scegliere i libri da portarsi in stanza, per scambiare 2 parole con il partner e per individuare il reparto da visitare...
La compagna di avventura questa volta è Erica con cui ho un bell'affiatamento. Questa volta ci aspetta un reparto a noi molto familiare tanto che sappiamo già quali difficoltà si potranno incontrare...
Spesso è difficile gestire stanze numerose, perché non si riesce sempre a creare una dinamica di gioco tale da far partecipare in egual modo i bambini: c'è sempre quello che predilige l'attività più movimentata e quello che preferisce la tranquillità, quello che si intimidisce e quello che ti accoglie spavaldamente, poi c'è quello molto piccolo e quello magari già ragazzino...
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Il nostro piccolo principe |
Ma nonostante questo si varca la soglia e...
Una giovane principessa rosa ci riconosce e ci mostra con grande maestria alcuni suoi passi di danza: non è per nulla a disagio delle nostra presenza, ma anzi ci accoglie come se fossimo lì da sempre; ci fa accomodare sulle sedie migliori scelte da lei, ci presenta i vari parenti... Insomma conquista la scena... Ma in questa stanza c'è un piccolino che è molto spaventato... Ha bisogno di sentire la presenza della mamma, del papà e dei suoi familiari e così non appena li perde di vista piange e strilla. Sono per lui tutte le attenzioni così da non farlo sentire spaesato.
Dalle nostre borse escono tanti animaletti colorati che hanno strane voci, escono tanti libri colorati, tanti regali e piano piano il pianto si trasforma in tranquillità e anche se non ride a crepapelle noi siamo soddisfatti... alla fine quello che ci interessa è anche rassicurare. Proprio quando abbandoniamo la stanza per dirigerci nella prossima il bambino ci segue e con grande naturalezza ci manda una cascata di baci... Baci sinceri, spontanei, familiari come se in quei pochi minuti fossimo stati parte della sua famiglia.
Spesso mi è capitato di strappare un sorriso facendo azioni buffe, spesso qualche mia voce strana mi ha aiutato a far sorridere... Spesso ho chiesto dei sorrisi, dei saluti, dei baci, ma non mi era ancora capitato di essere travolto da una cascata di baci e devo dire che mi ha galvanizzato moltissimo.
Gigio